MCCCCC, GIUGNO. Fu posto per tutti i savij dar uno armiragio e do compagni di stendardo, a sier Domenego Dol-fìm, va capetanio al colff». Et fo presa. Fu posto per tutti, scriver a 1’ orator nostro a Napoli, zercha quella nave dii Spinola, di bote 2800, la debbi tuor con 200 homeni et ducati 1200 al mexe, ferma di do mexi, et uno di rispeto, et ciarli al presente ducati 1000, quali, volendo, se li manda per una letera di cambio, con questo, sia armata, et si parti in termine di zorni X. Ave tutto il conseio. Fu posto per tutti, la parte di le do nave tolte per colegio, videlicet di Prioli, con homeni 110 e ducati 600 al mexe, con ferma di 4 mexi ; et il be-lingier di Pexari, con homeni 90, ducati 450 al mese, il biscoto eie. 11 pagamento, ut pulci in parie. Ave X di no. Fu posto per lhoro savij, di mandar uno secretano a Milani, qual parerà al colegio, et debbi star lì a Milan. Et fu presa. Fu voluto poner per alcuni di savij la parte di Lippomani, e li creditori saltono suso, adeo 0 fu fato. Fu posto per lhoro, dar la lectura, in loco di Zorzi Valla, lezeva in questa terra, nooiler defuncto, a domino Gregorio Amaxeo; et il consejo mormorò. Si tolseno zoso, dicendo si meti a la prova. Fu fato un savio dii conseio che manehava, et rimase sier Piero Balbi, fo savio dii conseio, 107 ; sier Zorzi Corner, el cavalier, 82; sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, 79; sier Constantin di Prioli, 74. Item, uno savio di terra ferma, sier Piero Duo-do, fo savio da terra ferma, quondam sier Lucha, qual [tassò di 8 balote eie. A dì 30 zutjno. In colegio da basso fo il principe. Prima fo alditi sier Hironimo Querini e sier Domenego Zorzi, per la diferentia di Pandim, dii conte Almerigo da San Severino, con madona Fina, sua matregna, per caxom dii feudo eie. Li fo ditto per la Signoria, metesseno in scriptum l’opinione sua, la qual si autenticherà ini pregadi, dandoli l’apella-tione. Vene l’orator dii papa, in materia di fra’ Cherubini, retenuto per li cai di X, et di soi danari à d’ha-ver dal Cardinal Ascanio, li voi da Cremona ; poi per cosse partieular di certi beneiìcij. Li fo risposto bone parole, che si faria. Vene l’orator di .Pranza, dicendo haver inteso di la poliza messa a l’avogaria, et che sa è Marco da Martinengo in questa terra ; voria saper eie. Li fo risposto, nulla esser. Poi disse zercha la suplication dii francese con tra sier Zuan da Molin ; et li fo lelo la letera di 17, di 1’ orator nostro a Napoli, et la Ie-tera presa di scriver eri ini pregadi a l’orator in Frauza. Vene l’orator di Ferara, in materia di certi sal- ii eie. ; cosse di podio momento. Li fo risposto, si vederà. Vene domino Thadeo di la Motella, dimandò agumento ; et suo zenero, di’ è cremonese, qual era con lui presente, voria con luta da la Signoria nostra. Poi dimandò certi lochi. Li fo dato bone parole per el principe, e ditto poni in scriptum. Veneno li tre colleschi, Bencivenga da Salerno e li doy dal Castelazo, voriano augumento, o vero la Signoria li lievi 8 homeni d’ arme per uno, non pono star cussi. Risposto, si farà. Vene Dimitri Paleologo, da Napoli di Romania, ringratiando di la parte. Voi una letera per inanimar stratioti. Ditto si farà. Vene sier Cabriel Soranzo, va soracomito ; tolse licentia dal principe ; va con bon cuor ; volse una letera eie. Vene sier Nicolò Michiel, provedador, sier Pollo Pixani, el cavalier, e li avogadori, dicendo ozi sier Antonio Grimani à il termine di andar al confini ; non voi andar, e sta a caxa. Li fo mandato a dir, per Zorzi Franco, secretano, debbi andar. Qual rispose, voi termine come si dà a quelli vanno a la forcha; dicendo lui, haver visto leti e forzieri ligati in caxa. ul dicitar, vo! ir frate e la moglie- monicha. Di Ferara, dii vicedomino, di 27. Come è nova, francesi esser alozati a Cassina e Pietra Santa, aspe-tano risposta di Pranza; et domino Guido Antonio Vespuzi, orator di fiorentini, destinato a la Signoria nostra, temporiza a venir, per non haver il modo di levarsi. Item, de lì è nova, vien di qua da’ monti assa’ lanze e pedoni ; il signor voria mandar in questa terra don Alfonxo, suo fìol ; e si divulga il papa trama liga con il re di romani e li reali di Spagna. Or fo consultato in colegio, esser buono, e cussi fo scrito al vicedomino preditto, persuadi il signor non mandi il fìol de qui. Dì Brexu, di recto/i. Chorne hanno, a Mantoa 161* esser Frachasso e Marco da Martinengo ; et il si- ■ gnor ha lato retenir fra’ Hironimo, heremita, et .Chri -stofal di Calabria, fo capo di balestrieri ; si dice questi voleano amazar Marco da Martinengo. A Mantoa non hè todeschi, et ne sonno a Hostia zercha 150 venuti da Roma, capo uno domino Zorzi, aspela il ducha Alberto di Baviera, vien a Mantoa a batizar il fìol dii marchexe, poi ritornerano insieme con li fanti in Alemagna. Item, essi rectori hanno scripto