639 MDXXVn, AGOSTO. 640 Doria, quoli di Zenoa ussite fuora con ‘2000 fanti . et fono a le mano con ditti Doria et li rupeno, et preseno dillo missier Filippino et ditto missier Ili-ronimo. Et questo fu heri al tardo. Et visto haver domino Andrea Doria questo scorno, se deliberò questa notte a bore 5 de investir l’armada-sopra-ditta era a PorloBno, et investì et la rupe immediato. Preseno 8 galìe con tulte le zenle, una di le qual butorono a fondi, et 6 barze preseiio carge di formento con tutti li bomeni erano dentro ; el resto li messeno in ferri ; et sopra le galle messe di le sue gente, el sono retirali con tutta Tarmala a San Piero in Arena, pensando immediate haver la terra, che cussi missier Andrea scrive a monsignor illustrissimo Lutreeh per sue lettere di questa noie. Et poi è venuto uno senza lettere, che parte da poi questa posta zerca 4 bore, che dice la terra era resa. Si aspecta di bora in bora la certezza, che altramente non poi venir. Questa è stata la mior nova che potesse venir ; et essendo il clarissimo Pe-. xaro el nui da Monsignor illustrissimo, gionse questa posta ; el qual mostrò haver la maior alegreza del mondo. Questa vittoria, sapiale certo, prima è slà data da Dio, poi per causa del magnifico Orator nostro, perchè è stato causa de mandar el signor Cesare Fregoso a quella banda con li 1000 fanti nostri, li qual gionse poco da poi la stretta di missier Filippin et Hironimo Doria ; et visto domino Andrea Doria haver quelli 1000 fanti, el forzo archibusieri, si deliberò di inveslir l’annata, di sorte che è seguita la victoria. Le qual nave qui se dicono, olirà li formenti esser molto riche di ullre robe, et presoni da conto. Credo domane partirmene et andar a la volla di Zenoa, secondo il disegno 426* v> scrissi. Monsignor illustrissimo Lutreeh pensava levar diman de qui con lutto lo exercito, per andar verso Zenoa. Hora se spera anderà a la volta de Alexandria, la qual si spiera di subito haver; sichè le cose procedeno a boi) camin, el si spera ogni hora di meio. Da Crema, del Podestà et capitario sier Andrea Loredan, di 15 Avosto. Mauda avisi hauli da lo exercito del conte Francesco da la So-maia orator di lo illustrissimo signor duca di Miian apresso monsignor di Lutreeh ; et copia di la lettera di domino Andrea Doria, et etiam lettere haute dal signor Zuan Paulo Manfron dal campo nostro. Et la lettera del conte di la Soniaia dice cussi : Hozi ad bore 12 siamo gionti qua. Havemo ritrovato l'a compagnia di monsignor de Stamps genero di Roberteto ad Tortona, quale ne hanno fallo scoria fin al campo. Monsignor di Lutreeh è venuto incontra sin a uno tratto di ballestra fori dii campo. Il magnifico oratore Pexaro gli ha fatto re-reverentia, et io il medemo cum le reeomandalio-ne eie. II Bosco è reso, salvo la vita di le persone, il resto a discretione. Li lanzineeh andarano in Alemagna per il camino de sguizari accompagnati da sguizari ; li spagnoli andaranno per la Linguadocha in Spagna ; li italiani al volere di monsignor di Lu-trech. Domane suplirò a quello che il tempo mi lassa mancare hora ; basta che per le prime sono bone, et credo si harà di meglio. El a Vostra Ma-gnifìcentia di core mi ricomando. Da Figarolo a li 12 de Avosto 1527. Illustrissimo et excellenlissimo Monsignor, monsignor nostro observandissimo. Beri nel lardo, et de consenso de li signori Gran canzelier et ambassator di lo Imperator et duce de Zenoa, fui chiamato io Andrea Doria da parie di quella città, a causa di praticar meco la recuperatone d’ essa per la maestà del Chrislianissimo. Andai al loco deputato, et per non esser alora anchor conclusa la comissione di la università, fui richiesto aspettar fino a questa mattina. Aspettai, et a l’hora determinata sono venuti da me in galera li commessi da li deputali di quella, a causa di salvar quel poco resta a la consunta cillà hormai fin a l’ultimo, cum ritornarla al servitio et devotione de la Maestà predetta ; al che far li ritrovai molto pronti, chi per amor et affectione, chi per timor vedendo il fatto loro disperato ; sichè solo accadette ragionar del modo. Fu concluso, che lornariano là dentro dilli deputati, et mandarino da Sua Excellentia uno o doi cum possanza a farli reverentia et darli obe-dientia per quella città, ne la quale, quantunque sia nato et citadino, che mi astringe pur assai et compatirli et haverli pietà, nondimeno faccio certa sua Illustrissima Signoria che principalmente ricorderò quel, che sono al servitio del re Chrislianissimo et honor di Sua Excellentia. Et così d’ acordio ricor-damo, aciò che così come sarà ditto, che per quella