1573 mccccci, non siano sta richiesti da la Signoria nostra; oferen-07 Veneno li patroni di Fiandra, sier Alvise Pasqua-ligo, qual à do galie, e sier Ferigo Contarmi, in Iodio dii qual è sier Fantini Querini, dolendossi di la parte di le lane li dà danno eie. Jo parlai eie. Fo scrito por colegio a Udene, porche li oratori di la Patria fono in colegio, a dir non poteano patir l’angaria di soldi 5 per campo ; unde fo scrito al luogo tenente, dovesse soprastar di la exation eie. Et perchè era in colegio varia opinion, di far patron dii barzoto o zenthilomo o da puovolo, andò do bosoli a torno, et fo XI di far nobele, et 9 po-pular. E fo preso far zenthilomo. Eliam fo leto alcune conditiom, con le qual ditto patron sarà electo. Noto, in questa mal-ina, in le do quaranlie civil e criminal, per el piedar di sier Lucha Tran, fo sy-nicho in Levante, fu preso di retenir sier Francesco Bembo, fo.....e provedador a Modon, quondam sier Zuane, por alcune manzarie fate eie. Ave 38 di retenir, 17 di no, et 11 non sincere. Ilem, vene in questa terra uno turcho dii Zante, fuzito, qual si voi far cristiam ; dimandava provi-sion. Non fo aldito in colegio. Di Zara, di reelmi, di 5. Come le galio grosse, vien a disarmar, à voluto biscoto ; li ha convenuto dar quello haVeano ; ergo eie. Da Durazo, di sier Vineivera Querini, baylo et capelanio, de 25 fevrer. 11 loco è debile ; le mure minazar ruina, pmeipue nel castello di sopra ; è ca-scliato a lo citadele un pezo di muro ; à per explo-ratori, turchi si prepara andar in 3 lochi, versso Scutari, la Morea ol lì ; li aspetano ; quelli è impauriti e mezi disperati, è stà dipredati, anno mandato dal zeneral. Lui à dato principio amicarsi li vicini timarati, e za comenzano portar viluarie ; voi aver trieva o pace con jadronici, eh’ è li primi e più potenti vicini. Ilem, ozi, venuto lì turchi 200 menò via do di la terra e assa’ animali ; lì è sier Andrea Bondimier, amalato febre pestilential ; sier Alvise Dolfim ozi è morto lì ; fè l’intra’ a dì 22 ; voi da-nari eie. Da poi disnar fo conscio di X. Vi fu el principe con zonta di colegio et altri ; credo tratono qualche risposta in materia paeis , per via di Bagusi eie. La cossa secreta, ita judivo, per ea qua: vidi. marzo. • i r>74 A dì IH marza. In colegio vene lo episcopo di Bossi, por caxon di certe decime; par sia debitor ; tamen à soriture ili satisfaciom ; par el podestà proselito di Trovixo prometcsse por una abatia a suo lìol eie. Vene l’orator di Franza, e ringraciò sier Hiro-nimo Donado, dotor, va orator al re di romani, esser li venuto a tuor licentia eie. Poi disse alcune cosse particular, pg" merchadanti milanesi. Vene uno nontio di madona Catarina di Gonzaga, fo moglie dii signor Rodolfo, con letere di credenza, date a Lucera, a dì 25 ; è nominato Zuliam Borgo, qual eliam portò una lclera di missier Zuan Jacomo Triulzij data a Vegovene, soto scrita : Joannes Jacu- ii us Triulzius, marchio el Francia} meraschalchus, per lafliial dimanda la provision el dote di sua nuora, juxla la promessa fata per la Signoria nostra. Et ditto mosso expose modeste, havendo lij moglie, fo dii signor Rodolfo, maridata sua fiola nel conte de Misooho, fio! di missier Zuan Jacomo, pregava la Signoria nostra volesse darli la dola, justa la parte eie. Li fo risposto per il principe bone parole, et si vederia ; et fo visto la parto, la qual non spccifi-chava elio quantità ; ertju eie. Vene sier Ilironiino Donado, el dotor, et tolse combiato ; si parte por andar a Udcne, a la legatimi sua ; el lì leverà il suo colega, e si redurà a Pordenon. E noto, licei nel conseio di X fusse preso la parte, tamen non si trovò chi fesse la promessa, el si convene, el zorno soquonte, balotar darli ducati 200 di più, et ducati 50 por coriori. Da poi disnar fo grani conseio per li avogadori, per il caso dii Basadona. Parlò domino Venerio, doctor, avoehato, por lui, et compite. Non li fu risposto per l’hora tarda ; rimesso a doman a ex-pedir. Et il colegio si rodusse, e fo alditi li patroni, olim stati al trafego. A dì 19 marzo. In cologio, da poi la prcdicha, G07 * non fu el principe. Vene l’orator di Napoli. Disse aver avisi di Alemagna, di 8, come il re andava a Nolimberg, per asetar quelle cosse di la dieta, et che l’orator dii re di Franza li feva gran parlidi ; non haveva voluto confirmar la trievc ; poi volse cosse particular. Fono alditi sier Piero Morexini, avogador, qual disse non si voleva impazar di la condanason di sier Bernardo da Canal, olim podestà in Antivari, et aldito sier Jacomo, suo Gol, voleva fusse comessa a qualche officio. E a l'incontro sier Stefano di Prodi, orator di Antivari, che questi ducali 500, era dii so-