529' 1361 non li poteva preveder, lui li prevedesse ; et per il loco di Glissa li à dato do barili di polvere, alcune taole e alcune travi, e voriano poter condur dal loco di Scardona a un so locho, nominato Calfìgna, cabli 500 di sali, con il qual voi instaurar quel locho e altri, e voi il transito per mar, per non poterli portar per terra; li à recusato con excusation conveniente. Pur esso capetanio poi vene irn persona, un podio alterado, e ditoli i respeti, e datoli bona speranza, adeo di diti salii li convegnirà compiacer, si la Signoria nostra non li comanda cl contrario. Item, ha ’uto, di sopra farsi qualche aparechio per i nimici, per dito bastion di Narenla ; perhò si poi comandar al retor di Liesna, mandi do o ver 3 barche armade, a custodia di quel loco, e, si qualche galia fusse in colfo, non saria mal; et tal aviso ultimo ha ’uto per via dii conte Zuan di Poliza, cavalier, bon servitor di la Signoria nostra, qual si forza tenir a devution nostra la valle di Poliza ; e, scrivendoli, è bon dir una parola di diio conte etc. Ilem, voria qualche bì-scoto, perchè quelli erano fonno dispensati per li precessori soi. Da poi disnar fu gran conseio, et colegio non si redusse, come ho ditto. In questi zorni vene a Venecia asaissimi sguizari, per andar in armada ; voleano ducati 3 al mexe, e li danari di tempo in tempo; et alcuni era di oppi-nion di tuorne, e meterli, parte su le galie, e parte a vogar remi ; come alias si armava le nostre galie con todeschi. Dii mexe di fevrer 1500. A dìprimo fevrer. Intrò in colegio sier Francesco Bernardo e sier Bortolo Vitturi, consieri, sier Jaco-mo Moro, sier Lorenzo Foscarini e sier Jacomo Bra-gadim, cai di 40; et veneno li governadori de l’in-trade a dir de li 4 dacij, non trovavano di incantarli, et quello di l’intrada, era affiti ducati 29 milia, non trovava più di 16 milia, eh’è una vergogna. Et ditto si provedi ; et il colegio conseia quello è da far, e il 3.° di dacij fa danno assai. Veneno sier Zanoto Querini e sier Marin Zusti-gnan, provedadori sopra le nave, dicendo haver visto la nave Pandora, di Pexari e compagni, si bru-sò; et cussi la Gradeniga; et che la Signoria nostra, per opinion lhoro, le dieno pagar, videlicet la Pandora ducati 7000 et più; e questo per tre raxon, per justicia, per clementia, et per ben di la republica et exempio di altri. Remesso al colegio. Veneno sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, pro- 7 Diarii di M. Sanuto. — Tom. IH. 136-2 curator, et sier Constanti» di Prioli, provedadori sopra la exatiom, e aricordò alcune cosse, e dii mandar i danarij, si Iraze di oliicij, a la procuratia, justa la forma di la parte etc. Vene Cristofaleto, corier, tornato dii re di romani, con una letera di esso re in risposta di la nostra; et disse, lui medemo haver dato la letera in man dii re, qual- era in una stua a Vels, con domino Petro da Trieste e domino Urbani di Alba, lo orator qui per Monterà’. Item, el re li dimandò come stava el doxe con la barba biancha ; et che de li ne venendo, non à visto preparation alcuna di zente; e si diceva dovea venir uno oralor di Franza. Ilem, à scontra sopra Iìolzjim el signor di Pexaro, con 7 cavalli, andava al re; et Martini da Casal era andato al re etc. Et portò do letere a Gasparo di la Vedoa, una di domino Piero da Trieste, in risposta di calami li mandò ; et una di domino Urban di Alba, li scrive di nove etc., la qual non lo leta. Dii re di romani, data in oppido Vels, a dì 18 zener, in risposta dì la nostra. Zercha il mandar di oratori, e dice haver cura di la christianità, et incli-nado al ben di quella ; perhò è contento se li mandi oratori ; ma poi dice, perchè convien expedir prima certe cosse di Austria etc., la Signoria indusia a mandarli, fino li scriva per sue letere dove doverà andar. Vene l’orator di Franza, et fè lezer alcune letere, scriveva al re et al Cardinal, in solicitar a l’armata ; et di la nave Pansea, armata a Zenoà, si è in bon piaser dii re, debi preveder etc. Item, li fo comuni-chato la letera dii re di romani preditta; et altro non disse. Vene uno nontio dii conte Anzolo di Frangipan-ni, interpetre domino Zuan d’Arbe, dotor, avochato, nominato domino Martini Ludochovich, visconte di esso conte ; et presentò la letera di credenza, data a Bravaz, a dì 18 novembrio; et expose il signor se ricomanda, voi ajuto di munitiom, formenti etc., si oferìsse in dar homeni per l’armar galie etc. ; et dito nontio vìen da Roma, et voi in soa spizilità alcune cosse. El principe li fè bona ciera; et fo messo al colegio ad expedirlo. Da Zara, di rectori, di 22. Come quel zorno ricevete nostre, zercha la retention dii vicario dii vescovo di Nona e altri, ut palei; et par lui, conte, sia sta lì, et di tal cossa 0 à saputo, sì che li mande-rano. Item, avisa, si le neve non fusseno state, turchi sariano za stati de lì, et hanno tolto ad imprestedo ducati 400, per subvenir lì provisionati novi, e soldati vechìj, e bombardieri a ciò non abandonasseno 86 MCCCC’CI, FEBBRAIO.