MCCCCCI, MARZO. 1532 seri li : 14 non sincere; 5 di no, dii Foscari, 52; dii Molin, 57. Nihil caplum. Iterum : 11 non sincere 53 dii Foscari, 57 dii Molin. Et hessendo cussi indurato al pregadi, fo rimessa dita parte. Fu posto per tutti scriver a li oratori in llonga-ria, non havemo abuto sue ; dubilamo li corieri periti ; solicila P acordo, e li danar nostri sono presti, e aspetenio sue letere. Ave luto il conseio. Fu posto per sier Francesco Foscari e sier Bernardo Barbarigo, savij a tera ferma, e li olìciali a le raxom nuove, de ccelerò a li oratori e provedadori per le cosse tolevano a quel oficio, siali dato a quelli va per terra ducati 30, a quelli per mar ducati 20, ai secretarij ducati X, senza mostrar alcum conto di diti danari. Et fu presa. Fu posto per tutti, scriver a sier Zuan Diedo, provedador generai in Dalmatia, in risposta di sue, laudarlo ; e, zercha al ducha Zuan Corvino, remete-mo in lui, consulti col conte Xareho zereba darli li nostri cavali, sono in Dalmatia. Item, dii mandar Jacomin di Val Trompia, con provisionati 200, li poni dove li par. Item, sier Hironimo Querini insieme consulti, a ponerlo a Traù o Sibinico, dove più bisogna. Item, per colegio fo scrito a Zara et altrove, zercha li frati sono li di la cruciata, non la lassino scuoder fino non bara altro nastro mandato. Item, al conte di Sibinico, che il veludo fu dato al conte Xareho per donar al ban di Tenina; havendo inteso ditto barn esser retenuto, debi suspender il presente. Item, fo manda al provedador Diedo uno aviso, abuto di Raspo, di turchi. 592 Da Vicenza, di rectori, di 9. Come erano stati nel suo conseio per la materia di campi ; et domino Alvixe Capra, doctor, deputato, messe li Ihoro oratori dovesseno ancora star de qui. Essi oratori par-lono : la parte 121 et 2 contra ; sì che sono duri a tal cossa ; per tanto avisano il tutto. Fu posto per li savij dii conseio et di terra ferma, scriver una letera a li rectori di Verona, molto .longa : conclusive, non erano per far alcuna muta-tion di la parte di campi, et che in conformità si scrivi a li rectori di Vicenza. Et per sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, e sier Alvise da Molin, savij dii conseio, fu posto che dieti oratori, e veronesi e vicentini, siano chiamati doman in colegio ; et ditoli per el principe il voler constante nostro, et poleno ritornar a lhoro piacer a casa. Et andò la parte : 19 di altri savij, 9G questa dii Morexini e Molin. E fu presa. Fu posto per sier Francesco Foscarini e sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, savij dii con-' seio, et.savij di terra ferma, di elezer el primo pre gadi, con pena, uno provedador in Friul, qual sia luogo tenente di la Patria fino vadi il luogo tenente, eh’ è sier Polo Trivixan, el cavalier, et che sier Antonio Loredan, el cavalier, vadi a la sua legatione, et con quel salario li sarà limità per il colegio eie. Et Jo andai in renga, per dir era forma nova, et si doveria limitar il salario ; adeo essi savij non mi lassono compir, et azonseno con persone 4 et ducati 40 al mexe per spexe. E fo presa. Da Parenzo, di sier Nicolò Liom, podestà, di 5. Come era venuto uno certo fraler a predichar una cruciata in la chiesia di Santa Fumia di Ruigno, e li danari in una cassa con tre chiave : una il rector, 1’ altra do frati; linde, per colegio, foli scrito dovesse suspender eie. Da Zervia, dii podestà, di 6. Come à mandà ex-ploratori per saper di la dona rapta, justa i mandati ; quali con paura sono tornati. Dicono aver visto discargar a Forlì nel castello arme eie. ; e parlò con uno li disse, fo lì quel Diego Ramyres, qual è partito per Spagna ; poi 1’ orator di Franza fo lì ; et altri dice è a Montefìor, lontan di Rimano mia 15, su la strada va a Roma ; et à parlato con uno, nominato Botazo, dice aver inteso da uno calegaro portò lavori in rocha, come à visto a uno balconi do bellissime done in dita rocha, et che ivi li entra pochi, solum li deputati, e il ducha vien spesso stravestito con do o tre cavali, e intra per la porta nominata la Schiavonia. Item, chi dice dita dona è con quel Diego, chi dice di no; tutti chiama vendeta contra il ducha, perchè li soi hanno dipredato il tutto. De le moglie non ne parlo, di le figlie tazo; perchè ili quelle ne sono fatti signori ; ergo eie. Item, il ducha fè comandamento a li subditi di Cesena, che hanno cari, vadino a condur piere di bombarde e artilarie a uno locho propinquo a Faenza ; sì che de dì in dì si vanno preparando. Item, è stà fato comandamento a Piero di Mursia, qual è a Bertonoro, capo di lanze spezate, che ’1 vegni a far la mostra, poi ara danari. A dì XI marzo. In colegio vene sier Alvixe Loredan, rimasto provedador di l’armada, et aceptò libentissime ; et li fo ordinato andasse a l’arsenal, a tuor la sua gali a. Vene l’orator di Franza con quel monsignor de Licurt, qual si parte; et iterum tolse licentia, dicendo era fatto aficionato dii principe, et era stato in 5 vitorie dii roy. Poi l’orator presentò una letera dii