1567 MCCCCCl, MARZO. Dei grafia romanorum rex semper augustus, Ilmya-riue, Dalmatici:, Chroatiw eie. rex, wrchidux Austria!, Burgundice, Barbanliae ac Geldrice eie. dtix, coines Flandrice et Tirolis, illustrissimo Angustino Barbadico, venetorum duci nostro, ac sacri romani imperii fideli dilecto, gratiam nostrani regiam et ornile banani. Illustris, fìdelis, dilecte eie. Data No-rimberg, regni romani XV, et llungarios XI. Et in line liUerarum è sotoscrilo : Bertoldus, archiepi-scopus magujitinensis. Da Ferara, dii vicedomino, di 13. Manila una letera, abuta di monsignor di Aiegra, in risposta di soa ; e il messo la portò, dice in campo esser carestia, non prenderiano uno casal, et esser gara tra francesi e spagnoli, e stano seperadi, e tallior si ata-chano insieme. Spagnoli sono alozati tra Forlì et Rossi. Ilem, quando Faenza prende qualche spagnol li fa impichar, et francesi li lassa ; dicQno esser servitori dii re. Item, el ducha è andato di Ymola a Forlì. Item, ricevete una letera uoslra zercha i salii ; è amalato ; .mandò il suo cauzelier dal signor a dimandar li danari. Rispose, non aver auto salii, jusla la promessa ; tamen parlerà col fator, el vederi. Ilem, quelli populi de lì sono mal coutenti, per caxon ili una altra colta generai à posto il signor, olirà quella di le mure ; adeo vien a pagar ducati uno per extimo. Item, quel signor ozi fa far precessioni, per certa inspiratiom abula, et cussi farà doman per la terra. Di Codignola, di monsignor di Aiegra, di XI. Dice 0 ha di novo ; à avisi di Franza, il roy è andato in Borgogna, e fa venir zente di qua ; e, fato 1’ acordo col re di romani, verà in queste parte, per visitar li soi amici ; si ofersse eie. Da Vicenza, di reclori, di 13. Manda un aviso di quel Christofal Paiello, di X, da Trento, che il conte Zuan Antonio di la Somaia è venuto lì ; à dito a’ milanesi stagi di bona voia, il re verà a l’impresa di Milan, et non acela le trieve col roy, e à manda uno araldo al roy, a dir voi lazi bona compagnia a’ milanesi, come prima. 605 Di Antivari, di sier Piero Tiepolo, podestà, di 25 fevrer. Dimanda sovention di biave. Dio perdoni a chi fa pericolar tante anime, et far tardar a • le provision per il suo diversso scriver ; el che ogni dì combateno con turchi, et quelli subditi è reduti in extremità, e per la fame più non pono durar ; et è fameie 200, eh’è zorni 15 non hanno aulo pam di alcuna sorte, solum viveno con erbazi salvadegi, e pur fosseno lassati arcoglier, ma por la fame usseno di la terra; tamen son disposti a morir et patir tut- to. Et quella terra è varia di le altre; sta a speranza di Dio. Et a dì 30 dii passato, hessendo andati fuora a luor erbazo, vene la corte dii sanzacho con lanze ¡300, et piòno 4 citadini ; uno amazò e portò la testa via; e si non fusse stà fate le fosso, più di 100 venivano presi, perchè le fosse non lassava coror ditti turchi; et restò di turchi più di 50 cavalli, e fa amazà el canzelier dii sanzacho, con do altri cortesani a la scharamuza ; et el dì sequente, el sanzacho fè venir davanti dì lui li 4 vivi et quella testa, digan-doli : Antivarani, perchè non vi rendete al mio signor. Non vi lasserò dipredar, e vi darò provisiom. Rispose : Signor, non ne basta l’animo a far questo, perchè tutti antivarani hanno zurato, finché un solo dura, morir per la illustrissima Signoria. E il sanzacho statini li fè taiar la testa. Lì qual, morendo con tanta devution e fideltà, quanto fusseno stati martori ; e le teste fono scorligate e impite di paia, et per el subassì fo mandate a la Porla. E da quel dì fo amazà li diti in Scutari, fo inletà il morbo, e ne more al zorno X in 12. È miracolo. Del dillo, di 26. Scrive mal, tacile, di sier Andrea Michiel, provedador di Albania, e manda uno nontio di antivarani qui a posta. Quelli subditi è in extrema calamità ; voria, per li odij è lì, la Signoria mandasse uno scrivan a far processo ; e, non trovando l’oposito, si sotomete a pena lalionis. Ilem, fo mandato de lì ducati cento, di qual 40 fo dà a’ soldati, et 60 tene quel castelam in borsa. E il provedador mandò a Gortu, a tuor uno cargo di sai, di mozeti 3500; li mandò a vender a Ragusi, e fo venduto ducati 60, che de fi si poteva vender ducati 350. Li qual 60 ducati dote a’ soi famegij. Ilem el retene stera 1000 fomento, e scargoli in la terra, e messe man a quelli, era stera 130. Ilem, lassò di prexon uno Stefano Armani, subdito dii turcho, spion, senza examination, qual poi à fato gran danni fi in Antivari, e a Dulzigno. Item, fece il castelan, camerlengo, e cargo la camera di spesa ; et lui podestà nulla à trovato ; à impegna li vestimenti di la sua dona. Item, a nulla esso provedador provede, solum a far conventicule eie. ; e va dicendo assa’ mal di lui. Et lui podestà dice, haver fato apicliar 9 pastrovichij, e amazar 20 marchovichij. Di novo, che il sanzacho, è soto Scutari, li è stà fato più comandamenti vadi a la Porta ; non voi andar ; si scusa che il signor Schanderbecho di bora in borra' sì aspeta ; sta con custodia tuto il paese, e aspeta la venuta di ditto Schandarbccho, come li santi padri in limbo aspetava. Ilem, à il sanzacho haver mandato a la volta di Venecia uno corlesam, fo dii si-