ini i MCCCCCI, MARZO. 1612 Sier Zuam Ratista Querini, el grando, quondam sier Andrea, da Santo An- zolo..........26.142 f Sier Alvixe Mozenigo, savio ai ordeni, quondam sier Thomà.....119. 42 620* A dì 27 marzo. In colegio vene sier Ilironimo da cha’ da Pexaro, venuto capetanio di Verona, in locho dii qual andò sier Zorzi Corner, el cavalier. Parlò pocho ; disse quel teritorio è povero, per caxom di le zonte de’ sali si dà, e non sulum sali, ma aliavi formazi ; et la cossa di 5 soldi per campo non pono patir; aricorda si scuoda con destreza, perchè l’importa. E li fo ditto, il Suo successor, poi zonto, mandò di tal raxon ducati 600. Disse li piaceva. Ilem, la camera exhausta per le gran spexe la fa, di hordine nostro ; ma, come la stesse un mexe senza esser gravada, la se rehaveria. Ilem, lì è sta bon aiere e sano. Fo laudato eie. Veneno sier Constantin di Prioli, sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator, sier Zuan Moce-nigo, provedadori sopra la exatiom e debitori, e aricordò alcune cosse; et che li avochali fiscalli do-vesseno atender per beneficio di la Signoria. Et fon-no mandati a chiamar sier Domenego Baffo, sier Francesco da Pexaro, sier Michiel Soranzo, sier Piero Contarmi, inanellava sier Zuan Antonio Minio, e sier Marin Morexini; e admoniti, per il principe, volesseno atender eie. Vene sier Ilironimo Capello, cugnado di sier Hi-ronimo Pixani, morto provedador in armada, dicendo, sier Almorò Pixani, suo nievo, è ini prexon, condanato per munegin, prega la Signoria sij contenta pagi la condanason di danari suo padre è cre-ditor per il so servito. Et di questo fo satisfato. Et dimandò etiam, la Signoria, fusse contenta, suo nievo preditto andasse vice sopracomito su la galia di so padre. Et, consultato, non fo exaudito eie. Vene 1’ orator di Franza, e mostrò una letera scriveva al roy, zercha il papa, per la cruciata, et di la cossa di Ilongaria ; e poi si parti. Al qual li fo comunichato la election di l’orator im Portogallo. Vene sier Alvise Loredam, va provedador in armada, qual fo solicitato andasse via. E lui al tutto voi aspetar la sua galia ; e sarà longo. Di Ilongaria, di oratori, date a Bada, a dì 12. Come il reverendo serimiense, et tre altri, do di qual erano oratori dii ducha Zuam Corvino, erano venuti da lhoro, e mostratoli letere, di 4, dii ditto ducha, da la Cupa. Scrive come Schender bassà fa gran preparation di zente ; lui à passato la Sava con le zente ; à cavali 2000, et lui con 800 è andato a certi lochi; dubita di soi castelli; per tanto questi prego-no, per nome dii re, la Signoria volesse mandar vitnarie et monitione a ditti castelli, numero 22, zoè, a la marina, a uno castello nominato Dobrovaz, e de lì partirano per li altri castelli. E a la fine man-dono in nota per 9 castelli, qual li nomina. Itera, il re non va più in Moravia a la dieta, come disse voler andar ; e à scrito la fazino lhoro a Tumulz. Ilem, esso sier Zorzi Pisani, e colega, visitò el magnifico Josa, capetanio zeneral di le parte inferior, el ducha Lorenzo e il conte paladini, qualli sono partiti per andar a meter in hordine le zente, et star preparati in caso siegua la liga. Dii Milam, di Vicenzo Guidalo, secretano, di 23. Come monsignor di Lucion li ha ditto, zercha il debito di quelli di Pandin, havia eie. Ilem, Rubert llosset, capetanio di 100 lanze, è do zorni si parti per Romagna, dove è stà aviati 4 canoni e falconeti. Ilem, a dì 20 zonse lì a Milam el Cardinal di San Severino, honoratamente ricevuto; li andò contra quelli signori eie. ; e lui secretario doman si parte. Ilem, li oratori neapolitani, vien di Franza, sono etiam zonti lì; niun li ha voluto parlar di quelli signori francesi, et con salvo conduto si vano via. Di Arbe, di sier Gabriel Moro, orator, di 15. Avisa la sua navegatiom, et il zonzer lì su la galia, soracomito sier Lorenzo Loredam, qual lauda assai ; à scrito al conte Anzolo di Frangipanni, li mandi li homeni promessi ; ma ditti homeni non è preparati. Ilem, come quelli di Arbe elexeno per sopracomito sier Hironimo Camola, ma dubita non si potrà armar una galia de lì, perchè quelli di l’isola non vo-leno, dicendo non poter. De Anlivari, di sier Andrea Michiel, proveda- 621 dar in Albania, di 3 marzo. Come, per messi, vene de li da Dulzigno, e trovò quella terra piena di confusioni, cadaum voi esser prima, et ne son di quelli Stanno 8 dì non manza pam ; et per questo di stera 1000 fomento li sovegnirà, et ha electo 4 dii suo conseio, li destribuirà ; e il podestà, sier Piero Tie-polo, non voi obedir letere di la Signoria, che voi lui provedador veda li conti; el qual podestà inta-chò el dazio di l’oio eie. Scrive de li 4 antivarani fono presi da’ turchi, e taiatoli la testa; qualli, hes-sendo nel paese dii Duchagim, per portar le teste al signor, 5 turchi fono morti, et toltoli ditte teste, et essi subditi con molti dii paese si reduseno a Chu-vrili, per segurtà. Ilem, a Scutari si muor di peste, e il sanzacho si à fato preparar le stanzie a Potgo-riza. Ilem, scrive di certi messi mandati a la Porla