1131* MCCCCC, DECEMBRE. (or nostro, eh orne fu dal papa, li disse di questo, exortando la desse. Rispose, faria ; ma che e in cruciata e in le decime trarano 300 milia ducati ; ma soa santità voria le do condition ; una l’armata fusse a soa disposition e contra turcas. Et a questo, l'ora-tor yspano non voi far. Item, poi fo da l’orator di Franza, qual li disse era acordato la legation di Franza a Roam, e comesso le bolle al cardinal Orssi-no e di Capua. Et disse, havia questa note expedito il brieve al cardinal curzdnse. Item, à ’uto letere dii roy, che al primo dì de quaresema saria in Italia con exercito, per recuperar il patrimonio di la Chiesia e contra tarcas. Di Napoli, di sier Francesco Morexini, el dotor, orator, di 21. Chome il re havia auto letere di l’u-niversità di Bari, dolendossi dii governador nostro di Brandizo ; e à visto letere di esso governador, si justificha haver fato con raxon. E il re scrive al suo orator, parli con la Signoria nostra. Item, il re à inteso, a Roma el papa haver dato titolo, al ducha, di Romagna e di Fano. Item, l’orator dii turcho è ancor lì etc. Di Vegevene, di domino Zuan Jacomo Triulzi, marchio eie., a di 28. In recomandation di suo cu-xino, domino Erasmo Triulzi, regio consiliario, per la confirmation di suo’ privilegij ; etiam esso domino Erasmo scrive. Dii signor Pandolfo Malatesta, date a Bologna, drízale al suo Orator è qui, domino O/jizo di Mo-naldini. Voria poter venir ad habitar o a Ilavena o sul Polesene di Ruigo, et la Signoria parlasse al legato, facesse el ducha li provedesse dii suo viver. Fo leto ditte letere, et, nihil dicium. Da Corph ì, di Jacomo Coltrim, inzegner, di XI novembrio, molto longa. Zercha quelle fabriche. Lauda sier Alvixe Venier, provedador de lì ; et scrive voria licentia venir a far 200 provisionati, manoa-li etc. Vene li proveditori sora 1’ arsenal, sier Anzolo Trivixan e sier Zacharia Dolfim, dicendo haver auto, poi i sono, ducati 9055, di qual è stà spexi in le septi-mane, zercha 5000 ; manda a Cividal per remi, a Bologna per canevi, in Agort el Dardani per ferro; et esser in hordine, a certo locho, remi22 milia; mancha i legnami è in Friul ; poi aricordono uno Zuan di Arzentina, bombardier, stato a Gradischa, è qui, si voi partir, sa far gran cosse ; è bon tuorlo e darli provision. In questa matina, fo leto la parte di offìcij di bando et rezimenti di fuora, persuadendo i consieri a intrar im parte ; quali non volseno. ni el principe la sentiva. Et disse questo anno spendeva in le oxelle ducati 500, e conveniva dar a zenthilomeni 2300 ; e al tempo dii doxe da cha’ Foscari, si dava solum a numero 800. Da poi disnar fo pregadi. Non fu el principe. Et, poi leto le letere, fu posto per li consieri la taia a quel milanese amazò il francese nel boscho, justa le letere di sier Pollo Barbo, podestà di Cremona ; zoè 2000 lire vivo, a chi ’1 darà in le man, et lire 1000, morto eie. Ilem, fu posto per li savij dii conscio e di tera ferma una letera al capetanio zeneral, laudandolo di l’imprese, e rispondendo al capitolo richiesto , zercha Negroponte e Metelim, per il capetanio yspano, o ver uno domino Panthaleo Sachano. In con-clusion, voler Negroponte per nui, e il resto per Ihoro. Et poi una letera a parte : legatis solus etc. Et nui, savij ai ordeni, volessemo la letera con questa reformatiom, se li prometi e Negroponte e Metelim etc. Et in questa intrò sier Nicolò Trivixan, pro-curator, savio dii conseio, in la nostra opiniom. Et el primo parlò sier Lunardo Grimani, savio a tera ferma. Li rispose sier Francesco Donado, savio ai 448 ordeni, per esser in setimana. Andò la parte : niuna non sincera, niuna di no, 41 di savij, 127 la nostra. E questa fu presa. Et per colegio fo serito facesse conzar la barn capetania a Corfù ; et etiam, in la parte posta, si li dà libertà di non mandar a disarmar, come fu preso. Fu posto, per tutte tre man de savij, la parte di far li ofìcij di bando per uno anno, comenzando al primo di zener, videlicet siali tolto tuti li salarij ; e di le utilità, da poi satisfato quello pageno di le tanse, sia partito per metà con la Signoria nostra, sotto pena etc. ; et siano electi do apontadori di novo apontino, et a cinque ponti siano fuori, videlicet habi da la Signoria grossi.... per ponto, e quelli poni debitori a palazo, et vengi ogni sabado in colegio a dir etc. ; itern li scrivani, nodari, massari eie. di offìcij, siali tolto li salarij, le utillità siano sue; li qual danari, scossi per li governadori, di mexe in mexe siano portati a li procuratori, et non si spendi in altro, cha in le cosse di mar, per diliberation dii pregadi. La qual parte non s’intendi prexa, si la non sarà presa nel mazor conseio ; e poi si vegni a far previsioni zercha i rezimenti di fuora. Or nium non parlò. Ave 2 non sincere, 57 di no, 114 di la parte. Et fu presa. Fu posto per tutti, mandar li arsilij fornidi iu Cypro, da esser armati de lì a spexe di quel regno, come scrive li rectori ; et li patroni si fazi per li sa-