641 MCCCCC, AGOSTO. casse 14, vereioni casse 7, eoraeine da fante a pe’nu-mero 100, et marangoni 5 di galia, con provenza ruza, vano a Modon ; fa'no provisionati lì al Zante e a Gorfù, et ducati 1500 fo mandati a Napoli di Romania, per la galia Meza. L’arma’ nostra è nuda di monition e polvere ; non voleno menar nave con Ihoro, per averne molte; et sier Francesco di Manfredi è al Zonchio, venuto lì con una barella ; dice esser velie 300, galie sotil 70, gròsse 8, fuste 40 da banchi 20 in 22, quare 18, fra le qual la nave grossa, e do galeaze, e una nave di bote 800 in 900 ; el resto, velie picole, qualche schierazo, et il resto bre-gantini. Al Zonchio non hano dato bataglia alcuna, nè credo i la darano ; vano verso Strivali. Di sier Jacorno Venier, eapelanio di le galie yrosse, data ivi, a dì 30. Biascia chi mandò le letere senza le sue ; sier Andrea Bondimier non dè le letere al zeneral, che andava al Zante per aqua. Item, avisa dii socorso si manda in Modon, voria, per sua opinion, uniti haver l’arma’ nostra passa per Canal di Modom ; à galie grosse 14 con la Trivi-sana, sotil 34, vilissimi legni, li cuori et il governo, e in governo e obedientia consiste tutto. Dii ditto, data ivi, a dì 31. Come damatina si leverano, e il vice zeneral li dimandò de li sopraco-miti non volse combaler. Li rispose : Li avè visti vuj ; bisogna castigarli. Si scusa aria soccorsso quelle do galie prese, ma rimase im bonaza ; fé trinche-to, et 0 valse. Et volse per lui soccorso di galie sotil, qual fo sier Marco Grioni e sier Sabastiam Fo-scarini ; voi far la cercha a le tre galie grosse novi-ter venute, ma si duol non haver commissiom. Di Cor fi, dii baylo e consieri, di 4. È ritorna il bregantin, con letere dii zeneral, avisa dii socorso. À manda in arma’ 480 barili, casse 12 di freze, et per la nave su la qual è andà sier Marco Barbo, va ducha in Candia, li à manda barili 170 polvere, et casse 9 di freze, et più non ne hanno ; et han impegnati li arzenti per dar danari a li soldati ; 1’ ultima fusta armano, è in hordine ; la manda a la Vajusa. Item, sier Zacharia Loredan, sopracomito, è zonto ; hanno ricevuto li danari per armar la galia, non ha-rano zurme per aver armato fuste, e aspeta l’arsii ; voriano fassi di azal e zaponi. Dii Zante, di Paulo Jonoma, eontestabele, di 29. Come è zonlo lì con li provisionati, et va a Modom eie. 255 Di sier Domenego Dolfim, capeUmio al colfo, date in galia, a dì ultimo luio, a la Vajussa. Come à di Durazo, di 29, l’armata doveva ussir; à licentià le do galie grosse el do sotil; à scrito l Diarii di M Sanuto — Tom. III. a Corfù, armi fuste ; à scandaià la boclia, è pie’ tre e mezo. Dii dillo, di 4 avosto, ivi. Come veniva da la bocha alcuni zopoli a torno li schagni ; le armar le barche di le galie grosse e sotil, e mandò il suo armiraio, e si levò e andò la malina versso ponente a veder una chava mia 7, a uno lìume nominato Polonia, à fondi assai, pie’ 5 in 6, ma non è sta fato alcuna cava, come era sia ditto, et si staria assa’ a farla, sì che va discorendo lì intorno, per veder. Et de’ turchi una galia sotil, una fusta e uno bregantim ogni dì se reduse a la bocha per guarda. Item, si el signor revocha quelle zenle tien de lì, lui voria hordine da la Signoria nostra, quello babbi a far. A dì 18 avoslo. In colegio vene sier Anzolo Sa-nudo, olìcial a le raxom vechie, con sier Fantini Michiel, quondam sier Hironimo, per una letera era sta scripta, a requisition di l’oficio, al podestà di la Mota, che debbi mesurar el bosco di Oirpenè, per certa confiscation perlende far essi signori de’ campi tien el ditto sier Fantin, eh’ è di la Signoria nostra. Et dito letera era stà suspesa. Or alditi in contradi-torio, la Signoria terminò Iha letera andasse. Vene sier Piero Nani, stato governador a Otranto, e sier Jacomo da Canal, quondam sier Nicolò, do-tor, è creditor dii fito di-la caxa di San Polo, dove sta l’oratordi Napoli; a li qual fo balotado darli alcuni danari, con questo, per esser debitori, si fazi dadi e receputi. Vene sier Jacomo Liom, stato governador a Brandizo, et referite quella esser una gram teraza, è pochi citadini, è molto desabità, quasi li tre quarti ; fa 600 fuogi ; non sono boni marchesclii,. maxime 4 o ver 5, tra i qual uno Bortolo Porcho, qual,, quando il re scrisse voler pagar certi fomenti-per nome lhoro, lui se inchinò in terra ; et a l’intrada di Lodovico in Milam, tuli feva' festa, et messeno mazi per le botege ; et quando 1’ armada dii turcho, l’anno passato, era in mar contra la nostra, a Leze, loco dii re, stavano zente d’arme preparate. Item, le forteze è belle, ma mal conditionale di monitiom, e non hanno vituarie per tre dì. Et li fo dimandalo per el principe de l’intrada. Disse non ha, oltra la spesa si fa, ducati 50 ; e la intrada è ducati 100, zoè di le doane ; et lui à falò bona ciera a tutti, e zurò in man dii principe, haver ben ministrato. Darà li conti a Francesco Duodo, rasonato ; resta creditor più di ducati 460. Poi disse il modo si ha ve, Schan-darbecho era in quel regno ; et quel fra’ Francesco vene de lì ; et la letera dii conseio di X fo presa ; e per via di uno Zuan da Roma, habita lì, eh’ è tuto 41