X 541 MCCCCC, vene solo Nona con 4000 turchi; ma prima ne vene • CO e guazò con li cavali l’aqua, et veneno a torno le mure, e rupeno quelle, et intrò dentro 8 turchi, ma nostri li rebatete; parte di quul fon no morti; e a hore 19 li dè una bataia, qual durò fin bore 24; ma sopravene Piero di Monte Albani, patron di uno ma-ram, qual li dè gran favor, et à persso uno zocho e uno passavolante dii suo maran per ajutarli. Item, a dì 18 da matina, turchi li dete una altra bataglia, 209 ' qual durò tre borre, et nostri si difeseno, unde et turchi si levono; adeo, li puti e le femene con saran-degoli, che con altro non hanno, si portono benissimo; non hanno artilarie, ni polvere, e se li provedi. Et in F altra letera dice, è zonlo 4 barche di Zara lì con pochi homeni ; non hanno voluto smontar, et sono partiti. Et per colegio li fo scrito laudandolo molto, et li fo mandato monitiom et fanti, qual ozi si parteno. Ilem, la nave di Candia fé velia questa matina. Da poi disnar fo conscio di X, et colegio si re-duse. Et in questa matina sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, si alterò molto in colegio per la poliza di 1’ arsenal, era molto ingorda. 210 Adì 26 luio. In colegio fo parlato et decreto, mandar con l’arsii, va a Corfù, ducati 2000 al zene-ral, e quanti homeni si poi haver. Et è da saper, è facil cossa a far provisionati, perchè molti foristieri fanti sono corssi qui, sentendo darsi danari ; et la galia, soracomito sier Francesco Arimondo, si parte questa matina, a la qual, fato la cercha, li manchò so-lum cinque homeni. Et sier Antonio Trum, el con-sier, parlò come stava lo arsenal, dove fo eri a veder quelle cosse e a pagar. Vene l’orator dii papa ; solicitò la risposta. Et il principe li disse dii turco molto altamente, et si doveria atender a quello ; lamen si vederia di risponder. Di Franza, di V orator, date a Lioin, a dì 16. Come, hessendo in capella, vene uno secretano dii re da esso orator, a dirli el Cardinal Roani li volea parlar ; et andoe. Qual li disse zercha la possession dii conte di Chaiazo ; et lui li rispose, havia letere di la Signoria zercha questo, e conveniva parlar a la regia majestà. E il Cardinal li disse, fiorentini voi veder di jure di la ripresaia. Li rispose, esser senten-tia comprobata per fiorentini medemi. Ilem, parlono di le nave si arma a Zenoa'; et il Cardinal di questo si vergognò, dicendo non si mancha per danari nè per li homeni. Conclude, francesi danno bone parole, ma fanno quello li par. El l’orator dii papa disse, non è vero dii turcho lazi tanta armata. Ilem, il re luglio. 542 luni si parte et va in Zampagna. Solicita si mandi il successor. Del dillo, di 18. Come in quella bora, ricevute nostre letere di XI, con li sumarij da mar, andò dal re, et li lexe. Soa majestà disse, aremo le do nave, et scrisse a Milani ; lamen li normandi non era partiti. Poi disse el Cardinal : Per questo anno fè come podeti, uno altro il roy farà; e si ben la Signoria perdesse qualche terra, il re le aquisterà poi. E poi disse, il re voria col re di romani far qualche apon-tamento contra il turco, et saria bon la Signoria scrivessi a li electori di l’imperio di questo. Et si dolse, dicendo : Io son in liga con la Signoria, dice Maximiano, la qual li tien soe terre. Et il roy disse : So, è più di anni 200 quella Signoria le ha. E il Cardinal disse : Non passerà do anni, si à veder gran cosse. Questo re voi l’impresa contra il turco ad ogni modo, et spaza monsignor di Trans, orator al papa, per congratularsi dii star ben di soa santità, e li comandò, presente esso nostro orator, il roy le cosse di la Signoria nostra a Roma. E il Cardinal disse: Voio dar la mità di la mia intrata; et ho ascrito a li cardinali, pagino la decima, licei non siano ubligati. Dii dito, di 18. Come il re li ha dito, la raina esser graveda, come il crede; et voria se li mandasse sie unze di azuro oltramarin, perchè fa far una pytura a Bles, bellissima. El fo ordinato di mandarlo. Di Milam, di Vicenzo Guidoto, secretano, di 210* 21. Come quel zorno, a hore 14, veneno monsignor di Obignì et monsignor di Chiaramonte; li andò contra monsignor ili Luciom e, francesi. Da poi disnar, esso secretano li andò a visitar. Fo prima da Obignì, e li dimostrò bone parole ; poi andà da Chia-monte, qual è homo di 32 in 34 anni, nepote dii Cardinal Roani ; à gran poter ; si oferse a la Signoria nostra eie. E disse, di le cosse di Eiemagna non stimava 0; et lì preparamenti si facea, erano contra uno ducha. Ilem, visiterà poi monsignor di Talerà. Ilem, è stà manda danari e fanti a Zenoa, per armar .le do nave; lamen non sarano in bordine fino per tutto il mexe, come li ha ditto domino Piero Brico-neto, generai di Franza, qual è lì a Milam. In questa matina fo ballota ducati 150, da dispensar per sier Piero Trun, camerlengo di comun. Have 8 di no, et fu preso ; videlicel a’ zenthilomeni sono creditori a quel officio, a ducati 5 per volta, justa il consueto. Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe, et leto 211 letere.