00 siccccc, • passò di do ballote ; fo soto sier Bendo da Pexaro, fo consier .-Item, fu lato savio di terra ferina, in luogo di sier Piero Balbi, è intra savio dii conseio, sier Zuan Francesco Pasqualigo, dolor et cavalier, fo savio a terra ferma, qual era in caxa, non si poi muover da gote, di una balota eli sier Zorzi Emo. Et il Molim immediata introe, et è ordinato. Da Crema, di sier Hironimo Bon, podestà et capotatilo, di 3, a hore 11. Come mandava uno corier a Milan, per saper di novo ; et scontrò alcuni balestrieri, diceano esser partiti di castello, et che il signor Ascanio, Cardinal, era intrato in Milan, et che lui sentì trar bombarde, et che intrò domenega, che fo a dì 2 dii tnexe, el zorno di Nostra Dona. Et questa nova, per esser granda, lutti stava di haver qualche expee-tation et [etere di Milan ; tamen non vene. Steteno fin borre V. Et fu preso di far 3000 pròvisionati, et far uno provedador in Lombardia, a presso sier Christofal Moro. Et fo scrito al signor Bortolo d’ Alviano, è a Rimano, si parti et vengi in Lombardia. El zercha il far di fanti fo disputatoti. Parlò contra la parte sier Antonio Trun, qual aricordava si facesse sguizari 4000, come è la ubligation si ha con il re di Pranza, e non questi, Pur fo preso di farli. • Di Romagna, Si have, come d ducha di Valen-tinois con le zente sue italiane era restato versso Fan, et quello voleva haver, eli’ è loco di la Chiesia a presso Rimano, et aspectava Vitelozo Vitelli, che venisse da lui, qual era in bordine con zente contra fiorentini, per vendichar la morte dii fratello. A dì 5 fevrer. In colegio, per via di Bergamo, fo verificilata la nuova di l’intrar Ascanio in Milan, et era intrato oculto, et il secretario nostro, Zuan Dolze, non si trovava, et si credeva o ver fusse in castello, andato con missier Zuan Jacomo, o ver stato morto, et che tuto Milani era in arme. Item, inlisi havia messo le man su Bernardin da Corte, fo castellani, et quello era preso. Item, die a Como, monsignor di Lignì, et il iìol di missier Zuan Jaco nio, erano stati presi, et erano ini poter dii signor Lodovico. Le zente francese tutavia vieti, sono ini parmesana, a dì 6 sariano a Milam ; pur da Milan ninna nova si ha. Danari fono mandati per far li fanti, et il conte di Pittano scrive anderà sora Adda con la persona, ma a levar le zente voi do page, ergo eie. Ma il Carazolo, capetanio di le fantarie, scrive non voler far li fanti lì, perchè fuzeriano, ma anderà in Lombardia con quelli ha, et non sarà zonto che farà quanti fanti vorà, e non buferà via i danari di la Signoria nostra. febbraio. 100 Dii marchexe di Manloa nulla si ha. À mal animo contra la Signoria nostra, et credo, potendo, faria novità. Si tien mal contento di Franza. Da poi disnar, fo conseio di X con zonta, di danari et di colegio. Et in questi zorni in colegio fu fato cassier di colegio, in luogo di sier Piero Balbi, era intrà savio dii conseio, sier Marco Zorzi, savio a terra ferma. Eri gionse qui sier Alvise Marzello, fo capetanio di le nave artnade, qual a dì... si presentò a le pre-xon, e fu posto in 1’ Orba, che non ussisse. È da saper li Grimani, in questa matina, davanti li avogadori parlò sier Vicenzo Grimani, che fece lagremar tutti, pregando suo padre sia menato et expedito una volta; et streti insieme. Sier Nicolò Michiel è di la opinion, ut supra, di menarlo a gran conseio ; et sier Marco Sanudo e sier Polo Pixatti, ini pregadi. Et cussi voleano andar a la Signoria a dechiaration, e veder qual conseio li vorano dar. Ma il Michiel non volsse; ergo anderano doman. Eri fu preso im pregadi di dar quest’ altra seti-marta il pregadi a li syndici di qua dal colfo, et vo-leno menar sier Bernardo da Canal, et dicono otti-nino li darano confim perpetuo eie. A sier Fantin Moro veramente tochò al colegio, a sier Fantin da Pexaro et sier Luca Zivran, eonsieri, sier Francesco da Canal, cao di 40, sier Nicolò Dolfin, syndico, sier Nicolò Zustignan e sier Sabastian Zen, signori di note, et a sier Alvixe Loredam, fo a Monopoli, li deteno capitoli, come ho scrito. Da Cremona si have letere, qual vidi, di sier Nicolò Foscarini, dì 3. Come era venuto uno da Pia-senza, che quella terra era in arme, cridaudo : Moro ! E fo posto una bandiera, un moro vestito d’oro in campo zallo, con 7 davanti vestiti di negro in zeno-chioni, e lui havea la man su la testa a tre di lhoro, quasi perdonandoli. Item, che le zente francese, venivano di Romagna, erano sul piasentino, el non andavano di longo per caxon di tal novità. Era opinion volesseno tornar, e passar Po sul nostro a Casal Mazor. Da poi disnar, fo conseio di X con zonta, di danari et di colegio. Et tra le altre provision die feno, preseno di far im pregadi castelam a Cremona uno altro, qual stia insieme con questo vi hè, con li modi ut supra, et vadi con... nostri marinari. A dì 6 fevrer. Da matina, vene nova di le cosse di Milani. La verità de l’intrar a dì do, dii Cardinal Ascanio, Hermes, fu fradello dii ducha Zuan Galeazo, et Galeazo di San Severin con 7000 persone. E luta la terra era per lui. Fu posto a saclio la caxa dii secre-