937 mccccc, terra, serono e murono le porte, e salvò lì tutti i cavali uteli etlisuleli, e altri animali amazono e butono in mar. Ilem, clic tutti navilij piedi, che si trovono haver li, afendono a torno la terra, dove era fato il porto e una gran palificala, perchè le fusti* ni altri navilij de l’inimico non se potesseno acostar, come podevano per avanti ; el afondono a torno el scoio nave 5, di bote 100 infina 300 1’ una ; lo resto di navilij et nave brusono, a ciò non acostasse niun di navilij dii turco. Ilem, avanti che venisse Farmacia turchescha, che zonse a di 4 dii presente, in me-zo di la piaza messeno certe vele, per far ombria, dove hanno celebrato tuti preti latin et greci la messa devotamente, e coimmicono tutti, et zurono voler morir per la fede, come christiani, e per mis-sier San Marco, come devoti servitori ; e, fato questo, fo ordinate tute le .poste e defese di cadami, e cussi aliegramente atendevano die noctiique insieme con i franchi, stratioti, albanesi e greci. E haveauo muni-lion di fermenti per 3 anni. El campo si messe in uno mpntesello, a presso i zardini una rufìanela, e un’ altra fuora de la porta del borgo, perchè non trovava luogo de meter bombarda grossa per far danno ; e questo sa per uno fante schiavon, era dii bombardier dii turco, fuzite a Napoli, e fo mandato via come fo fato di altri schiavi veniva. E dice dii venir di sier Polo Contarmi, avanti venisse l’armada dii turco, con 3 o 4 turchi a cavalo, e fo a parlamento con quelli scaramuzava età. Et nara quel- lo s’ è in la deposition di esso sier Polo Contarmi ; et par lui dicesse a’ nostri : Modon è preso, e Co-ron si à reso ; e vuj, povereti, che voteti far ? E loro risposeno, voler combater per la fede, per aver fato sacramento tulli di morir, più toslo eba 373 darsi al lurco. E lui sier Polo disse : E mi voglio morir con vuj. E intrò lui solo dentro, e apresen-tosse ai rectori, i qualli, non se fidando di lui, armò uno breganlin per mandarlo a trovar il zencral ; e, andan lo per la via, scontrò l’armada dii turcho; investì in terra, andò a la montagna con li soi compagni, a Malvasia, e de lì andò a la Vatieha dal zene-ral. Et l’armada dii turco se levò a dì XI da Civeri, dove si trovava, iontan da Napoli 4 mia. E tolse la volta de le Specie, dove steteno Ire zorni per le buore che usava ; et erano vello, tra grosse, mezane e pizole, numero 250 vel circha ; e lo exerc.to se levò, per desasio de vituarie e danari, cussi instando quelli bassa et servitori. Et è sta morti assaissimi turchi; e dita armata zonse a Legena a di 15 dii presente, e stote lì luto el zorno e la note sequente, e la matina selevò de ti e andò al suo camin. E zor- ottobre. 938 e dia bore 5 ila poi el suo levar de lì, zonse el capetanio zeneral con tuta la nostra armata, e, per la guardia che havevano a Idres, fo referito, quel zorno moderno havea sentilo che trazeva bombarde 3 zorni continui versso el Cao di le Colone eie. Di sier Marco Orio, cupetanio di le nave, data in nave a Cao Schilo, a d' 24 septembrio. Come il zeneral dì e note va sequendo l’armada turche- i scita fin a Tenedo ; con le nave e galie andò mia XV ili Tenedo; et lui capetanio bave adì 21, a mezo dì, mandato di esso zeneral di ritornar a Cao Schilo ; et per quanto sier Iliponimo Michiel li ha dito, el capetanio zeneral va fimo al streto, et è sta a F isola do Metclin, e in molti lochi à posto in terra, brusato e minato certe ville grosse, fato botim assa’, et à scaturii tutti, preso XV schierazi, e brusadi parte, et ilo feste su ditta ixola; poi in Tenedo à preso una palandaria grossa e schierazi cargi, non sa il numero ; e à messo in terra a Tenedo alcuni pochi, e asaltò il castello, et taiò molti turchi a pezi, con gran honor di la Signoria nostra. Poi è andato al streto ; judicha habi trovato qualche festa di turchi, e lato danno assai; e l’armata turchescha intrò in streto a dì 17 dii presente, con gran fuga ; sì che questo zener.il si fa honor, e fa quello feva i vechij capelanij, che ora sempre a le spale di l’inimico, facendoli danni per sbigotirli, et è in lui solicitudine, realtà, volontà e optimo governo. È ben amato da luta l’armata, si da grandi come da pizoli. Item, a dì 23, lui capetanio di le nave era zonto con le altre nave de li, e fo spazà lo nave di le mar-chadantie per ordine dii zeneral, et quelli di Napoli à recuperato tutto el teritorio, e il castello dii Tremisi, e ogni dì stratioti fanno bulini assai, secondo il suo consueto eie. Di Cao d’Istria. -Mandoe alcune polize in lur-chescho, è sta trovate in certe eiese, quale non à trovato chi le sapi levar ; perhò le manda a la Signoria, e fo mandate ai cai di X. Vene l’oralor dii signor di Itimano, domino Opi-zo di Monaldini, da Ravena, e mostrò una letera dii signor, di Zervia. Li scriveva era fìol e servitor di questa Signoria, e andava a Bologna da la moglie, et si racomandava etc. Da poi disnar fo conseio di X con zonta di cole-gio, procuratori el di altri. Nescio quid ; si trata gran cosse. Fo el principe, che rare volle va in conscio di X, et sfeteno fin hore 3 di note. A di 20 octubrio. In colegio vene sier Ilironimo 373 * Capello, ohm provedador per le camere, dolendossi, li avogadori non li lassava far il suo officio, recu-