991 MCCCCC, OTTOBRE. 992 da alcuni di l’isola, l’armada tuPchescha, za zorni 3, esser levata de lì, e andata a la volta dìi streto ; unde si levò subito, e andò versso Cavo de Santa Maria, 394 ‘ Cao de la Natalia, et avanti 1’ arìvasse de lì, a cercha mia 20, messe in terra li galioti, e li fece far un altro arsalto ad uno grosso casal, clic havea uno castello in cima de un monte, che è a presso el castello del Molino, zercha mia 5. E trovorono de la grada de Dio, per modo tuti li galioti di quelle galie stanno di bona voia ; è contenti, e reputano haver auto un’altra bona subvention, ancor che non man-zano biscoto, per esser venuto quello a manclio, e manzano tormento, fìge et carne, che i hano in abon-dantia. A dì 18 intese, l'armada inimicha ritrovarse tra el sopra scrito Cao de Santa Maria et el Tenedo, e che le nave grosse, patron Carnali, se ritrovava al ditto Cao eie. Et lui capetanio desiderava haver al -inanello le galie grosse, quale erano al Segri, mia 60 lontan ; e mandò a chiamar quel capetanio, per sier Francesco Pasqualigo e sier Alvise da Canal, sopra-commiti, e poteva venir, per esser vento da ostro molto frescho, ni miglior vento poteva haver. Non li parse venir, per modo restò solo con le galie sotil. Di le nave non poteva far judicio dove fusseno, per averle lassate molto lontane ; tamen le erano zonte al Segri, come referì essi soracorniti. A dì 19, si levò dal Molino, e andò con tute le galie sotil, unito e streto versso Tenedo, e discopersse do velie quare e una latina, e a quelle andono con animo grande de investir ; quale zonte, trovò era una nave de’ ze-noesi con uno barzoto e uno grippo, cargo de mer-chadantie venivano da Constaritinopoli za molti zor-ni ; e il patron li disse, come a dì 18 si havia trovato a Tenedo a mezo zorno, et era stato in galia dii ca-petanio turchesco, e con furia el se havea levato con tuta l’armada, e tendeva a la volta del streto, perchè l’intendeva esser la nostra armada lì a presso, e judichava che con el vento da ostro, che era assai forcevel, l’ìmboeheria. E ditto patron li presentò una letera di sier Andrea Griti, di dì primo avosto, drizata al quondam sier Marchiò Trivixam, in reco-mandatiom di ditto patron ; e diceva star ben con tutto el resto di li merchadanti, per numero 24, qual erano pur retenuti, e haveano per el viver suo aspri 1500 al mese. Et inteso el levar di ditta armata turchesca dal Tenedo, subito si drizò de lì, e non trovando alcun navilio armado, messe zercha 3000 homeni di le galie in terra, quali con el suo armiraio andono soto el castello, dal qual veneno fuora molti turchi, e con loro scaramuzorono un pezo, e tagliorono 8 teste de’ turchi, e presentate li dete ducati uno per una testa a quelli, justa el con- ' sueto ; e chi li presentò turchi vivi, li dete ducati tre, come è usanza ; qualli fono saluta do vivi, che li fece subito impiehar. Messeno poi a sacho molte case, che erano atorno el castello, e quelle bruso-rono, e feno assai carne, e ritornorono a galia con do de li nostri feridi da freze, che non hanno mal. Era eliarn uno schirazo grosso novo nel porto, et mandoe tre galie, e al despeto di le bombarde dii castello, lo trasseno fuora, et in ipsorum conspeclu quello fo brusato. Item, sono sta prese per le galie sotil, tra fuste e schirazi, tra l’isola di Melelim e Tenedo, numero XV, senza homeni, per esser tutti fuziti in terra, cargi di valonie, lige e molte altre 395 cosse de non tropo valor; et è contento, tuti guadagnano, nè de tal guadagni è per tuor cosa alguna, ma voi tutto sia di quelli povereti. Ilem, a dì 20 si levò a bon hora, e andò verso el colfo de Magaris, dove discoprite uno schirazo grosso turchesco, e al -gune altre velliselle. El schierazo, fuzendo, per sier Gabriel Soranzo, sopracomito, fo preso con tutti li homeni, per numero 24 ; li quali, vedendose esser presi, saltarono in la barella e andavano a la volta di terra, et erano pocho lontani ; et esso sier Cabriel, messo soto vento el schierazo, seguì la barella, la qual sfondrò con una bonbarda, et prese li homeni ; quelli che se defeseno forono tagliati a pezi in aqua ; li altri che ’1 prese vivi, per numero X, li fece esso capetanio subito impiehar, in conspeto de molti turchi, che stavano in terra a veder el schierazo, cargo di formento, cesere, farine et algune altre cosse. A dì 21, zonse a l’isola de San Mandrachi, dove stete fin a dì 24 da matina, per un pocho di sinistro in-travene a la galia, sopracomito sier Alvise Salamon, la qual non à mal algun. Quelli dii castello di ditta isola, volonterosi venir soto la Signoria nostra, per esser tuti christiani, habiandolo fato intender per sier Alvise da C'inai, sopracomito, mandò el suo armiraio con el ditto, con bon numero di homeni, e ritornorono con do di li principali dii castello, e li portono le chiave, con tanto fervor, che nihil supra. Li aceptò, e li exortò a tenirsi in nome di la Signoria nostra, che lui non li mancheria in cosa alguna, e spesso li manderia a visitar per le galie ; e cussi promeseno esser boni e fidelissimi subditi, e zurono fi deità. Li fece uno privilegio, e li donò uno stendardo di San Mareo, che rechieseno ; e dimandando uno homo per governo, li promisse mandar, al qual dovesse dar la decima de tute le intrade di l’isola, che trazeno ogni anno; e cussi restono molto contenti. La ditta isola volze mia 40, bona isola ; à uno