MCCCCC, SETTEMBRE. 784 tia a tuor li ducati 800 dii gropo di patroni ; et cussi sentamo al bancho, tamen non era zurme, e questo perchè dubitava ir in armada. Et etiam è da saper, che sier Marco Antonio-dà Canal et sier Zorzi Trivixam, sopracomiti, ha-veano messo bancho, tamen non era homeni ; pur ne veniva per zornata di terra ferma, i Ancora questa matina vene in colegio il oastelam di Cremona, domino Piero Antonio Bataia, qual si offerisse andar fin a Cremona a far fanti ; aricorda sia tolto Badino, qual à gran fama. Ilem, è molti bandizati, andono a servir il Moro, veriano a servir et esser asolti dii bando. Molti di colegio sentiva, altri no. Da poi disnar fo pregadi, et fo gran pioza. Vene il principe. Fu fato uno provedador sora la exation, in luogo de sier Francesco Foscarini, era intrado sora i gastaldi. Rimase sier Nicolò Michiel, doctor et cavalier, procurator, di una balota, da sier Francesco Bernardo, fo consier ; poi sier Francesco Bar-barigo, fo in Cypro, sier Hironimo Orio, sier Hiro-nimo Duodo, sier Francesco Foscari, quondam sier Filipo, el procurator. Non si provò sier Polo Barbo, per esser rimaso a Cremona, e sier Tomà Lion, per esser intromesso. Di Milam, dii secretano, di XI. Come quella malina era partito de li monsignor di Obignì, vien per aqua a Ferara; non se intende la causa. E partito sotto sopra etc. Fu posto per tutti li savij scriver al capetanio zeneral, che, atento le do nave è innavegabele, come lui scrive, se li par le mandi a disarmar, Ilem, l’armada yspana verà li ; che li fazi ogni comodità et salvo conduti ad alcuni è contumazi, e li provedi di porto eie., facendoli optima compagnia. Ave tutto il conseio. Fu posto per tutti, ut supra, far per gran conseio, per scurtinio et do man di eletion, uno avoga-dor di comun, per uno anno, poi intra ordinario. L’oficio suo, far saldar casse, scansi, spexe di offi-cij ; sij sopra al colegio eie., come apar in la parte. Andò in renga, e lamen non la contradixe, sier Antonio Trun, ma voleva non stesse, se non per quanto pareva a questo conseio. E sier Antonio Venier, savio ai ordeni, qual fo auctor di questo, li rispose. E fo mormoralo non poteva poner tal parte. Et è da saper, il primo parlò sier Piero Morexini, 1’ avo-gador, dicendo far gaiardamente l’oficio; tamen laudava ogni provisiom. Or fo rimesso a uno altro conseio, perhò che era mala parte. Fu posto per sier Jacoino Cabriel e sier Antonio Venier, savij ai ordeni, cometer la rivision di conti di governadori, stali su le galie grosse, e altri, a sier Hironimo Capello e sier Francesco Foscari. Et Jo, Mariti Sanudo, missi, fosseno visti per sier Gasparo Malipiero e compagni, provedador sora i conti di ambasadori, ai qual è commesso 1’ oficio di tre savij revedeva le cosse di mar. Sier Hironimo Capello si scusò, non poteva far l’oficio. Andò le parte : 0 fo non sincere, 3 disse di no, di quella di do savij 23, di la mia 118. E fu presa. A dì XVseplèmbrio. In colegio vene sier Lorenzo Gradenigo, oficial a la ternaria vechia, e fè butarle tessere di li merchadanti, sono obligati me-ter oio in ternaria. Erano numero .... Vene l’orator di Ferara, dicendo aver inteso de qui, si dice a Ferara esser fato festa di la perdeda di Modon. Dice non è vero, e mostrò una letera, di 9, li scrivea il signor, dii cordoglio auto, et si dovesse doler a la Signoria, oferendossi eie. Li fo risposto, non vardasse. Vene 1’ orator di Napoli, dicendo haver letere di 3, dii re, si duol di Modom, voria la christianità uniti si movesse contra questo cane ; lui non poi etc., ma à mandà in Spagna il contracambio di 1’ orator suo, li à comesso ne parli di queste cosse turchesche. Ilem, disse di certo caso seguito, di uno suo cuxin, studia a Padoa, è stà ferito ; sia scrito a li rectori caldamente. Prima il principe disse : L’è ben vero, tutti li christiani si doveria mover ; avisandovi etiam Coron è reso ; e ordinato la letera. Poi esso orator disse : Serenissimo principe, ho letere di Elemagna, di 9, come li oratori partino a dì 3 per Franza, qualli 31 sono : domino Henrico et domino Gualtier conte di Naxò. Ilem, di la trieva con il roy, nulla li scrive ; et il re andava a Yspurch con 20 electi al governo di l’imperio; et l’arziepiscopodi Maganza, et il du-eba Federico di Saxonia, andavano a Nolimberg, a poner bordine a quello era stà decreto in la dieta ; dove verà il re poi. Poi disse de certi homeni, di uno secretano dii re andato in Alemagna, erano stà retenuti da li rectori di Verona ; prega siano rela-xati, che quelli dii re vanno per le terre di la Signoria, come per quelle di la regia majestà. Fo ditto si scriverla, fenzando non saper. Da Brandizo, di sier Filippo Salamon, caslelan dii Castel Grando, di 29. Come quel castello è nudo di monition e vituarie, e si provedi. Ilem, à per uno venuto di Napoli, come 1’ armata yspana verà lì ini porto, e torà quella terra ; per tanto si provedi. Et Jo fici balotar alcune munition ; et ordinato per el principe mandi la paga balotà a li fanti, et