125 MCCCCC, FEBBRAJ0. 126 siri con turchi a spada per spada ; pur sperava averla. 11 capetanio à la t’ebre ; stava meio ; ma I’ armada malissimo in bordine, quelli galioti non voi più star li. 40* Ilem, fo ditto che sier Toma Zen, el cavalier, con sier Carlo Valier erano stati a le man ; et il Zen 10 havia ferito, e taià do dedi ; et sier Alvixe Zorzi con sier Sabastiam Contarmi. In conclusioni, dii Zen tutti si lamentava, e tanto più laude a sier Dome-nego Malipiero. Di sier Tomà Zen, el cavalier, a la Signoria. Si duol di sier Antonio Querini, qual è sta causa di non esser sta preso certe artilarie per turchi a la soa posta ; et ditto sier Tomà mandò a refudar. 2lem, intisi turchi havia posto caxache a le femene, per parer fosseno iissa’ combatanti turchi nel castello. Ilem, si have dii zonzer di Alvise Manenti, secretano, va al turcho, a dì 12 dii passato, a Patras, ben visto da Fait bassà, qual con 80 cavali acompagnato, va versso Andernopoli, e li araldi sono andati per la via di Rodi. Par turchi desiderano la paxe, e il bilarbeì lo acompagna ; ma il signor fa gran preparamenti di guera. Ilem, vene uno fuzito di Lepanto, qual fo in cheba con il principe e il colegio, e riferite molte cosse. 11 signor fa conzar 1’ armata, e caza li chri-stiani con bastoni a conzarla, manda axapi eie. Et 11 fo posto scilentio, 0 dicesse di tal cosse per la terra. D i Dwrazo, di sier Vido Diedo, si ha, di 7. Par turchi dicno venir lì ; dubita per via di mar di fuste; voi fanti e si provedi. Noto, in questa matina la galia, soracomito sier Anzolo Orio, messe bancho. A di 23 fevrer, domenega. Fo fato parentà di le noze di sier Vicenzo Valier, in la fia di sier Marco Foscolo, el consier. Et li consieri veneno al parentà, non obstante la parte presa nel conseio di X noviter, niun di colegio vadi a parentà. Da Milani. Si have come francesi haveano posto fuora dii castello una vesta negra con do torzi acesi, et non trazeno più a la terra ; eh’ è signal : guai chi si arà trovà. Ilem, par sia stà apichato a Milan alcuni voleva amazar il Cardinal Ascanio, che lì a Milam si ritrovava. Missier Zuan Jacomo è versso Novara; par, nulla fazi ; et il conte di Pitiano, governador nostro, da Trevi dovea passar a Lodi. Di Napoli, di V oralor, come inlisi per teiere par-licular. Di una nave di sier Alvise Bragadim, quondam sier Andrea, carga di noxele, fu combatuta di uno corsaro, et im porto di Napoli fuzita, il re li dè ajuto, e à preso il corsaro eie. Da poi disnar, fu gran conseio. Fu posto la parte di eri, di debitori di le cazude. Ave 6 di non sincere, 232 di no, 882 di sì. E fu presa. Ilem, fu posto per li consieri conzar l’oficio dii zudegà di mobele, siano a la condition di cai di se-stier, videlieel questi presenti e de cinterò, et fu presa; videlicet poleno esser electi dentro e di fuora. Ilem, fu posto per li ditti, la fameia di marchesi Palavesini, nostri fidelissimi, e fono signori tra Parma e Piasenza, e uno domino Zuam Palavesin, dotor, havia oficij da la Signoria nostra, è morto, e li soi fo squartà a Milan per il duella Filippo, e perseno castelli 12, tenuti 840 anni, e rimasto uno fiol che, atento lì benemeriti, li sia dato la contestabelaria di Bergamo dii podestà si ha a elezer. Ave la ditta parte 2 non sincere, 189 di no, 1084 di la parte. E fu presa. Nolo, in questa note fo amazà a San Bortolomio sier Alvixe Loredam, quondam sier Nicolò, da la sua partesana, da incogniti ; andava a Padoa. Sumario di una teiera di 30 zener, da la Zefalonia, 47 smia in galia, im porto, per sier Batista Polani, quondam sier Zorzi, a dì 30 zener, a sier Andrea Bondimier. Chome tutta l’armada nostra si atrova lì al porto di la Zefalonia a combater el castello ; e mes-seno el campo atomo a dì 7 dezembrio; e dice l’è tanto forte che ’1 diavolo non poi far simile, et è zorni 54 nostri li è a campo, e non poi far nulla. Se à roto quante bombarde se à trovà in l’armada, e consumà tuta la poivere, saetamenti c passadori ; et è stà forzo mandar a Corfù per munition, e a Mo-don per una bombarda e nionition ; e quel dì l’haveano conduta suso, et se non farà opera, crede si abandonerà l’impresa. Per esser forte, non si poi far 0 com bombarde, nè con buse a far arder con polvere, et non è tempo di campizar d’inverno, et è una pietà a veder quella armada al modo la se atrova. Tra morti e fuziti non n’ è un quinto, sì che è mal assai. Di l’armada turchescha non inten-deano 0 ; se atrova le fuste in filza a presso terra in colfo di Nepanto, poi li sehierazi, poi le galie sotil, poi le nave grosse con le galeaze. A la bocha del porto sono zercha bombarde 60 di l’una parte, e di l’altra una grossa come quella del castello dii streto. A le nave sono, tra turchi e griegi, zercha 2000 in terra, a marina uno bassà con tre flambuli, la nave grossa, lo suo arboro è tutto marzo ; simel à la barza de 1000 bote, tuta mal conditionada. E