303 MCCCCC, MAGGIO. 304 banclio, rispose, dicendo voleano haver certe infor-mation da lhoro, et che li cai di creditori erano contenti. Ave 37 di no, 123 de sì. Fa posto per sier Antonio Trum, el consier, che li diexe savij, che hanno compido, non vengi più irn pregadi, sotto pena eie. ; et quelli pono star li do anni, vengi fino i compiano; et più non si ¡Vizi X savij, ina si chavi di quelli di pregadi a questo officio, qualli stogano 6 mexi. Ave 69 di no, 84 di sì: E fo presa. Da poi veneno li savij dii colegio fuori di che-ba, dove erano stati a consultar, et fo latrato in una materia importantissima, di la risposta si à far a li oratori di Franza. Et fo leto una opinion di sier Domenego Morexini, procurator, sier Filippo Trum, procurator, sier Alvise da Molili, savij dii conseio, et sier Marco Zorzi, savio a terra ferma ; l’altra di sier Polo Barbo, sier Marco Bollani, savij dii conseio, sier Beneto Zustignan, sier Piero Capello e sier Zorzi Emo, savij da terra ferma ; et sier Lucha Zen, savio dii conseio, nulla messe, et andò a la Signoria et a li cai di X, dicendo conseiava de aprir al pregadi alcune cosse era nel conseio di X. Unde fo chiamato conseio di X, et prima dato sacramento a tutti, e tolti in nota per li cai di X, et fo licentiato fino a domani. È da saper, questa matina in colegio fo mostra uno safil ligado, belissimo, si mandava a donar al confesor dii re di Franza, per via di quel missier Bonin, sta a Lion, fidelissimo nostro. Et in questa sera, vene letere da mar, di 26, qual non fo lete. Il sumario sarà qui soto. Et si parti Sbardelà e Piero Schiavo, qualli andono con 200 provisionati fati a Cremona, e fé la mostra a Lio, et vano con una nave' a Modom. Item, sier Berti Loredam, soracomito, fa la cercha et si parte doman. Dii capetanio zeneral da mar, date a Corfa, in (j.alia, a dì, 23 aprii. Come a la Vajussa, a dì 16, fo butà in aqua galie cinque, una grossa et 4 sotil ; il resto fin 30, parte erano serade, et era mandamento de chalafadi. Item, a la Prevesa una galia grossa era avarada, e do sotil, una di le qual era schavazata, el le maistranze lavorava una galia grossa e una sotil. Di l’armata di colfo di Lepanto nulla sa ; solum si andava conzando, e ogni dì zonzevano asapides di nuovo. La nostra armada era malissimo 113* conditionata, e scrive, non si prò vedendo, sia fato in Iodio suo; et fino hora à !ulo zercha homeni 574 ; dimanda danari, va expedendo le galie, e le manda a la guarda di Viseardo ; et à ordinato cinquè di le mior galie vadino in colfo fino a Patras, a inquerir, Item, che l’orator dii turcho, fo qui, dismontò a’ Santi 40. Item, ricevete la letera zercha cavalle fameie di Corfù, e socori Modon e Coroni ; dice, quando el bisognerà, farà ; et che in Iodio di la galia innavigabile, chome scrisse era de lì, saria la Baxadona trata di aqua, et che l’altra liavia bisogno di conzier, videlicet di quelle si à armar lì a Corfù. Zercha 1’ aterar la bocha di la Vajussa, à dechiarito per altre la impossibilità, e perhò è meio tenir qualche nave con qualche galia a quella bocha. Ilem, à ricevuto li danari da mandar in Candia per armar, e cussi arma; et le do galie candiote rimase, zoè la Bragadina e la Foscarina, era neccessario disarmarle per non poter star più fuori. Item, à ricevuto la letera va a Rodi con quella dii re di Franza al grani maistro ; le manderà. Item, non voria levar, de l’impresa F ha, sier Hironimo Pi-xani, provedador di l’armada, nè le altre galie ; ma pur, bisognando, levarà. E le nave armade è mal in hordiue de homeni. Dii dillo, data ivi, de 26. Chome per il rezi-mento di Modom li era sta richiesto galie, unde à manda la Taiapiera, Marcella veeliia, e Lisignana per avanti. Di novo li manda la Valaressa, e la Meza, con le do galie candiote, zoè Bragadina e Foscarina, con bordine poi vadino in Candia a disarmar, perchè è mal conditionate, e non poi più lenirle. Item, à spazà a Rodi, e dato aviso dii prender dii signor Lodovico, et à mandato do galie versso il Sasno e la Vajussa, per devedar el transito di alcune fusle et navilioti de’ inimici, passano spesso da la Valona ina Puia, eliam per tenirle in opera. Item, aspetta li armizi e velie rechieste ; voi danari, senza non poi far miracoli ; à fato demo-stration di feste per la presa di Ascanio e Lodo-vico, e à scrito ai lochi vicini a’ turchi. Item, à fato tuor 40 homeni dal Paxu, per meterli su l’armada. Item, à lelere di Syo, di 6 marzo, che il signor turcho havia latto in loco di Fait bassà morto, Mustafà bei, zenero di Schandarbeg. Dii dillo, di 27. Manda uno reporto di do zen-thilomeni, zoè sier Lorenzo da Canal, quondam sier Nicolò, e sier Vicenzo da Canal, quondam sier An-zolo, qualli vieneno di Lepanto, dove erano, e fono presi da’ turchi, et sono fuziti fino a le Peschiere con uno zopolo eri, et veneno poi al Zante. Questo lo a dì 21, perchè à letere di zio dal provedador dii Zan-te, di 22 ; è miracolo siano scapolati. Dicono esser venuto a Lepanto uno de li 4 bassà de la Porta, et si aspetava 30 milia asapi et janizari lì, et che turchi