587 MCCCCC, MAGGIO. 288 Hongaria, chome aspetemo la resolution di la regia majestà; et che vedano, potendo, aver le trieve col turcho. Fu presa. Fu posto di far il primo pregadi orator a Roma, in liiogo di sier Pollo Capello, el cavalier. Et fu preso. Fu posto per li consieri e savij la parte di lo acordo di Lipomani dal bancho, licei tutti li creditori non havesseno sotoscrito eie. Contradixe sier Hironimo Duodo, fo a Parsenal; unde, balotata, ave 50 di no. Et non fo preso nulla. A dì 5 mazo. In colegio, con li cai di X, mandati tutti fuora, veneno li quatro oratori francesi, nominati di sopra: la nome di qual è questa, chome scrisse il Cardinal Roan in la letera di credenza, data a Mi-lan, a dì 23 aprii, soto scrita : Cardinalis Rhotoma-gensis. La mansioni dice : Illustrissimo et excellenlis-simo principi domino Angustino Barbadico Venelia-rum duci; et dice : Magnificos regios consiliarios et zambellanos Stephanum de Vese, senescallum Belhra-dri, Jacobum de Claramonte, dominum de Monteson, speclabilem regium consiUarium, el regii hospicii magistrum Guiraldum Dansusane, dominum de Ca-brienes, una cum magnifico domino Acursio Mayne-rio. 11 re scrive a la mansion : Illustrissimo duci el dominio Veneciarum, amicis et confcederatis nostris carissimis. Or, venuti ditti oratori in colegio, il principe li fé lezer la deliberation nostra dii senato, di darli il Cardinal Ascanio ; et essi oratori se reduseno a uno; poi domino Acursio rispose, ringratiando la Signoria eie. ; et che il re harà grandissimo piacer. Et poi disseno veriano domati a parlar di altro. Vene uno altro secreto per caxa dii principe, et con li capi di X stete assa’ in colegio ; et chi fusse non lo intisi. Di Ilongaria, di oratori nostri, sier Vetor So-ranzo et sier Sabastiam Zuslignan, di 18, 21, 24 et 25, date a Buda. Come erano andati dal re, ricevuto le nostre letere, qual era in una camera torni,ita di panni negri, per devution di la settimana santa, et niun li parlava. Et pur quel zorno, a dì 18, fo il sabato santo, ebeno audientia. Li disseno di la sentenza fata per il papa di la seperatiom dii matrimonio tra soa majestà et la regina, fata a Roma ; et si rale-grono ; tamen soa majestà lo sapeva i dì avanti, per letere di Roma. Item, li disseno dii Manenti, secretarlo nostro, andato al turcho, et la risposta fata per la Signoria a l’orator dii turcho; solicitono la resolution di soa majestà a la confederatiom. Rispose il re, ringraciando di l’opera usata zercha il matrimonio, et die si facea la dieta questo San Zorzi, dove si terminarà la risposta. E sopra zio fo longissime parole et tediose letere. Di XXI. Come il zorno di Pasqua il re fo in chiesia con le cerimonie a messa, et veneno a levarli di casa, et vene a levarli essi oratori, per nome dii 107 re, fino a caxa, il reverendo sermionense et il magnifico castelam. Et il re andò a la chiesia, a questo modo: prima li cortesani; poi zoveni fìoli di baroni, vestiti d’oro e d’arzento, et uno barom portava la spada davanti; poi il re; poi el ducha Sigismondo, l’orator dii re di Polonia, li nostri oratori; poi li prelati, primo lo episcopo di Cinque Chiesie ; non vi era il reverendo ystrigoniense, ni lo arziepiscopo colocense ; poi li baroni layci, il magnifico Jereb Peter, il magnifico conte Piero, vayvoda de Transilvana, el magnifico Grafi Benoch, il magnifico Josa. Or, poi compita, li nostri oratori andono a visitar il ducha Sigismondo, e li feno oration latina. Item, di coloquij abuti con quelli secretarij regij ; tamen ninna resolution si fa, fino non sia spazà la dieta, o ver non torna il messo suo andato al turcho. E dicono non concluderà lì, ma, volendo il signor turcho far le trieve, le farano qui in Ilongaria con l’orator di esso turcho. Ilem, essi oratori scriveno, prometerano li ducati G0 milk al re sollo, se altro per la Signoria non li sarà ordinato. Item, chome 1’ orator di Polonia li hanno ditto di uno capetanio dii turcho, homo famoso, nominato Mauchoz, qual mo do anni fu verso Polona con zente, et vene per monti asprissi-simi. Ilora il signor turcho volea taiarli la testa, et lui si à tato forte in certo Iodio, e non voi andar a la Porla. Item, che tartari è acordà con turchi, et che il signor Stefano, vulacho, vayvoda de Moldavia, era venuto con exercito in campagna. Item, chome hongari li à dito, sperano il re Maximiano si acorderà con Franza contra turchi, et che li baroni e regnicoli è contenti di far guerra, ma li prelati no, perchè li tocha a pagar assai. Ilem, che l’orator yspano e quel di Napoli, stati da la raina Beatrice, erano ritornati lì a Budoa. Ilem, scrisseno di uno Piero di Transilvana. Item, ricevuto letere nostre zercha la captura dii signor Lodovico, la disseno tal nova al re ; disse li piaceva ; poi riceveteno nostre di la presa etiam dii Cardinal Ascanio, qual la comunicherà a la regia majestà. Da Roma, di l'orator, di ultimo. Chome fu fato concistorio, et 0 fo fato zercha il turcho, et domino Bartolamio Saliceto et Bernardino diPerosa, schalchi di Ascanio, sono stati dal papa, et presentato certa scriptura, manda la copia; et il papa manda a la Signoria lo episcopo di Tioli, per dimandar la relaxa-