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MCCCCCI, GENNAIO.
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     vesseno redur robe, fameglie e animali a le forteze et insule. Et a di 15 have dal vice conte di Clissa, soto il re di Hongaria, dita hostc dover vegnir a’ danni de. E tandem, a dì 16, a </s terza, veneno, insalutato, su quel contado, da cavali zercha 1400, benissimo in hordine ; e si non era le vardie su li monti, qual die nocluque stanno, che treteno schiopeti, e il caporal con alguni homeni posto in castello Zoello predito, qual trete bombarde, et li villani restati in le ville ebeno tempo di asecurarsi, e dicti cavali 1400 passono a lai del monti prefato dii castello Zoello, e andono a brasar certe ville di l’episcopato tragurino, e li villani, per il trar dii castello, za si haveano reduli a uno principio de castello, fato a la marina per el reverendissimo domino Francesco . Marcello, episcopo tragurino, con tute le lhor fameglie e bona parte di animali. Et ivi ozi dicti turchi a nona fono per darli bataia, el luì conte subito ge mandò, con barche,'homeni e artilarie, et lo episcopo andò im persona, adeo essi turchi nulla nosete a ditto castello ; per tanto voria schiopeti et polvere, acciò possi dar ajuto a quelle forteze.
        Dii ditto, di 18. Come da poi che cri dicti turchi, poi nona, partino dal castello di lo episcopo, da cercha cavali 300 si messeno in argnaito, c lassò animali in abandon ; e alguni villani temerarij ando-rono per tuor essi animali, et quelli turchi posti in arguaito, li messe di mezò, e li preseno, e fono da zercha 30. E in la note supravenente, dicti turchi dormiteno soto el castel di Zoel, mia uno lontan dii
526	castello ; et ozi da matina diti turchi se levorno, e se redusseno oltra dii castel Zoelo mia zercha 4, con demostration de volerse in tutto partir. E alguni murlachi zoveni, erano fra li monti ascosi, subditi di la Signoria nostra, per voler recuperar animali, creteno li turchi fusseno absentadi, e andati, essi turchi messeno di mezo essi messchìni, et li preseno, che son sta da zercha 34 vilani ; e iterurn turchi tornono ad alozar oltra il castello mia 4, et ivi dormiteno questa note passata. Et la precedente esso conte mandò socorsso de homeni et artilarie al dicto castello Zoelo, dii qual nulla dubitò. Et dii successo di dicti turchi per altre darà aviso.
       Da Zara, di 14. Di 1’ adunation fa Schander bassà in Bossina, perhò aricorda si mandi danari per li fanti eie. Ilem, manda una letera li scrive il conte di Sibìnico, di 13. Che Schander bassà con exercìto grossissimo intende passar per la via di sopra ; non se intende dove sia per andar. Et prima, per letere di 7, avisa dia andar a Lavrana ; e da Ragusi ha, dia venir a Nona. Il erri, mandano una te-
iera abuta di Nove Gradi, di la consorte de sier Polo Chatichio’ avisa di tal adunation di Schander.
Ilem, una letera di sier Alvise Sagralo, castelan a Lavrana. Par el vayvoda Coxule li habi dito, che, si vien turchi, alozerà col campo in quel teritorio di Lavrana. Ilem, li provisionatì, sono de lì, non si voi mover, e più tosto voleno esser laiati a pezi, ma ben voleno danari da poter viver. Ilem, domino Zuam Tetricho, cavalier, come à ’buto da Coxule, che il conte Piero de Marigna, qual si à scosso per ducati 1200 di man di turchi, li scrive da Ragusi, di 8, come sopra Bosagna si fa gran adunation di turchi, per vegnir nel conta’ di Zara e Sibinicho, e, a la tornata, voleno dar bataia a Sivu et Cucivo, lochi di la majestà dii re di Hongaria.
    Di li ditti rectori, di 19. Avisano di la coraria fata per turchi nel conta’ di Traù, e Schander si prepara venir molto potente ; mandano una letera abuta dii castellali di Lavrana. Ilem, aspetano soi esploratori ; aricorda se li provedi dì danari. Ilem, la letera di dito castellan, sier Alvise Sagralo; e una li scrive Coxule, come li turchi robano el conta’ de Traù, e sono tornati su quel di Sibinicho, e hanno corsso domenega e luni, et la hoste di Bossina è aparechiata ; e per questo fazi li homeni se guardano ; et è soto scrìta : Paulo Sterbaz Coxole eie.
    Veneno dentro in colegio do oratori di la comunità dì Zara, nominati sier Crcsole de Zedolim et Francesco de Galelis, quali exposeno le calamità di quella povera terra ; patido 4 incurssion, peste et carestia, e non hanno più di viver; perhò voleno morir soto 1’ ombra di la Signoria nostra, e voleno in ogni caso far come Modon, e non chome Coron; et Schander bassà voi venir a tuor forsi altro cha scorsizar, per tanto si provedi a le fabriche di la cità, compir il barbacham a Nadino; ilem, a Lavrana, dove nel borgo è pericolo per non haver di viver, et Nona, et Nove Gradi ; et primo, voleno trata di formenti di Puia ; ilem, si lievi il soldo per staro dii fermento intra eie.; item, vini non possi vegnir lì, acciò possino vender li lhoro vini. Disse el beneficio si havia di Zara di 3 galie ordinarie ; et alias, di quel contado, missier Vetor Soranzo e missier Jacomo Marzello, zenerali, interzono l’armada ; hora è disfato tutto. Item, presentono li conti, et si provedi etc., con molte parole, dicendo : Havemo un libro ; vobiscum vivendum el vobiscum moriendum. Et per 526 * il principe li fo risposto, non dubitasseno di alcuna cossa, perchè Zara è il cuor nostro, et al bisogno, non solum se li manderà zente armata eie., ma an-deria im persona, sì che per niente temano di far