m WCCCCC, OTTOfiftE. 980 A ili 27 octubrio. In colegio, prima el principe, mandato tutti fuora, conferite alcune cosse secrete dii conseio di X, zercha Maximiano, et steno alquanto, senza perhò li cai. Vene 1’ orator di Napoli, dicendo haver nova di Eiemagna, di gran preparamenti si fa ; et che sa, si la Signoria nostra mandasse orator a questa dieta, fano a Nolimberg, saria admesso. Veneno poi }’ orator dii papa con l’orator di Franza insieme. Et comenzò quel dii papa, e fé le-zer uno brieve, li scrive il pontifice, di 19, di la bona disposition sua di andar im persona contra turchi, dummodo vi vada uno di essi re, et vi vera li cardinali. Item, manda una 1 etera li scrive el re di Hongaria, di X septembrio, et con la risposta fata a li oratori di esso re, per il re di romani ; e una letera li à scrito il turco eie. ; et fono leto le ditte letere. E poi fé un longo discorsso, zercha Maximian. Principiò____; in condusion, di gran materie. Demum l’orator di Franza parlò, cargando ditto re di romani; et si el papa, la majestà dii suo re, et la Signoria nostra sarano uniti, non potrà Maximiano far 0 eie. Et il principe rispose sapientissime, e fé un longo discorsso, dicendo di la fede nostra, e volentiera mandessemo orator al re di romani, et aspetemo ne scrivi la opinion sua, come à serito di far. Di Caravazo, certa teiera di sier Zuan Antonio Dandolo. Zercha quelli dacij ; par quelli di Milan non voleno; usano stranie parole. Da poi disnar fo pregadi. Non fu il principe. Fu fato election di uno provedador a Sonzim, in luogo di sier Marco Loredam, à refudà, et a Trevi. Rimase a Sonzim sier Beneto Emo, fo ai X offìcij, quondam sier Bertuzi, e a Trevi sier Daniel da Canal, fo a le raxon nuove, quondam sier Piero. Fu posto per li consieri certa gracia di sier Lu-tinrdo Michiel, et fo balotà do volte, et tamen non have il numero di le balote. Fu posto per tutti li savij una parte, zercha le do galie vago per viazo, per conto di la Signoria nostra, siano a rata, e limitado li precij, e li nolli siano di 1’ arsenal. Ave tutto il conseio. Fu posto per tutti, che li provedadori sora co-timo mandi quanti danari hanno al consolo di Damasco, con ordine disfalchi etc. quello è debitor co-timo, con certo ordine, ul in ea. Ave tutto il conseio. Fu posto per nui ai ordeni, atento il capetanio di Famagosta habi cassato uno......, era li inze- gnier, per insuficientia, e, atento li altri capetanij stati, habino data bona relation, che '1 ditto sia ri messo nel loco suo, non obstante la cassatiorn. E ditta parte ave X non sincere, 27 di no, 38 di sì. E fu presa. Da Cor/'il, di sier Luca Querini, provedador, di 390 13. In soa excusation, zercha le ehalchare, qual non li costa ducati 100, et è sta scripto, à speso ducati 1000 ; tamen si vedrà la verità, e a bocha si dirà el tutto, zonto sarà di qui. Biasma l’opera si fa di la cisterna in castello, et saria meglio far altro ; ma non puoi più, ergo eie. Di Gradiscila, di sier Piero Marzelo, provedador. Come mandava de qui con custodia Zorzi Vida, contestabele etc., el qual fo posto im prexom, a requisizioni di avogadori di comuni, per esser mena im pregadi, come per la Signoria li fo scrito, quando fo retenuto. Da poi pregadi restò conseio di X simplice, per dar taia a li do zenthilomeni confinati, fuziteno di prexom, videlicel sier Zuam da Molim et sier Francesco Contarmi, di sier Hironimo ; tamen non de-teno ; el intisi andono frati in uno monasterio di Servi a Bologna. Copia di una teiera scrila jper il re di Hongaria al summo pontifice. Beatissime paler et domine clementissime, post oscula pedum sanctitatis vestree beatorum. Etsi diebus hissuperioribus, cum per meas tum reverendi domini Gasparis episcopi calliensis sanctitatis vestrae oratoris litteras, gratias eidem sanctitati egi non vulgares, quod illa, pro sua insuperabilis reeti-tudinis indagine, una cum sacro reverendissimorum dominorum cardinalium senatu, controversiam ma-trimonialem diremit, qua tamdiu graviter et immerito fatigalus fui, tamen vel impreesentiarum majo-res quas possim, et eas quidem immortales, habeo agoque, habereque et agere numquam desinam. Ob ejus siquidem tam sancti judicii administrationem, qualem cum utroque regno meo universisque provinces meis Isetitiam ceperim, quantumque in me et serenissimo rege Poloniee ceeterisque illustrissimis germanis ac fratribus meis erga sedem apostolicam et sanctitatem vestram studia pietatis et obedientia; excitata fuerint, non facile reserare posse confido ; quo fit ut in agendis gratiis sensuum meorum fómi-tem imperfectum esse arbitrer, hoc solum pro ju-bilationis impulsu semper exprimens: Benedictus Dominus Deus, qui per gerentem ipsius vices in ter-ris, fecit nobiscum misericordiam suam ! Misericor-