4G3 MCCCCC, LUGLIO. suo; e si lazi il scrivani di la camera; lì non hè soldati, la compagnia dii conte Bernardin è pocha; avisa di uno francese, morto da alcuni di Castel Novo, a la bocha di Adda, unde seguì remor de’ francesi, e fo per caxon di tuor uno sacho di farina per forza. Da Pizegatom, di sier Fanlim Valaresso, prove-dador. Zercha uno processo fato con tra alcuni Ma-nara, à beni de lì, et fanno insòlentie molte eie. Di Crema, dii podestà et capelanio. Zercha questo medemo di Manara, fanno insòlentie, e dii processo fato qui, non di sopra. Da Sazil, di sier Aloise Loredani, podestà et capelanio. Voi monition, atende a fabrichar la terra ; voi monition eie. 176 Di li oratori di Spalalo, sono in questa terra. Zercha la diferentìa de eligendo canzelier di la comunità eie. Fono examinati sier Nicolò Alberto, ilerum stato capetanio de l’ixola di Corfù, e sier Alvise da Mosto, di sier Francesco, venuto di Corfù, zercha la persona dii zeneral. llil'eriteno stava bene. Da poi disnar, fo pregadi, et non fo gran conscio, licci fusse donienega; et vene le infrascripte lettere : Di Piero di Bibiena, data osi, in questa terra. Come à aviso di Bologna di 27 et 29, hanno da Fiorenza il campo de’ francesi, venuto versso Pietra Santa e Cassina, non trovando aqua e li pozi calivi, comenzono a marinar. Era comissario de’ fiorentini con lhoro Zuan Batista Rodolfi, e podio manchò che li fiorentini non fosseno amazati da’ francesi ; e ditto comissario convene tornar a Fiorenza, dicendo haver francesi podio governo eie. Item, il campo è alozalo tra Cassina e Vico, et voleno andar a tuor le terre di Foze, è de’ pisani ; poi andar a tuor Pisa. Item, è venuto in campo uno comissario de’ fiorentini, con ducati 12 milia, e francesi voleno il resto di la paga, fin ducati 30 milia; et fiorentini hanno mandato a Bologna a dimandar salnitrio, e non l’arano. Item, el Cardinal Sani Piero in Vincula era a Lucha, volea spingier le gente francese avanti, per l’impresa dii Reame; e Vitelozo à roto a’fiorentini, e corsso su quel di Cortona. Conclude, fiorentini sospetano de’ francesi, et pisani si renderiano a essi francesi, ma non a’ fiorentini. Da Sibinico, dii conte, di 19 et 25. In la prima, dii zonzer lì 1’ orator Stanga, stato per il signor Lodovico a Napoli, el qual è comendador di Santo Antonio, et vien a Venecia; qual è za zonto. Or Io ono-roe ; alozò in vescoado ; lo acompagnò per la terra eie. Item, à nova el vayvoda Xarcho, con il bain di Tenina, passati Celina, e turchi venuti contra, fonno a le mani, et han preso turchi 18 vivi e il suo vayvoda; e lui conte Xarcho, è restato a partir la preda a Tellina. Item,'h preso eliam cavali 30 ; di soi nium é morto, pur alcuni feriti ; e questo fo corado soto Bistriza, locho di turchi. Fu posto per li savij dii conseio e di terra ferma, atento sier Piero Duodo, quondam sier Lucha, è de-bitor a le raxon nuove, di dacij voi scontar con il credito di so’ conti di Pisa, eh’ el possi scontar ; e ditto sier Piero andò in renga, e narò il caso. Ave 30 di no, el resto di la parte. E fu presa. Fu posto per sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, la soa parte di eri, ma mudà dove diceva tutti do, volse restasse uno sollo, o sier Bortolo Minio o sier Andrea Venier, in armada per consier, da esser balotadi qui ini pregadi, e sia poi posta a grani conseio. Or, prima andò a contradir sier Andrea Cabrici, savio dii conseio, e ringratiò il conseio. Poi parlò longamente sier Alvise da Molin, fo savio dii conseio, aricordò si facesse uno provedador zeneral in Levante, come fu fato sier Nicolò da Canal a tempo di Negroponte, con condiliom, si niente intervieni dii zeneral, resti el ditto, capetanio di l’armada et vice capetanio. Poi parlò gajardamente sier Lunardo Grimani. Li rispose sier Domenego Bollani, d consier, e intrò in l’opinioni dii resto di savij, che mes-seno a l’incontro, mandar ducati X milia al zeneral, homeni, arlilarie eie., e scriverli una bona letera ad inanimarlo. Et poi sier Anzolo Trivixam, fradelo dii zeneral, volse parlar. Ma andò la parte: 5 non sincere, 4 di no, 65 dii Grimani, 120 dii consier e nostra. E quesla fu presa. Fu dato sacramento a tutti di le disputation fate. A di 6 luio. In colegio, non fo il principe ; vene li tre zudexi, e li creditori dii banco di Garzoni, zercha la intromission fata per sier Polo Pixani e compagni, avogadori, zercha le piezarie, intervenendo i Bernardi eie. Vene uno frate, con una letera di fra’ Graciam, generai di l’hordine..., data a le Terme Philipiche. Voi la Signoria lassi far nei suo convento eie. Resposto bona verba. Vene domino Gaspar Stanga, da Cremona, fra-delio di domino Marchexino, e fiol di domino Chri-stoforo, insieme col castclain di Sonzìm ; è qui per la diferentìa con li homeni di Soresina", per la juri-ditiom ha comprata dal Moro; et fo comesso a li savij aldir et expedirlo. Da Cremona, di sier' Domenego Trivixan, elea-