1257 mccccci, di luio, dicendo: Domini uratures, che dicete? L’o-rator yspano laudò molto tal-trieve, perchè si potrà atender hora a le cosse ehristiane. Poi l’orator nostro parlò, facendo gran discorssi, di tre bone operation di soa santità, di mandar i legali, di dar ducati 40 4.93 ' milia al re di Hongaria, di haver persuaso l’armada yspana andar in Levante ; et per tanto, solicitava lo armar, perhò che soa santità ringratia de li 20 corpi di galie. Et il papa rispose, era di quel voler insieme con li reverendissimi cardinali, qualli tutti laudono soa santità. Et poi tonno licentiati essi oratori, et rimaseno li cardinali, senza perhò fata altra conclusione. Ilem, in le letere di eri, dice haver visità il nontio dii re di Hongaria, et ditoli di la raina Beatrice. Li ha ditto il re suo, acciò la restasse in Hongaria, li prometeva di tuor una lia di suo fradello, re Fedrigo, per moglie. Dii dillo, di primo. Ghomc, in quella matina, el papa fo in capella. Cantò la messa il cardinal ale-xandrino. Ilem, à inteso, eri, poi il suo partir, il papa con li cardinali partono assa’ in laude di la Signoria nostra eie. Doman anderà dal papa a soliei-tar eie. Ilem, par a Bologna sia stà retenuto uno homo dii cardinal San Piero in Vincala, chiamato Castel del Rio, fiorentino, qual voleva atosichar mis-sier Zuane preditto, et di volontà dii cardinal è stà retenuto. Ilem, el cardinal di Modena, olim datario, si duol di la risposta fata al Cardinal legato, zercha il beneficio di Santa Agatha da Cremona, et dii cano-nicha’ di Padoa; mule voi far scomunichar el interdir. Di Napoli, di sier Zuan Badoer, dolor, oralor, di 22. Come fo dal re per haver le trate di cara 2 a milia. Soa majestà li disse, era certo la Signoria si contenteria di quella quantità, et era povero re. Et ditta Irata à dato per Traili ; et l’orator voleva libera e non conditionata. Soa majestà disse : È meglio a Trani, volendo far biscoti per l’armata eie.; et ha-vemo capitoli, non poterno far altro. Poi li disse haver letere di 4, di Alemagna, qual non era stà trate di zifra. Itera, esso orator scrive, si la Signoria scriverà caldamente, è certo si otegnirà il tutto; perhò che il re crede, sia esso orator che voglij, et non la Signoria. Da Otranto, di 17. Avisa haver dal consolo nostro di Leze, dii zonzer fi di l’orator dii turcho, stato a Napoli ; et à scrito al capetanio dii colpho, acciò vedi di piarlo. Ilem, per uno gripo di turchi, zonse a dì 16 a Leze, si ha inteso, come al castel di la Clia-nina, a dì primo di questo, trete una saita, che brusò 2000 barili di polvere, vellami e altre monition era- GENNAJO. 1258 no lì per I’ armada di la Valona, per esser propinquo ; et era per il luogo crcpà le mure dii castello. Ilem, esser 5 fuste e la galia pagana in hordine a la Valona, per ussir fuori. Item, à scrito al capetanio zeneral ; aricorda saria da tuor l’impresa di la Valona, che saria facile, per esser levati li janizari, et altri andati in Scopia, per dubito di hongari. Dii dillo, di 22. Manda letere abuie da Corlu, e dii zeneral. Itera, come la galia, soracomito sier Re-nier Vituri, quella matina sola si à potuto levar de lì, et va con disposition di poter trovar l’orator dii turcho. Item, la galia di Monopoli è venuta lì a disarmar, per la qual à ’buto le letere dii zeneral, qual manda. Da Trani, di 27. Come à ’uto per letere di 1’ orator a Napoli, come il re à concesso la trata di cara 1000 formento, sì che vederà di comprar et exequir i mandati di la .Signoria nostra. D i Brandizo, di sier Jacomo Barbaro, olim castellila, di 21. Come per non inanellar da quello à lato sempre, manda uno aviso abuto da Leze, di uno suo amico ; non scrive il nome eie. Da Leze, di IO, a sier Jacomo Barbaro. Cliome 494 1’ orator dii (urcho eri zonse lì ; tuta quella terra li andò contra per honorarlo, alozato nel vescoato, in una caxa ; e li fo fato molti presenti, et par, questo che scrive, parlasse col dragoman di dicto orator. Li disse, fin 3 zorni sària de lì uno orator dìi re, con persone 15, et questo è con X1II1; ha con lui portato da Napoli 4 some ; 3 di panni perpignani e fiorentini, e una di presenti li à dato il re, zoè una peza di brochato d’oro, vai ducati 160. Ilem, li à donato 3 veste di peza 14 1’ una, 2 di damaschino e una di veluto cremexim, et ducali 200. Item, porla al signor turcho 6 belle mulle, una peza di brochato d’oro, do peze di veluto cremexin, 3 di damaschili, 2 di scartato, 2 mastapani d’arzento, e uno tapasi d’arzento. Item, non sa su qual pasazo anderà, e à inteso il viceré à fato uno comandamento a uno gripo, cargava oglij e sapone a San Catoldo per la Valona, resti ; lamen non sa dove si habi a imbarehar, o a San Catoldo, o a Rocha, perchè l’aspeta risposta di brieve di la Valona, da la qual saperà si a Sasno è navilij de’ venitiani. À gran paura passar; et zonto sarà de li 1’ orator dii re, e dii partir, lo aviserà. Da Cor pini, dilbaylo e provedador, di 18. Come quelle compagnie sono mal in hordine; li danari sono mal spesi, per esser inuteli. Primo, la compagnia di Piero Pessina è diserta; quella di Zona To-deseo, è vechio, sta in leto infermo, era governata