907 MCCCCC, OTTOBRE. 908 ■la fìola e soi fiuti a Rimano, vengi li ; el Faenza non dubila di difendersi; Bologna à paura, pur è disposti varentarsi al tutto. Di Caravazo, di sier Zuan Antonio Dandolo, provedador. Di la inopia di quelli soldati eie. e per una altra, la condition di lochi per dar information. Dii signor di Rimano, di 3, al suo oràlor qui. Voria la Signoria fusse contenta mandarli Marco da Rimano, et altre cosse eie. Vene Zuan Forte, capo di squadra dii signor Bortolo d’ Alviano. Disse il signor suo era certifìchato, in Bossina non esser per venir de lì turchi questo anno; 2.°, si oferiva, volendo la Signoria, corer in Bossina con 500 cavali lizie i, e far danno assai; 3.°, voria andar in Dalmatia, o a Corfù a operarsi ; 0 farà stando in Friul. Poi disse li avanzava ducati 1500, pregava fusse provisto, per poter lenir la compagnia ; et a dì 7 di questo compiva la sua ferma. Li fo risposto per il principe, laudandolo assai, comesso ai savij di terra ferma. Lem, fo fato lezer davanti el principe le parte di danari, et di far risposta a li oratori di Hongaria. Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe. Fu leto letere di Zara, di 19 septembrio, di sier Saba-stian Marzello, soracomito, dii zonzer suo lì. E stato a Nona, justa i mandati ; lauda sier Domenego da Mosto, conte, si porta ben ; à dato li danari e moni-tion a Zara, e va di longo. Di Ruvena, di sier Antonio Soranzo, podestà el capetanio, di XI. Come el conte Cesaro di Picenini stava col signor di Rimano, qual è citadin de lì, li havia ditto quel signor Pandolfo Malatesta, esser zorito eri a Zervia, acompagnato dal populo fino a la barella, cridando: Pandolfo! eie. Et ditto signor era stà contento dar la terra al ducha di Valentinoys, vederi,lo non la poter mantegnir; et questo, perdu-chati F000, è stà contento renonciarli le raxon à in la ditta terra di Rimano a esso ducha. El qual signor va a Bologna, dove haverà lì li danari ; et suo fradel- lo, eh’è rimasto in la rocha, poi li darà la terra; zoè la rocha ; e ditti danari li dà per le artilarie. Et dice esso signor verà a Venecia. Et eri il governador di Cesena e missier Hercules Bentivoy, per nome dii ducha, corseno la terra, et fono far una crida : tutti li fideli di esso ducha debbino far fuogi tre sere davanti la porta; et esso podestà à spazà messi per saper di questo. El campo di ditto ducha era di qua dii piam di Fuligno. Item, à letere dii castelan di Castel NoVo, come li homeni de la villa di Dogaria, fa fuogi 400, si voria dar a la Signoria, dicendo alias esser stà solo Castel Nuovo; e cussi Maldola, lochi pur di Rimano. Li à scrito nulla fazi, et li debbi ca-rezar. Item, veniva robe molle lì ili citadini di Rimano et Faenza, ad habitar a Ravena ; e hanno tolto caxe'. El di Pexaro si dice quel signor si voi tenir forte eie. Di Ferara, dii vieedumino, di 9. Come il signor ancora non è tornato. 11 rnarchexe di Mantoa fu fin a Sermerie, e non vene più avanti ; ma domino Piero Zentil fo a Comachio dal signor, e va spesso su e zo. Di Faenza si dice, molti à sgombrato; missier Zuan Bentivoy vi manda fanti -3000 et 200 homeni d’arme; a Bologna, si fa provisione, e stanno con guardie; missier Zuane à mandato fuori parte dii suo aver sotil. Item, 700 pedoni di Lombardia, in burchiele, veneno per Po, vano dal ducha Valentinoys, sono parte vasconi e oltramontani, quali fono a l’impresa di Ymola e Forlì, e sono venuti senza dimandar passo; il signor è stà contento, e si scuri-trono in la dona dii signor di Rimano, veniva per Po suso, qual stè in gran pericolo, ma con bone parole fue liberata. Itera, la diferentia di tre luogi di quel signor ducha, zoè la Massa, Concelese et Santa Agata con Ymola, non à ’buto alcun fin. Item, de lì si dice, la Signoria s’intendi col papa, soportan-doli eie. In questo pregadi fu posto per sier Antonio Trun, el consier, e sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, li crediti fati a’ grippi, hanno servito in armada, armati di fuora, siano di niun valor, se non per parte presa in questo conscio. Et ave 20 di no, el resto di la parte. Fu posto per tutti li savij, scriver a li oratori in Hongaria una letera in risposta, in conformità di le diliberation zercha la liga zeneral; e quel re à torto a non la voler, dando nui ducati 100 milia, durante bello-, et dirli di legati electi a Roma ete. Et sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, sier Cabriel Moro, sier Marin Sanudo et sier Francesco Donado, savij ai ordeni, messeno fusse electo de proesenti uno solenne orator al re di Hongaria, di ogni luogo e ofi-cio continuo; non possi refudar, sotto pena di ducati 1000, oltra ete.; parti fin 4 zorni, con la comis-sion li sarà data. Parlò contra questa electiom sier Nicolò Trivixan, procurator, savio dii conseio. Rispose sier Lunardo Grimani, poi sier Francesco Fo-scari, savio a terra ferma. Rispose sier Francesco Donado, poi sier Pollo Capello, el cavalier, savio a terra ferma. Demum, sier Alvise Mocenigo, savio ai ordeni, qual insieme con sier Jacomo Cabriel fé lezer una opinion, disentida da lutti, et si rimosse, e introno con li savij. Li rispose sier Cabriel Moro.