733 Mccccc, settembre:. 734 dissima amaritudine udite, adeo tutti sospirava ; et per esser l’hora tarda, e quasi tutti perssi, non fu fato alcuna provisiòn, solum se diceva : Senio spa-zadi! Et comparsi dal principe, aricordando fusse comandato credenza di le particularitù, exéepto dii perder di Modom e dii Zonchio, acciò la terra non se atrislasse più, e fusse retenute le lettere particu-lar per doy zorni, et cussi conzono a la Signoria, et ordinò stretissima credenza. E venuti zoso, la corte era piena; tutti venivano muti et di malia voia, che in verità non so chi non avesse fato lacrimar ; niun parlava, tutti si doleva, et, in conclusion, la terra universalmente have più doia che l’habi auto mai, da poi la soa edification in qua ; perchè Modom fu edifichato per vénitiani, et è una porta di Veniexia; unde il colegio, videlicet li savij dii conseio e di terra ferma pasadi et presenti, erano molto menati- per la terra, di le poche previsioni fate; non perhò che nui savij ai ordeni non fossemo excusati e laudati, dicendo volevamo proveder, e lhoro non lassava. A dì 5 setembrio. In colegio, in questa matina, fu cavato Zaneto Draganelo, fo paron di sier Valerio Marzello, di camera, per haver ditto la verità, licei non dovea fuzer ; e chiamato davanti il principe, fo admonito andasse con galie in armada, per esser valentissimo homo; et cussi promisse di far. Vene l’orator di Franza, al qual fo comunichà tal accerba nova. Disse : Serenissimo principe, scri-vemo al re; si bisogna, anderò per stafeta, acciò provedi; dimostrando haver grandissimo dolor. Vene lo episcopo de Tioli, orator dii papa ; et diteli per el principe eliam tal nova, si dolse, dicendo scriveria al pontifice, et, parendo a la Signoria, an-deria fino a Roma a persuader il pontifice a proveder. Et cussi fono questa sera expedite letere a Roma et in Franza con li sumarij ; lamen non andono fin d zorno sequente. Fu consultato di le previsioni, far provisionati per mandar a Corfù, Cataro e Brandizo ; e fo expe-dito alcuni contestabeli. Item, balotà mandar una nave, carga di legnami et agudi, al capetanio zeneral ; parlato di trovar danari, et expedir la materia di Hongaria ; et comprar tormenti et megij per deposito in questa terra, non è si non ben fato. Vene li governadori de l’intrade, sier Antonio Calbo, sier Bernardo Bembo, doctor et cavalier, e sier Thomà Mocenigo, per il dazio dii vin, qual tuta-via si afitava ; et 1’ anno passato fo ducati 56 milia, 1 ave sier Francesco Pizamano, ne à cava 68 milia, à di spesa“5000|ducati, sì che vadagna assai ; e questo anno è a ducati 59 milia et 9000; et consultato è pocho priexio, debino andar su l'incanto el incantarlo a ducali 80 milia in zoso, e non lo dar mancho di 70 milia. In irò li cai dii conseio di X con li provedadori di le biave, et mandono ducati 5000 a 'Frani per bi-scoto per F armada, e altri 5000 secrete per comprar fermenti o vero megij eie. ; eliam li capi fono lezer, come judicho, una lctera abuta da sier Marco Antonio Contarmi, governador dii castello di Corfù. Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe. Posto la parte, per sier Domenego Polani el consier, di castigar li capitoli di Hongaria, et balotarli a uno a uno, et scriver a li oratori concludino. Eliam sier Polo Pixani, el cavalier, savio a terra ferma, fu di questa opinion. A F incontro fu posto per li savij dii conseio, terra ferma e ordeni, scriver a li ditti oratori, biasmarli non habi exequito quanto con il senato li fo scrito, et desistano di la liga zeneral, et che havendo quella majestà con la christianissima majestà di Franza fato trieva, con nostra inclusione, eramo contenti aspetar, maxime hessendo un capitolo promete non far trieve col turcho, e licentiar il suo orator ; tamen senio in quel voler, di darli per la noslra portiom, a conto di la liga zeneral, ducati 100 milia. Parlò prima sier Zorzi Emo, savio a tera ferma, et narrò alcune cosse di re Mathias, quello fece, prese Jayza eie., se li dava solum ducati 60 milia ; suo padre fo il primo orator a concluder la liga, danando F opinioni dii Bollani, et eramo in F inverno, ne bisognava li danari ; lamen a conto di la zeneral, è bon. Or sier Domenego Bolani andò suso, fo longo; tamen disputò ben la sua opinion. Li rispose sier Constantim di Prioli, savio dii conseio. Poi sier Alvixe da Moliti, dicendo era tempo di far altre provision prima, et ne aricordò assai, e maxime a trovar danari ; laudò perhò acordarsi col re di Hongaria. Et il principe parlò, e difese il colegio, et disse le provision questa matina si volea far eie. Or il Bolani e Pisani si tolseno zoso di F opinion, et messeno de indusiar. Andò le parte : 3 non sincere, 2 di no, 57 di F indusia, 130 di savij. E fu presa. Eliam se li dà aviso di la licentia data per il roy a li oratori turchi. Fo messo ancora per tutte tre man di savij, di scriver una optima letera, e ben ditata, a F orator nostro in corte, acciò la comunichi col pontifice ; ma fo coreta, e ditto si scriverà al papa, al re di romani, al re di Franza, al re di Spagna, al re di Portogallo, al re d’Ingaltera, al re di Hongaria, al re di Napoli, a Farchiducha di Bergogna e al ducha di Ferara, et etiam a li electori de l’imperio, mutatis mutan-