MCCCCC, DECEMBRE. 1224 quelli di la terra andono a vederla per miracolo, et \ subito el signor mandò per tuti li proti maistri è in | Constantinopoli, e li comesse subito andasse a Sinopi, eh’ è una terra in Mar Mazor, che li fesseno 30 galìe grosse simile a quella, e doveseno far taiar i legnami. E diti protlii rispose, non saveva far cussi polita, nè cussi apta, perché li lavori si fano a Ve-niexia era tropo belli, e non si potea cussi facilmente inmitar. Elìam fo menada la galia sotil Malipiera, qual esso Matio cognobe a le arme, di la qual si fazea per turchi grandissima alegreza, e molti andavano a vederla, e pagavano un aspro per vederla. Item, che ’1 signor ordinò, tute le galie e fuste fus-seno conzade e repezade al meglio se poteva, e subito dete principio a dicti navilij. Item, per li homeni di Lepanto e Coron, tuta quella armada era peotada, 481 et molti de li ditti erano pedoti. Item, che l’armada dii turcho intrò in streto con grandissima paura, per le galie di la Signoria nostra, che l’havea sequita fin al streto, e che niun navilio ardiva partir da Constantinopoli, per paura di ditte galie, e che molti navilij, che erano cargati de marchadantie per Syo e altri luogi, havendo inteso il sequir sopraditto, discargono le merchadantie per paura. Item, dice ha inteso da’ turchi, la soa armada esser partida da Napolj di Romania, per caxon che havea inteso che la nostra armata veniva a quella volta, per trovarse con quella, e venia elium l’arma’ di Pranza per con-zonzersi con la nostra, e andar insieme conira quella dii turcho, e tal aviso se dizea, turchi baverlo auto dal re Maximian, el qual li havea scrito difusamente il tutto; e che, visto el sequitar di la nostra armada, deteno fede a quanto Maximian i havea avisato, e subito se levono da Napoli ; e, si non havesseno auto tal aviso, haveano deliberato di combater Napoli. Item, dize che Carnali havea domandato al turcho X galie e qualche fusta, per assecurar i navilij soi, azò i potesseno navichar, et per poter etiam andar in corso; e fin bora crede el sia ussito fora. Item, che è gran peste a Constantinopoli, e tuti li mercha-danti venitiani sono in uno castello verso Mar Mazor, e fo menato el castelam da cha’ Cabriel di Mo-don, con una caxacha de pano d’oro, e uno soraco-mito, a juditio suo crede sia sier Valerio Marzello, in dito castello, e, per quanto l’intese, sier Andrea Griti era vivo, e a lui e luti li altri merchadanti veniva fato bona compagnia. Item, dize che ’1 crede, el signor turcho anderà in Andernopoli, per la peste che è in Constantinopoli, e che ’1 signor era molto amalado, e uno di do bassa era grandemente ama-lado. Item, che ’1 signor turcho havea ordinalo, che tute le galie che sono in Mar Mazor, che sono zercha 30, fosseno conzade e compide, et che le erano in-boscade, e manchava serarle. Item, dize che ’1 Bar-beta è sta impalado a Syjonichi, perchè li è sta oposto che ’1 brusò la galiaza, et che Zan Griva è quello che governa l’armata del turcho. Dii dillo capelanio zeneral, di 4, ivi. Chome à spazà la galia tragurina a Corphù, con Alvixe Zio, qual è sta a malato, e non si poi reha ver. Ilem, el basilisco ozi, per sier Marco Orio, è sta messo in conzo al loco suo, e doman si trazerà, e lui cape-tanio voi andar in campo per esser a dar la bataia. Item, à fato comandamento a sier Francesco Zigo-gna, vadi con la galia tragurina a Corfù. Li à risposto, con la prima galia vera a disarmar, el monterà suso. Item, Gorlim, per la ferita soto el zenochio, da la schienza di la piera del canon trete i nostri spagnoli, li era venuto el spasmo, stava in gran pericolo. Et poi, per una polizn, scrive ditto Gorlim esser me-jorato. Da Corfù, dii baylo e provedador, di 8. Dii zonzer quella note, con gran fortuna, la galia tragurina, con Alvise Zio e letere dii zeneral, qual le manda per uno gripo; avisa mancharli tormento per far biscoto, voi piere cote, e taole, per far gomene e charbon. Item, di la nave Tiepola si rupe, l’armi-raio di Modom à recuperato casse 9 di feramenta, barili 20 di quarta di polvere, barili 5 pizoli et li armizi di la nave, e per le scriture dii patron par desse biscoto a le galie è al Sasno, et etiam a la galia, soracomito sier Sabastiam Marzello. Dii capelanio zeneral vidi lelere vechie, di 14 novembrio, da la Zefdonia. Nulla da conto, solum atendano a la impresa. Del dillo capelanio zeneral, di 15 novembrio. 481 ' Avisa come quella matina, in algune cave facte ne li muri del castello, è stà messa polvere de bombarda, et è ruinato da 4 in 5 passi de muro, e continue si atende a far cave, e si bombarda, eprcecipue larocba, qual si judicha con pochi colpi minerà ; spera fin do zorni darli la bataia ; dentro sono da turchi 250, e si difendano bene. Aricorda il mandarli danari, biscoto e polvere in quantità. E manda una letera li scrive li provedadori di campo di quel zorno, hore 3 di dì, come quella matina l’armiraio di esso zeneral à fato certe chave, per meter tuogo, e butar certi muri con li repari via, et ozi melerà luogo ; e per uno di quelli comandadori yspani, è stà trovato una bussa, e chavata con desterità, e sono intrati questa note, et, rechizato, dicono cosse assai. Item, quel oapetanio fa gran forzo di bombardar. Item, si