1005 MCCCCC, NOVEMBRE. 1006 anelar per le caxe, fazendo quelle stimar, e pollerie a le decime. Lem, è molli ànno molini, possession, caxe etc., non pagano decime, che in termine di uno mexe si debino dar in nota., sub pcena etc. Lem, quelli hano gastaldie e altro, qual non paga decime, et za 1494 fu preso pagasse, e per suspension di avogadori non à pagato, che debino pagar, ut supra. Or andò in renga sier Beneto Sanudo, l’avogador di comun, dolendossi, prò suo interesse, era consorte di la gastaldia di San Dona, comprata per sier Francesco Marcello e sier Anzolo Trivixan, a tempo di la guera di Fer.ira, per ducati..... milia, e, dice, neta di decime; et che poi la parte 1494, sier Bernardo Bembo, dotor e cavalier, e sier Hironimo Donado, dolor, avogadori, la intromeseno, e volea solum iti-dusiar, e potesse mostrar le sue raxon, per le qual non dia pagar decima; perhò che edam lui ne à parte. Li rispose sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma. Poi parlò sier Anzolo Trivixam, e con passion. E, mandati fuora li parenli, e quelli erano a lai conditone, el principe si levò per haver edam lui che non paga, perchè comprò da Jacomo di Cu-mani etc. Poi parlò sier Jacomo da Canal, se indu-siase. Demum, sier Lucha Trum, zercha l’indusia, et si voria cometer a qualcheuno, vedesse si dieno pagar. Li rispose sier Lunardo Loredam, procura-tor, savio dii conseio. Poi parlò sier Hironimo Orio. E li rispose sier Polo Capello, el cavalier, savio a terra ferma. E non fo trovato niun ponesse P indusia. Andò le parte: 15 non sinciere, 18 di no, 91 di la parte. Et fu presa. A d' altimo oclubrio. In colegio non fu il principe. Vene il retor di scolari juristi da Padoa, con molti scolari, dicendo la Signoria conducili a lezer a Padoa domino Jasom del Mayno, sta a Pavia, e voi ducati 100 al mexe. Foli risposto, si vederia. Vene P orator di Franza, zercha quel di Lampu-gnano, fo qui, par andasse in Eiemagna, e poi tornò a Mantoa ; et li fo fato lezer la letera dii re di romani, ne scrisse sopra di questo. Fu leto una suplication di sier Bortolo Lipomano e fradeli, quali sono im prexom, e dice li capi li car-gano haver robato etc. ; et è contenti darli quello hanno al mondo, solum restarli la fama, perhò che essi creditori tentano sia messa una parte di poter vender quel di Lipomani, a quanto trovano. Dii signor Zuam Sforza. Come alcuni soi creditori vuol torli sovenzion contra, e lui non ha 0; si voi partir, poi che la Signoria non li voi dar audien-tia, e dove sarà servidor di la Signoria nostra. Et è da saper, sier Hironimo Navaier, consolo di mercha- danti, vene in colegio a notifichar alcuni nostri voleva desse soventiom contra ditto'signor, li dia dar; et 0 à voluto far, senza lioentia. Et li fo ordinato per la Signoria, non dovesse far nulla eie. Vene uno da Pyram, dicendo a Trieste esser zercha 60 homeni banditi di l’Histria, per homici-dio puro eie., quali, havendo salvo conduto, voleno armar una fusta, e servir la Signoria per mexi...... in colfo o dove li piace; et fo comessa ditta cossa a pratichar a li provedadori, executori, atento è inverno, et è per podio tempo; poi non si poi far senza parte di pregadi. Da Milam, dii secretano, di 26. Chome ozi 400 * monsignor di Chiaramonte era ritornato lì. È stato a quelli lochi dii lago; dice le cosse di Belinzona è boni termeni, et spera il roy l’averà presto, et che sguizari fano a dì 28 una dieta a Zurich. Ilem, monsignor di Corcu è zonto a Milan, venuto per expedir certi processi criminali]’, zercha rebelione etc. Da poi disnar fo conseio di X con zonta dii colegio. Et tra le altre cosse, intisi fu posto la parte di far la scuola di bombardieri, per 1’ aricordo di Polo da Canal, come in quella apar. Ilem, fono fati capi dii conseio di X, per il mexe di novembrio, sier Zuam Zantani, novo, sier Nicolò di Prioli e sier Polo Pixani, el cavalier. Noto, a dì 30 di questo mexe, per la Signoria fu fato una termination, che, havendo Antonio Colb, merchadante todesco, fato con gran spexa far stampar Veniexin, qual si vende ducali 3 P una, che possi trarle di questa cita, et portarle senza pagar dacio. Dii mexe di novembrio 1500. 401 A di primo novembrio. In questa matina, more solilo, el principe fo in chiesia di San Marcho a messa, con questi oratori : Franza, Napoli, Ferara e Ur-bim. Non vi fu quel dii papa, per haver un pocho di mal. Eravi pochi patricij ; et, compito messa, el collegio non si redusse, ni edam da poi disnar, che fo mal. Di Padoa, di sier Lunardo Mocenigo, podestl et vice capetanio, di eri. Avisava la morie di sier Lorenzo Venier, capetanio de lì, in hore 36, quod Deus parcal. Da Buhgna, dii conte Nicolò Rangom, di 25, drizal’i a Piero di Bibiena. Come eri passò de lì Piero Francesco Tosingo, stato orator di fiorentini in Franza ; visitò il rezimento, et missier Zuane, poi si partì per Fiorenza. Item, vene letere di Fiorenza, di missier Manfredo, orator dii ducha di Ferara, di