1409 MCCCCCI, FEBBRAIO. 1410 dale a Cor fa, in nave, a dì 22. Come, a dì 19, ebbe licentìa dal zeneral venire lì, e far imbarbotar le nave per l’impresa di la Sfoiosa, voi dir Vajusa ; et a dì 21 da sera zonse lì con le conserve; aspeta il zeneral, poi anderà a l’impresa per brusar etc. Le nave va a fondi, vera a disarmar ; voi ordine dove l’habi a lassar ; il capetanio Venier partì per Puia con tre galie. Da Chioza, di sier Hironimo Partita, saliner e vice podestà. In materia dacij interzadi de lì, non è altro dacio cha vin et fermento. Da Vicenza, di syndici, sier Francesco Barbaro e compagni. Come persequirà ancora do mexi il sinicha’, justa la parte di pregadi ; si duol .hanno fato certi ordeni, e sier Beneto Sanudo, avogador, li à suspesi. Da poi disnar fo pregadi. Fu posto per li consieri scriver a Roma per il perdoni di la Pietà consueto, si habi. Ave tutto il conseio. Fu posto per li consieri, atento li benemeriti di Zaches di Nores, cavalier, visconte di Cypro, a suo fiol Piero li sia concesso, per anni do, di gratia, il governo di Limissò, qual li rectori suol dar, et maxime havendo la serenissima rezina di Cypri questo suplicato. Ave 8 di no, el resto di sì. Fu posto per li diti consieri, scriver a Roma per il perdon solito a la Pietà ; et l’orator exorti el papa ad averlo. Ave tutto il conseio. Fu posto dar il pregadi a li syndici di Levante, per ogni dì, questa setimana non hessendo bisogno a la terra, e si lezerà il conto. Et fu presa. Fu posto per sier Francesco Foscarini e sier Alvise da Molin, savij dii conseio, atento le letere dii re di romani, di elezer de prcesenti, di ogni luogo et oficio, uno orator a dito re di romani, et possi esser tolto eliam quelli sono in li rezimenti, non possino refudar sotto pena di ducati 500, oltra eie. A l’incontro sier Antonio Valier, sier Piero Balbi, savij dii consejo, li savij a terra ferma e li savij di ordeni, che siano electi do oratori, con li modi, ut supra. Andò le parte, senza parlar: 3 di no, 61 dii Foscarini, 89 dii resto. Et fu preso di elezer do oratori. Si se parlava, nescio quel che era. Fu posto per li consieri e tutti li savij, atento sier Alvise Loredan, electo provedador a Sibinicho, non habi risposo a tempo, dicendo esser amalato, che de prcesenti sia eleclo in locho suo uno altro, con tutti i muodi etc. Et sier Francesco Foscari e Jo, Marin Sanudo, ponessemo poi si vengi a questo conseio, a dechiarir utrum el dito sier Alvise Lore-dam si habi aceptar la soa scusa o ver no. Et tandem 1 Diarii Ai M. Sanuto — Tom III. andò solum la prima parte ; e fo malia stampa eie. Ave 26 di no. el resto di sì. E fu presa. Fu posto per tutti d’acordo, et in farla avi gran faticha, la comission di sier Zuan Diedo, va provedador zeneral in Dalinatia, molto longa e copiosa, e quello à da far di terra in terra; il sumario di la (jual non scriverò, per remetermi a quella ; solum che li fo dà 5 cavali da esser comprali per la Signoria nostra, zoè l’orzo e uno fameio li servi. Ave 2 di no. Et con lui va per secretario Alvise di Piero, e datoli ducati 4 al mese. Fu posto per li consieri e Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, certa parte, che li deputati ad aldir li modonei aldino quelli modonei, che suo padre, fradelli, sorelle e fìoli sono stà amazati, o vero sono in obsidiom etc. El perchè sier Cabriel Moro, savio ai ordeni, volse contradir, fu rimessa a un altro conseio. Da Milam, dii secretano, di 6. Come ricevute le letere, in materia di le robe di sier Francesco Morexini e la nave si arma a Zenoa, fo da monsignor lucionense, el qual à scrito letere a Zenoa, manda la copia. Item, a dì 3, zonse a la badia di Chiaramonte, mìa 5 de lì, el Cardinal San Piero in Vincula ; esso secretario fo da lui, et ait verba opti-ma insieme. È stà molto honorato da quelli signori, et eri intrò lì in Milam, alozò in caxa dii Triulzi. Item, sguizari a li confini di Chiavena, per causa non li coreva le vituarie, come solcano haver per avanti, per li devedi fati, si sono sublevati a volerle venir a tuor per forza ; mule quelli signori li à scrito in bona forma, non se li mancherà etc. Item, le decime dii clero non si pò scuoder, come si credeva, perchè non è stà fato mai l’estimo, ma quando pagavano, era un numero di danari imposto al clero per il ducha, e tra lhoro dividevano la rata, adeo veniva la summa. Et par quelli signori habino fato uno ordine, che luti li preti dagino in nota le intrade lhoro, et pagino la decima ; con pena, chi non darà el zusto etc. Elecli do ambasadori al serenìssimo re dì romani. f Sier Hironimo Donado, el dotor, vicedomino a Ferara.......136. 9 Sier Polo Trivixam, el cavalier, fo cao dii conseio di X...... . 64. 83 Sier Piero Pasqualigo, el dotor, quondam sier Filippo.......23.115 f Sier Antonio Loredam, el cavalier e luogo tenente di la Patria di Friul . . 127. 18 89