ni'ì . mccccc, gio, ita me el aliis consulente, lì lo reserito non fazi altrn novità al presente, et edam fo scrito in conformità al conte di Traù, richiedeva questo. 375 T)i Durazo, di sier Vido Diedo, baylo et cape la -nio, di 24 septembrio et primo oclubrio. In la prima, di esser corssi turchi per fin solo le mure, zercha cavali 200, e preseno zerti putì andati a le vigne a sunar vua, e ogni dì minazano vegnir a combater le mure, et nostri è pochi in la terra, e hanno a guardar 3 mia di muro, et non hanno 200 horne-ni ; e quelli citadini ha dito: Si la Signoria non ne provederà, bandonaremo questa terra e andaremo via. E questi non balio lì, salvo la zenere su la l'oge-ra e le sue persone, lo resto hanno mandato via, chi in qua ehi in là ; et scriveno una letera a la Signoria nostra, non de consentimento de tuto el populo, nè di sua saputa, acciò si provedi. Dii dillo, di primo. Che le galie turchesche di la Vajusa è dito le voleno tirar in terra, e le moni-tion e sartie hanno mandato al castello de la Canina, de supra a la Valona; la panaticha hanno di-spensada per el paexe, clic a tempo novo li faza tanto pan. A l’incontro de lì è il capetanio dii colfo con do galie sotil e do grosse, venuto lì per il tempo, e ogni setimana bailo qualche coraria da’ turchi, e boramai non hanno che tuorli fuor di le mure, per haver tolto il tutto. Copia di una letera scrila per quelli di Durazo. a la Signoria nostra, acciò se li provedi. Serenissime princeps et domine cxcellentis-sime eie. Idio in nostro testimonio adducemo, et la illustrissima signoria vostra, con quanta fede et devo-tione senio venuti soto l’ombra soa, et constanle-mente havemo perseverà per fin a questo zorno, non obstanle ogni pericolo, senestro, danno et caso, che multiplicHcr hanno questa terra de tempo in tempo declinata, et ad nihilum redacta. Nè da questo nostro proposito al presente remossi senio, ma con mazor fervor senio infiamati, la patria, la vita, le facultà et figlioli nostri exponere, per honor et ■ gloria de la serenità vostra, se quella, per soa cle-mentia, se degni prestarne il modo, dove et come star et defendersi possiamo. Questa nostra desolata citade, serenissimo principe, è de muri, hormai per vetustade circum.circa collapsi, denudata; per la malignità de 1’ ajere et oeupation de tutto el paese a torno, è inhabitabile facta ; el circuito è de tre migliare et ultra, adeo che non ne alrovamo oltra 200 persone da fati dentro ; soldati, nè altro pressidio de ottobre. 944 zente, che gran numero ne bisognaria, non balliamo. • Turchi, intendendo el stato nostro nel qual se atro-viamo, P altro eri con scale facte et più di 5000 pedoni et 400 cavali, venero per scalarne le mure; et in elfecto P harebeno facto, se Idio per soa misericordia in eodem. instami non havess facto qui ini porto arivar el clarissimo capetanio dii colpho, la cui magnificencia con la galia acostandossi al passo, et con le soe zonle assegurando la terra, li fece da questo suo desegno questi cani desistere, i qualli, con la preda de homeni el animali nostri se retirorno; ma non però sono resolti, anzi de bora in bora con mazor numero li aspectamo ad excidio de questa nostra misera patria, ccede nostra et captività de le nostre done et figlioli. Per il che humililer ai piedi de vostra celsitudine inclinati, suplichemo, per amor de P eterno Signor Idio, se degni o fortificar questa nostra patria, che almeno da un simplice exercito et subita incursione non siamo persi, o meter tal pres- 37 sidio de zente et galie, che de qui partir non possi-no, che asecurar da qualche banda ne possiamo. Noi speramo che la excellentia vostra, per pietà et misericordia, per ben et honor del stado suo, exaudirá questa nostra justa et miseranda suplicatione, presta et abundantemente; nè interponerà tempo né momento, perchè in iclu oculi, exitio certissimo ne è imminente. Se veramente non li piacerà farlo, o vero a questa nostra extrema unctione differirà remedio salutifero, noi con le lachrime agli ochi a vostra sublimità le mure, le chiesie, le case nostre et il natalicio solo ricomandemo, che, ex nane, luti per poter viver soto P ombra de vostra serenità fra cliri-stiani, de qui senio per levarse; volendo più presto mendicare ad aliena limina, che tra infideli habitare et da’ turchi esser opressi et trucidati. Nec plwru. Gratie eie. Dyrrachii, 19 septembris 1500. Subscriptio : Serenitalis veslrce fide/issimi servi-tores, consilium XII et universitas civitatis Dyrrachii. A tergo : Serenissimo principi el domino excel-lenlissinio, domino Angustino Barbadìco, Venelia-rum etc. duci illustrissimo. Copia, di la lettera scrila per fiorentini in risposta al ducha di Ferara. Illustrissime princeps ac excellentissime domine eie. Nulla nos nova admiratione affecit consilium propositumque hoc excellentiee vestreecogitandiscri