MCCCCC, SETTEMBRE. 7G6 suo fradello, da Mantoa, quel marchexe à ditto, certo demani sarà questo mexe in Italia, e il ducha di Borgogna romperà a Franza; et lui, Zuan Alberto, scrive, si vede mo il pocbo' ajuto à la Signoria da chi la doveria ajutar ; perhò vardi come se fidi ; intendirae chi pò eie. Da Milam, di Vicenzo Guidoto, secretano, di X. Replicha in materia di milanesi va in Eiemagna, et za li era stà risposto la opinion di la Signoria nostra, che li rectori nostri custodirano, niun vi passi etc. Itera, per Milam è stà ditto con leticia la nova di la perdeda di Modon, da quelli milanesi ; e a dì 8 monsignor di Luciom ge la disse in secreto, dolendossi assai ; poi recevete letere nostre, et quelle andava al re le à mandate per le poste ; et ditto Lucion li disse, sapea il re di romani e il re Fedrico e il turcho haveano intelligentia insieme, et erano d’acordo ai danni di la Signoria nostra, qual li par, spontada, facile potrà invader il stato dii suo re ; lamen spera la Signoria nostra l’ajuterà, et li à ditto, che a dì 9 di note le do nave di Zenoa ben armate fé velia, ma per il tempo non andoe molto lontano ; et par si di-cha, monsignor di Lignì venisse lì a Zenoa per soli-citar l’armar dove è. Ilem, monsignor di Obignì è ritornato in Milan za tre zorni. Di Pranza, di V oralor, date a Melcdun, a di primo, tenuta fin a dì do. Come eri parloe con il re in materia di oratori turchi; par soa inajestà aria volentieri uditi essi oratori; li par saria stato judice di far la pace, e far render quello havesse tolto a la Signoria nostra. Ilem, li parloe di le nove turchesche, et si dovesse proveder. Soa majestà li disse: Uno altro anno farcino gran cosse. Ilem, voria la Signoria havesse per ricomandà la Religion di Rodi, li par porti pericolo, per caxon di haver conduti li oratori turchi, e non son stà alditi ; et che non si fazi pace col turcho, senza voler di sua majestà e dii re di Hongaria. Ilem, eri sera Monzoia vene da lui; disse il re 1’ à aldito ; voi il Cardinal e prior di Franza lo aldi, al qual à rimesso. Ilem, il re aricordò a l’orator li astori sacri; revete (sic) l’azuro finissimo, costò ducati 35. Il re ringracia assai. Ilem, à fato l’ofieio con domino Francesco Bernardin Visconte, qual molto si ricomanda, oferendossi eie. Dii ditto, pur di do, ivi. Come eri partì il Cardinal Roan, sarà absenle da la corte zorni 15. Ilem, il re à ’uto lettere dal marchexe di Rotolili, di Alemagna ; li oratori verano di l’imperio al principio di questo. Par quel re di romani non voi confirmar le trieve, dicendo quello le fè col roy non havia libertà; qual si dice tornerà dal roy a dì 25 di-1’in- stante. Ilem, si stima le cosse di Eiemagna de lì, e il re li disse: Si il re di romani non ne dà fastidio, faremo assa’ cosse eie. Ilem, che avia auto di Zenoa, le do carachie erano in bordine ; aspedava tempo a levarsi. Ilem, eri intrò lì la rezina; li andò contra. Del ditto oralor, date a Meledurn, in zifra, a dì 308 2. Come li araldi zonti eri steteno longamente col re; par aspetti fra’Jaches, orator di Rodi; et diti araldi à ditto a lui orator, haver referito nel conseio, dove era il Cardinal, il tutto ; e il gran prior di Franza hayer denegato do cosse: prima, il turcho pro-metesse non romper a la Signoria; poi, di non smontar a Modon essi araldi esser stà causa quelli di Rodi, et mostrato una scritura sotto scrita per 5 zenthilomeni francesi, presente l’orator regio qui, denegoe ; et è stà mandà per uno è lì a presso. Ilem, eri zonse le letere dii suo orator, domino Acursio, a la majestà regia ; il meraschalho di Giaò l’à ringra-tiato, oferendossi a la Signoria, per quello è stà fato a domino Francesco Bernardin Visconte. Ilem, l’o-rator luchese èli, li à ditto il Cardinal averli dimandato per nome dii re, ducati X milia, Pietra Santa et Motrona in le man ; et che di novo si praticha acordo di fiorentini con il roy, per via di uno, qual nomina, chiamato.............., fiorentino. Ilem, il re è ito in sbara a la caza. Da Cremona, di rectori, di XI. In materia di dacij, e quelli sono debitori per quel conto. Ilem, dii scrivali da esser electo a quella camera, conscia siano do. Ilem, el podestà, sier Domenego Trivixan, el cavalier, scrive di uno caxo, di uno Antonio Lo-vo, nodaro, qual per haver parlato conira uno fiol di osto, per certa litte, modestìssimamente perhò, el ditto lo asaltò, deh 5 ferite, et morite ; caso molesto a tutta la terra. Voi licentia darli taia, bandisi di terre e luogi eie. Di Caravazo. In materia di fanti; come se ne' trova, et eliam molti più se averia, stati col signor Lodovico, qual sono banditi de lì. D t, Gradiscila, di sier Piero Marzello, proveda -dar zeneral, di XI. Come il capetanio di le fantarie, justa i mandati, mandava de qui X di le soe lanze spezade, per esser capi di provisionati. Ilem, aricorda li banditi dii cremonese sono assai, si potriano tuorli a questo bisogno. Et il governador li à ditto, dolersi haver stentato continue per haver honor, e hora vedersi abandonato et vituperato ; converà esser testimonio de li danni farano turchi in la Patria, perchè non si provede di fantarie etc. Ilem, voi mo-nilion ; il podestà di Monfalcon li scrive. Et fo parlato zercha questi provisionati e capi,