JfCCCCCr, MARZO. 1508 zer tuia altra letera li scrivono li provodadori dii commi, che le lane non si vendono, li panni in garzarla non sono levati, li citadini si voi partir e andar ad habilar a lo ville, et non ponno patir la graveza 582 ' di soldi 5 per campo, con aUe_ parole eie. Unde, consultato la materia, per esser d’importanti;!, vedendo Iute le altre cita aquisce, da questa in Cuora, alcuni voleva risponderli ini pregadi. Et parlò sier Marco Sanudo, d consicr, terminato el principe, justa il consueto, li diclii et monstri lo cror suo, cargando essi oratori eie. El cussi fu facto, udeo non sepeno risponder, el si partitemi, dicendo lhoro haver scri-to etc. Poi el quinto orator parlò zcrclia li zudei, non slagino lì, ma a Soave c Villafrancha. Item, cheli ci-tadini di Verona, hanno posscssion sul colognese, voleno pagar a Cologna etc. Rispostoli, pagino pur una volta. Di sier Zuarn Dialo, provedailor generai in Dal-malia, date a Sibinico,-a dì 24. Come parti di Zara, andò a Lavrana la màtina; fo quel di, examinò la forteza, judichava fusse più forte; el borgo è debile, e fato quel riparo si poi, perchè il tempo non serve ; e in la terra caschò la muraia, e, fato uno riparo de gradizi, l’à fato smaltar per dubito di fo-‘ elio, e à ordina sia taià uno arzere, e sia fato uno fosso si conzonza con le altre fosse, qual arzere era scala a li ninnici, e con pocha artilaria si haria proso ; posto ordine a compir la cisterna. Lauda sier Jacomo Manolesso, prove ladòr de lì, che molto si opera ; et di le gente non potè far la mostra, né li stratioti, perchè sentì trar certi colpi, dubitò non fusse turchi, spazò cavateti, et montò a cavalo, e scontrò li cavalari, e li disse ditti trati esser per far festa di una madona Dorathea, che cavalchava, Or, zonto al passo dove si trageta, trovò sier Vetor Bragadin, conte di Sibinico, con li citadini venutoli contra, e lo recevete con gran jubilo, cantando el Te Deum lau-damus; stato poi col rector, qual lauda di le provi-sion fate, li vene a caxa zercha 20 citadini di primi, e li fè una longa oralion, ringraciando la Signoria di averlo mandalo, perchè prima, si turchi fusseno venuti lì a campo, non sperava socorsso di Zara, Traù et Spalato ; bora sì. Li rispose era venuto per ajutarli, et non li mancheria etc..Ilem, trovò certe barche di Cherso, Arbe e Pago, con spesa, qual l’à licentiate. É1 signor Schandarbecho con li arsilij non capitò lì ; et quelle potesse haver di galie, le retene-ria. Item, il provedailor va al Zonchio. Sier Marco Loredan capitò lì con li arsilij ; eliam l’à licen-tiato ; à dato la paga, e fato la mostra a li stipendiali ; et di 40 page dia esser in castello, non è 25, e sono vechij e putì, che hanno gracia di starvi, c fanno far le guardie ad altri per lhoro. liem, Polo di Gandino, contestabele, à page da guazo ; basteria fusseno provisionati ; et la compagnia è in gran calamità. Manda una letera abula dal provedador e castclan di Lavrana ; il sumario di la qual sarà qui soto scrita. Da Lavrana, di sier Jacopo Manolesso, provedador, e sier Alvise Sagredo, castclan, al provedador di Dahnalia, dì 24. Come in quella matina era venuto li uno Lantilago Rurich, mandalo da Cosole, a dirli el ducila Charzego, dovea venir a Tenina, è restato, perchè el banovaz de Jayza li avisa, turchi ini Bossina esser adunati per corer in questi zorni o a Sibinicho o a Zara ; et il ducha à mandato secrete a far saper a tutti soi subditi, stiano preparati, come turchi siano calati, voi ad ogni modo esser a le man con lhoro ; si dice sarano cavali 1000, pedoni 2000. El qual Cosule dice, el ducha voi da la Signoria tutti li cavali di Dalmalia, e adunarli insieme. Item, el banovaz di Tenina, Marcincho, è in ferri, im pre- 583 som dii ducha ; e l’altro suo fradelo è a Tenina, molto di mala voia, e non fa le malierie, e non mi-naza più questo contado, come el solleva. Lem, à dato principio a li lavori. E poi scrita, à inteso, el cavalo di esso proveditor esser asgorbado eie. Dii ditto provedador di Dalmalia, data a Sibinico, a dì 27. Chome era venuto lì uno orator di Traù, a dirli etc. Li à dà barili 50 di li 200 fonno mandati con la fusta di Veia, et à scrito al conte di Liesna e Braza, fazi una descriptiom di homeni da fati, per socorer Traù al bisogno, e ne à scrito una altra a li dili, che quando sarano richiesti dal retor di Traù, li mandi socorsso, qual non si opererà si non al bisogno. Item, per varie vie ha inteso le preparatoli di Schender bassa per Dalma-tia ; dubita di Lavrana e Nona, e non di le terre grosse, per bataia di man ; unde à mandato uno ca-poral di Ilironimo Tartaro a Lavrana con provisionati 25, e ditto contestabele lo mandò a Nona; e perchè Bernardin da Lignago è in Zara amalato, homo scandoloso, à scrito a li redori che la sua compagnia stagi soto ditto Ilironimo Tartaro, e, zonti sarano li bombardieri, mandino uno a Nona, l’altro a Lavrana. Item, ricorda Spalato, Traù e Sibinicho voria 100 provisionati per loco. Item, à examinà le torre dii porto, qual è fortissime per via di terra, nè per bataia di man è da dubitar, et X in 12 homeni per una le varderia da ogni exorcito, e ponno esser socorsse di la terra, nè è da dubitar,, non ge hessendo armada ; à scrito a Zara li mandi