1631 MCCCCCI, MARKO. con quel milanese. Unde fonno chiamati dentro, et, coramprincipe et collegio, fato il compromesso ne li consoli di merchadanti, tamquam judices delegati ab illustrissimo Dominio, et de jure, et de facto, et de omnibus differenliis. E le parte lo pregono. Vene quel domino Galeoto......., nontio di missier Zuan Bentivoy, dicendo, con bona licentia, voleva ritornar a Bologna. Ringratiù la Signoria di le opere e bon conseglij dati al signor suo, ofteren-dossi perpetuo servitor. Disse, zercha il lassar di Lucio Malvezo eie. 11 principe li usò bone parole, verba prò verbis, tochandoli la man, et si partite. Da Roma, di /’ oralor, di 24. Come eri fo dal papa, qual era con il Cardinal Alexandrino, Capua, Modena et Santa Praxede, sopra la expedition di lo episcopo di Chai per Hongaria, et non potè esso orator haver audientia. Et parlò con monsignor di Trans, qual vuol la legation di Franza per il Cardinal Roan ; e il papa lo mena a la longa. Li ha dito, non ge la dagando, faria levar le zente dii roy di l’impresa di Faenza. Ilem, à parlato poi a lo episcopo di Chai ; li à dito non veri cussi im pressa, come vene a Roma ; e il papa scriverà uno brieve al re de Hongaria, per intertenirlo. Ilem, esso orator è stato con li oratori francesi, in materia cruciata}; et 1’ o-rator yspano li ha ditto, haver dimandà al governa -dor di poter mandar alcune arme in Castiglia. Non ha voluto, dicendo dubitar non le mandi a la armata, eh’ è in Sicilia ; e tacile à fato saper,- il papa non voi. Dii ditto, di 25. Come ozi non potè haver audientia ; el papa era andato in castello ; et etiam il Cardinal Santa f, e l’orator yspano non poteno parlarli ; et li cardinali reduti a la Minerva, de more, per far certa solennità di maritar donzelle, par facesseno insieme congregation zercha il pagar li danari dii 3.° per Hongaria, qualli li Focher paga al re; e voleano questo: si non seguisse la liga, non li desse li danari. E a questo Focher disse, non poter ; ma chome feva il cambio, conveniva satisfar. Ilem, domino Hironi-mo Campezo, orator di missier Zuan Bentivoy, tornò di Bologna a Roma ; e lamen il papa non ha ’uto ancora Castel Bolognese. Ilem, è fama de lì, el Cardinal curzense esser passato incognito in Alemagna, a dir mal dii papa, per causa di certa soa abacia. Del ditto, di 26. Come in quella matina fo a pa-lazo, e aspetando haver audientia, parlò con uno di Rodi. Li disse esser nova, il turcho feva far 50 galie grosse et 100 sotil. Poi intrò dii papa, per dirli di l’armata. Qual li disse: Semo ocupati in questa expedition di lo episcopo di Chai; non parlate di altro per liura. Et rimesse a poi disnar a darli audientia. Ilem, obtene l’absolution di domino Sonzim Benzoli, per aver preso el Cardinal Aseanio eie. Ilem, de lì a Roma si aspetta il Cardinal San Severino, vien per haver im protetion le cosse dii re di Franza. Etiam si aspeta monsignor di Agrimonie, qual altre volte fu lì orator eie. Dii diio, di 26. Come, da poi disnar, justa l’bordine, fo dal papa. Era questi tre cardinali: Orssini, Capua e Cosenza. Qual soa santità fé chiamar Adriano, secretano, et li comunichò a esso orator la rifor-mation di capitoli di Hongaria, qual fo come scrisse per le altre; e questo di più, dii capitolo di l’andar im persona, l’à lassato come era ; et quello dice, non praticherà le parte o experimenterà acordo con il turcho, li à zonto questo con il turcho. Ilem, voi il re di Hongaria stalim renoncij le trieve l’ha col turcho. Ilem, quello de li lochi si aquisterà, non ne voi 0 il papa, ma li dona la sua parte al re e a la Signoria nostra. Ilem, quello dice sia ubligato con 1’ armata e stratioti, non voi, per non haverne eie. Poi li fe’ lezer do brievi, qualli scrive al re predito, e uno al legato; la sustantia di qualli è, soa santità 627 " fa gran oferte al re, et persuasion a far. Ilem, li mostrò la bolla sigilata, con la libertà al legato di concluder ; et lo episcopo di Chai si parte domati, e il papa li disse: Tu anderai a Venecia, dove starai una note; li mostrerai li capitoli; et si la Signoria volesse consultar a so modo li capitoli, lassali, e va di longo. E li dirai, non potemo bora armar, fino non si vedi la conclusion di Hongaria. Et l’orator li disse: Dio voia, il re si contenti. Dii ditto, di 27. Come visitò lo episcopo di Chai, qual li disse veniva qui, et starà do o tre zorni, quanto vorà la Signoria. Et cussi ozi è montato a cavallo. Aricordò fusse preparate barche, acciò non dimorasse ; et lui scrive al re e al legato ; prega si mandi le letere. Da Ferara, dil vicedomino, di 29. Come erano zonti lì do oratori napolitani, vien di Franza con chavalli 50, nominati domino Antonio Frixon et domino Troiano, alozati a 1’ hostaria di Santo Anzolo, et è stati a veder la terra, insieme col ducha. Hanno ditto, il re di Franza non averli voluto dar audientia. Ilem, il signor ducha sta molto suspeso ; non sa la causa; zercherà di saperla; et il prothonotario Bentivoy è venuto lì, ebe audientia secreta solum dal ducha, missier Sigismondo e missier Zuan Lucha. Ilem, il ducha à mandà il suo capetanio di justicia per orator al ducha Valentino; non sa ad quid; et de lì si fa preparation a li lochi sora Po, come è il