ODO ilCCCCC, AGOSTO. 700 Ausi di Pranza, di 14, da. Monlaryis, di uno Antonio de Saxion> Par sia amico dii roy, e mandò la confirmation a Bologna. Monsignor di Arlcs li fa bona ciera ; e il roy disse : Spero, missier Zuanne sarà bon francese. Et soa jnajestà. à rispeto a la Signoria in materia de Rimano et Faenza, acciò non rompi la fede. Ilem, de lì è uno homo di Videlli, per veder che volta piglierà questo mondo, per te-nir oferto al roy a l’impresa di Reame. Dice Vitelozo e Orssini djsuade il papa contra Pesaro; e a Rimano 280 voriano andar adosso a Fiorenza, Item, è zonti do, mandati da’ fiorentini, offereno al re depositar certa summa di danari, et soa majestà a suo spese fazi l’impresa di Pisa; aliter non voi spender. Ilem, uno canzelier di Pandolfo, per li senesi, vene soto monsignor di Arles, praticha àcordo, et se indurà a basar il manipulo. Ilem, uno di oratori pisani è ritornato qui dal re, sotto nome di altri ; et li do oratori lu-chesi sperano ancora tornarvi de breve. Li do oratori dii re Fedrico sono in camino per qui ; spera aver miglior pato, che non fo za do mexi, per esser venuta 1’ armata yspana in Sicilia. Ilem, el signor Zuan Zordan Orssini è de lì non molto contento ; à oferto 500 franchi al mese, e seguitar la corte. Ilem, el Cardinal San Zorzi à uno suo, opera che il roy conforti il papa a dar ricompensa a quelli di Forlì ; non sa che fruto farà. Et il signor missier Zuam Ja-como è de lì, et per far cardinali, andò a posto missier Antonio Maria Palavisino a Roma. Ilem, qui è ditto, è morto la ila dii re di Spagna ; resta quella di l’archiducha di Borgogna, che sarà la princessa. Vene lo episcopo Dolze di Limissò, executor di le decime dii clero, et parlato zercha la execution di tal danari. Et fo ordinato sier Sabastian Marcello, sopracomito, meti banco. Da poi disnar fo gram conseio. Et vene il principe, eh’è assa’ mexi non era venuto a conseio. Et re-duto la Signoria, vene davanti sier Pollo Calbo, fo patron in armada ; et presentato a le prexon, con parole alte, dicendo aver fato assai, et sta im pre-xom ; et mostrò una bandiera turcha, che ’1 prese combatendo, e per li soi carati è cussi meritato. Ilem, fo chiama li avogadori, et ordinalo lo expedi-scano. Fu leto, per Zuam Jacomo, nodaro dii conseio di X, erano capi sier Bortolo Vituri, sier Marco da Molin e sier Anzolo Trivixam, una parte vechia, presa nel conseio di X, 1496 a dì 12 niazo, contra l’arte di la sodomia ; et che le rufìane di tal me-stier siano brusate eie., ut in ea. Ilem, una parte eri presa nel conseio di X, con- ira quelli biastemano Dio e la Verzene Maria e Cliri-sto, zoè che, per la prima volta, sia bandizà per do anni di' Venecia e dii destreto, e pagi lire 200, e, si l’è zentilomo, sia privo di oficij ; la 2.a volta siali duplicata la pena e, rompendo il bando, stia uno • anno im prexom, pagi lire 2000 a chi ’1 prenderà, si non arà de che pagar, pagi di danari di la Signoria, et sia spazà per il conseio di X ; non si possi far gratia se non per tutti dii conseio. Ilem, quelli bia-stemerà li santi e sante, li signori di notte li punissa, et non li possi farli gratia soto pena di sacramento, ma li spazi, juxta la parte 12 zener 1485. Ilem, una altra parte presa, ut supra, pur contra la sodomia, come in la parte vechia, el capetanio dii conseio di X poteva retenir vedendo disparita insieme, e vadi su volte, soto portegi etc. A hora è stà preso, quelli userà con maschio o femena, siano brasati tutti do, o vero con vechij, e siali prima taiato la testa ; e quello o quella incuserà, siano ab-solta ; et li mezani o mezane cadi a la ditta pena, videlicel li maschij da anni 20 in suso, et le femene 280 ' di anni 18; in reliquis siano banditi, salvi li casi da esser termina per il conseio di X. Item, che quello sarà retenuto, se li possi per il colegio inquerir con chi l’à usato tal vicio, e sia creto ; uno che acu-serà, provando la verità, babbi ducali 100 eie., ut in ea. Ilem, leto un’altra parte, presa ut supra, che le femene [lutane e rufìane non possi tenir fanzuole di mancho de anni 12, soto pena etc.; e tute parte dice de ccetero, et siano publicate dite parte su le scale e in gran conseio. Poi fo leto per Gasparo da la Vedoa, secretano, la letera dìi zeneral, di la perdeda di Modom, e quella di Corfù scrive non è perso. Item, una letera copiosa di quelle nove scrive Todarin da la Volta a sier Antonio Cocho, data........... Et poi il principe si levò, et parlò exortando a tutti far justicia indifferenter ; e disse dii dolor avi eri, inteso tal pessima nuova, quasi non crepò. La sera poi fo alquanto consolato, dicendo : Dio voia non sia vero ! Et concluse, exortando tutti a pagar le sue decime, tanse, e quello sono debitori a la Signoria, acciò si possi mantenir il stato. Et colegio in questo mezo si reduse a consultar, et leto : Di Cypro, teiere di 24 mazo, cosse vechie. Turchi de lì dannizano, e fono a l’isola a certo loco, e turcomani non li lassò smontar. Item, scriveno nove di Damasco. D i Brexa, di sier Domenego Bertelo, capetanio