39 MDXXtn, MAGGIO. 40 23 nitrato di avisi di Siena, fino a Mercordì a sera, a dì primo Magio 1527. Marti da malina, vene al Viceré aviso da Colonna, zioè dal Cardinale el da don Ugo, come have-vano resoluto di venire a Roma «Ili 10 di questo, et che in Roma li doveva esser facto spalle dalla porta in questo modo, et che alle ore 6 di notte si doveva ussire di verso Monte Cavallo et a Campo Marzo 20, o, 25 con le arme, et mostrare di fare questione, et fare occasione che si pigliasse l’arme, et in questo tempo tutta la parte doveva gridare : Colonna, et immediate accostarse a Roma, facendoli intendere che a Roma gi è dui nepoti suoi per capi di tal effeclo, et subito hanno d’andare per la transteverina et aprire la porta del Popolo et fare inlrare tutto lo exercito, el quale dice essere meglio de 10 milia fanti et 2000 cavalli, senza molli venturieri di Napoli et d’altri luoclii. Dice ancora, che ’I cardinale di Monte é ben soldato per loro, et che di ogni cosa li tiene riguagliati, per tanto che li tenga avisati di hora in bora del camino di lanz-chinechi, aziò sappino dove fare la unione. El più li avisa, che ’I Papa non havia fatto ancora 2000, né posseva essere a tempo di farne, et li confortava a non fare resistenza per la strada, nè far impresa contra alcuna città per non perdere tempo, perchè erano bene informati che, come fossero presso Roma, tutte quelle bande et lochi farebbero subleva-tione. Mercoredì, da Borbone et altri capitani vene avisc/al Viceré, come gli lanzchenech et spagnoli non s’accordavano molto et quelli loro capitani nell’ intrare prima in Roma per el sacco di fiorentini, et li lanzchinechi dicono non volere andare inanzi se non li è promesso la mirata comune et insieme. Questa perplexione è nata, perchè il Duca voleva ne rimanesse in verso (Pienzal) et Viterbo bona banda perchè non si fosse dalli nemici intercetta la strada, et li lanzchinech non vogliono rima-23* nere nè gli spagnoli. Et più scrive il Duca al Viceré, che havendo il Papa fatta provisione che questo campo de la liga se unisca, dubita di non possere passare nè ottenere, et che li pareva d’inlertenire 4, o, 6 giorni in loco securo, et di poi che ’1 campo di la liga fusse in loco lontano, di tornarsene indietro et venirsene alla distesa a Firenze. Et che in questo mezzo advertissa il duca di Ferrara passasse per la medesima volta, come rimasero, et se unissero con le genti di Siena, considerando più facilità . di là che di verso Roma, quando vi sia la provi- sione gagliarda. Et che lui già havea deliberato mandare 3000 fanti et 500 cavalli alla volta de la strada de Valdarno. Che aveva hauto notitia che ’1 conte Guido con pochi cavalli et fantaria era inanzi del resto del campo, per vedere se lo posseva rompere et pigliare El Viceré subito mandò a li capitani et a Borbone lo aviso hauto dal cardinale Co-lona et don Ugo, facendoli intendere che sopra questo aviso vedessero quello gli pareva di fare, et che gli mandassero la resolutione. Da poi, fece fare consiglio aHi XXI, et li mostrò tutta la lettera del Colonna, el in substantia quella di Borbone, et in effeclo li senesi risposero esser contenti unire le genti et ogni loro forze al servizio di Sua Maestà et da queste bande. Così il Viceré mandò questa medesima resolutione deili senesi al duca di Borbone. Da poi tutti questi avisi et resolutione, mandò il Viceré a! duca di Ferrara per homo suo che era apresso del Viceré, suplicándolo di celere risposta. El Viceré fa grande missier Bortolomio Fanluzzi et Antonio del Vechio et Sinolfo Saracini et Gio : Balta Fantozio ; del resto fa poco conto. La data di le lettere di Barbone era da Asinalonga, che lui vi si trovava lì, et il campo era a Lucignano, et una parte più in là 6,o, 8 miglia, et era alle 18 bore Mercordì. Vit-lovalia non manca al campo di pane, carne, casio el biada, et crusca da farne pane per la canaglia. El Viceré diceva partire Venerdì per la volta del campo, se non resta per aspectare questa resolutione. Da Fiorenza, di 30 Aprii 1527, di domino 24 Joanne Boromeo. Scrissi, si vedeva che li lanzchenechi andavano alla via di Siena et si pensava volessero levare l’ar-lellarie, et subito preso il camino verso Roma, et se intende beri erano allogiati a Pienza, per il che il signor Duca et li oratori veneti, el marchexe di Saluzo, el signor Federico di Bozolo, conte Guido Rangon hanno concluso andarli drieto con ogni celerità per la via di S. Joanni di Valdarno, et poi • ad Arezo et Cortina et Perugia, et sperano solicitar tanto il camino che saranno a Roma dui giorni o meno presso a loro. El già el conle Guido, el conte di Caiazo sono andati a S. Cassano in posta per levar li fanti de li 8000 et le sue gente da cavallo et molte altre, et dimane di sera saranno ad allogiare a San Joanni. Le gente francese el marchesche sono qui presso a tre miglia, et similmente deveno an-