331 MDXXVN, GIUGNO. 332 Da Lodi vene ìetere di sier Domenego Contarmi proveditor generai, di 16. Come si havea haulo San Colombano, et li nostri cavali lizieri corevano Ano sotto Milan. Da Crema, del Podestà et capitanio, di 14. Manda questa lettera hauta da Lodi di domino Matheo Mario Buseto a dì li, qual dice cusi : Magnifico signor mio observandissimo. Questa matina, al far del zorno.il capitanio Cor-sino, con zercha 60 fanti di nostri, ha preso San Co-lumbano con le scale, preso il capitano, svalisati zercha 40 fanti italiani, et tolto zercha 40 cavali che erano dentro de inimici, et ha preso la terra et il castello, et non è morto più de uno de li altri. Non altro eie. Di Bergamo, di rectori, di 14, hore 13. Como era gionto Davit nostro cavalaro, qual ritornava in 219 Alemngna per intender di quelle cose. Dice esser andato fino a Riva di Trento, et che’l capitanio del lago Nicolò Barbaro non ha voluto che’l vadi più avanti per non haver il segno di cavalaro. Et referisse haver parlato con doi merchadanti,quali venivano da Bolzan, li quali li disseno che si preparava di levar gente per Italia, et che erano già parati, et tochà danari da numero 10 milia, sicome si diceva, chi più chi meno. De li ditti, di 14, hore 15. Come haveano hauto lettere del castellan di Mus, che sguizari haveano finito la dieta, et che sono stati in differente fra loro. Molti voriano che venisseno da 10 milia di loro sguizari, et molti voleno prima saper quello dieno haver di la liga, sicliè hanno rernesso la cosa a una altra dieta, adì 16 di questo. Da Cataro, di sier Domenego Gritti retar-219» et proveditor, di 7. Vidi lettere scritte a soi fioli. Questa notte passata a hore 6 di notte me fo dato aviso, per Ìetere di sier Bironimo Celsi podestà di Budua, come era slà visto in mar fuste da numero 60 moresche, qual se diceva che andava alla volta de Ragusi per sachizar et far mal assai. Io subito expediti uno mio homo aposta ala volta di Ragusi dandoli aviso del tutto, et feci metter in ordine tutte le artillarie di questa terra et far quanto accadeva al bisogno, comandando a questi mei subditi fidelissimi di questa cita che dovesseno far bone vardie etc. Et cussi mi hanho ubedito. Et da poi in questa mattina me vene nova, come era intrato nel Golfo di le ditte fuste numero 21, et eh’ el restante eh’ è numero 40 è restato a Malunta, luntan di questa cità per miglia 20, le qual se dubita non vegni qui a Cataro. Da le qual fuste è stà preso in questa matina in el Golfo do navilii di Drivasto con li homeni di questo territorio; uno de li qual era el navilio, et il paron vene di qui, el qual portava mie lettere ala Signoria et a vui. Qui è la galla bastarda soracomito messier Stefano Michiel, qual ho falla metter in ordine. Et la galla Bondimiera, qual si era parlila di qui la qual galla è andata a Budua. Ilo dato aviso di tutto al Capitanio del Golfo et al magnifico Proveditor di l’arrnada. Da TJdene, di sier Zuan Moro locotenente, di 15 Zugno, qual dice cussi. Bozi ho hauto lettere da uno da Gemona, che acusa lettere di un mercadante, pur di Gemona, qual è in Vienna, di ultimo del passato, et dice che la serenissima Regina del serenissimo principe Ferdinando re di Bohemia dovea gionger in Viena il giorno sequente, et che ’I prefato serenissimo Re si expectava de dì in dì a Viena, qual era ancor in Praga. Et subito gionto el si dovea levar per andar a l’impresa del regno di Ilongaria, per la qual impresa 1’ havea poco luntan di Viena bon numero di fanti, et per giornata ne giongeano. Et in quelle terre di P Austria erano bon numero di cavalli, el che si preparavano carette per portar le monilione et 220 barelle da far ponte, et che ’1 Vayvoda non feva provision di genie, dicen.lo che quel homo negro havea bon numero di gente sui contini di P Hon-garia. In questi giorni sono parlili da Maran, et andati a Viena, di comandamento del serenissimo Principe, dui bombardieri et tre caluffai; et questo è quanto ho per bora. Da poi Conseio, li Cai di X si reduseno col 220* Serenissimo et Consieri nel suo lineilo, per certa cosa importantissima. A dì 17. La malina, non fo cosa da conto in 221 Collegio, solum do cose fo fallo. Una crida da parte di Proveditori sora la Sanità, che alcuni di questa città non possi' alozar alcun foresiier senza il suo boletin, et quelli alozano debbano venir a dar in nota el nome loro. ltem, fo dillo per li piovani per tulle le chie-sie, che alcuna dona non vadi con cose contra la parte, perchè la leze sarà exequida. Item, fu trovala una poliza latina posta sopra la porta di la scala si va a palazo del Serenissimo,