469 MDXXVH, LUGLIO. 470 Milano, sopragionse il signor Renalo Triultio, del qual è la ditta villa di Formigara, et disse che olirà il formento et vino, in queste trecorarie hanno menato dentro più di 300 animali grossi. Mi ha ditto 310* etiam Sua Excellentia, il castelan di Mus haver preso Mongoze, nel qual loco li erano molli gentilho-meni milanesi, fra li quali vi era il signor Alexandro Bentivoglio. Fo leto in questo Pregadi li avisi hauti di Roma per via di Mantoa. Item, una lettera di monsignor di La Moreta orator del re Christianissimo, data in .... a di .... Scrive come sguizari....... Dal campo, da la Pieve, del proveditor Pi-xani menerai vene do corieri, con lettere di 5, et 6. Scrive come ha recevuto li ducali 9000, et darà danari a li fanti etq. Colloquii hauti col Capila-nio zeneral, qual li ha ditto haver inteso la custodia si fa a la signora Duchessa soa consorte et suo fio!, et di la poca fidanza si ha de lui ; comemorando la servitù sua con parole molte alìectuose, dicendo in questo li va il suo honor de infidellà, il che stima più di cosa del mondo, et che per lui mai ha mancato di aricordar et exequir ogni ben per la impresa, confessando tacite la Signoria si ha voluto ase-gurar ; et che l’è contentissimo che ’1 fiol stagi, et si ’1 non fusse, lo manderia ; ma la Duchessa per esser malsana voria l’andasse a Mantoa a mutar aiere. Tamen voi quello voi la Signoria, et manda sopra di zìò domino Oratio Florido a la Signoria nostra : concludendo voi dar le sue forteze del Stato in le man nostre con quella secreteza si convien, tratan-dosi F honor suo. Al che esso proveditor Pixani rispose saviamente, che è da creder il vulgo si habbi dolesto non esser stà fatto operalion bona per il ben di Roma, et però si doleno, unde è stà forzo a la Signoria far quelo ha fatto ; che però lui nulla sapea, non che Sua Excellentia non fosse da quelli è al governo tenuto di quela fede la è et si ha visto per ogni andamento ; con altre parole ben dille al proposito. Poi esso Capitanio disse si doveria impir le compagnie, perchè volendo ussir inimici di Roma si possi esser contro. 3< 1 Di Roma, del Cardinal Pixani, di castello, a dì 3, a suo padre in campo. Come continua la grandissima mortalità, «t li lanzinech erano sublevati volendo le loro page che dieno haver, et zer-cato il principe di Orangies per amazarlo, lui fuzile, et si ascose, et li messeno la caxa a saco. Item, voleano il Papa con li cardinali in le man per haver da loro 400 milia ducati ; ma la cosa fo aquelada. Item, scrive come li capitanei spagnoli haveano prestà ducali 50 milia per pagar li fanti, età loro vien dato in pegno Benivento, et ubligalo la trata di le decime del clero concessa per il Papa nel regno. Et come, inteso la venuta di francesi in Italia, hanno electo per loro capitanio supremo il Viceré qual è a Napoli. Item, scrive come il Papa havia dato a li cesarei, per li 20 milia ducati restava a dar fin a la summa di 100 milia, alcuni pegni eie. Scrive esso Cardinal, si suo padre voi scriverli mandi le lettere al suo palazo di San Marco, che le ha-verà bon recapito. Da Crema, di 10. Manda una lettera di campo, dà Riomo, del conte Alberto Scoto, di 9, qual dice cussi : Magnifico et clarissimo signor patron hono-randissimo. Quantunche non gli sia cosa degna di aviso, niente di meno ho voluto però, accadendo venire ivi il presente, scrivere la presente, dicendogli che altro non c’è salvo che il ponte fatto su Lambro per li nostri si ritira più di sopra per più comodità del campo nostro ; et vivanderi et li cavalli ligieri che erano alogiati fora de li repari nostri, tutti si ritirano dentro de essi repari. Non altro eie. Noto. In le lettere di campo da Riozo, notale di sopra, di 7, è come erano stà presi do explora-tori de inimici, uno voleva mesurar la torre, l’allro voleva brusar le munition, et sarano apichati. Et cussi fo. Adì IO. La matina, fo lettere dì Fiorenza, 311* del Foscari orator nostro, di ... . Come la peste seguiva in quella città, et come li cardinali . . . . erano stà richiesti dal governalor di Bologna a dover andar 11, dove di ordine del Papa, il resto di cardinali dieno venir a far 11 residentia. Vene l’oralor eli Fiorenza, qual in consonanlia ha lettere di soi Signori, che ’1 soliciti F ingrossar del campo. Vene uno nonliodel re Christianissimo suo zen-tilomo, nominalo monsignor di Leno . . . . el qual porlo lettere di credenza et sento apresso il Serenissimo, e presentata la lettera di credenza da Paris, di.... del passato, disse assà cosse, et dele una inslruzion in scrittura. La copia di la qual, potendola haver, sarà scritta qui avanti.