1533 MCCCCCl, MARZO. 1534 senato regio di Milan, per cosse parlicular ; et li fo ditto si vederia di saper et expedir. Vene il legato dii papa, et presentò una letera dii podestà di Ravena, di 9. Par Vitelozo, inteso il danno fato per soi sul nostro, par liabi fato apichar do di quelli fè il danno a li confini, et do ne mandò ligati a esso podestà, dicendo facesse justicia ; qualli parse a esso podestà di lassarli. Conclude, esso Vitelozo è servitor di la Signoria nostra, e crede di tal danni 0 sapea ; et per questo fo concesso per il colegio, ditto Vitelozo possi trar certe arme di Bre-xa, pagando li dacij, che prima non voleano. Veneno do episcopi, uno nominato domino Rosa de Rosis, eh’ è archiepiscopo leopolensis, vestito di veludo negro, et è vechio ; l’altro episcopo quie-viensis, gran canzelier dii re di Poiana, vestito da-maschin beretin, et ha gran intrada. Veneno con bella compagnia di polloni ; sono stati al perdom a Roma ; et per la Signoria nostra, inteso per sier Marco Dandolo, dotor et cavalier, stato alias ora-tor nostro in Hongaria, questi per dubito di morbo non erano stati lassati venir, e andono a Mestre, et fino lì fo mandato zentilomeni a invitarli venisseno, et poi etiam eri a levarli, et preparato alozamento a spese nostre. Or hanno gran reputation in quelle parte; sono con 60 cavali; sentono a presso il principe, et latine ringraciono la Signoria de lì honori ; oferendossi eie. Et havia in sua compagnia alcuni cavalieri et zentilomeni nostri ; et il dì sequente par-tino, et fonno presentati per la Signoria nostra, et mollo honorati. Da Rovere, di 9, di sier Nicolò da cha’ da Pe-xaro, provedador. Come havia auto una letera di Sal-ziburg, va al Cardinal, l’à mandata, et manda la copia di quello esso li ha scrito, zercha l’andata dii legato. Da Zervia, dii podestà, di 8. Come à mandato uno explorator, et dice certo ragazo averli ditto in conclusion, la dona esser in rocha di Forlì, et esser sta col patron suo, qual è spagnol, in ditta rocha, et haver visto ivi do belle done, et do altre vechie, dal ducha molto acharezate. Da poi disnar fo gran conseio per li avogadori passati, per expedir sier Andrea Baxadona, fo cape-tanio di le galie di Barbaria. Introduxe il caso sier Pollo Pixani, el cavalier, cao dii conseio di X, olirti avogador, et in hoc casu, ma non compite. Steno fin 24. Et colegio si redusse. Vene letere di Hongaria, di 9, molto disiderate. Par uno altro corier sia mal capitato ; et di Pranza, il sumario di le qual sarà qui solo seri le. Da Vicenza, di rectori, di X. Manda una letera, ave domino Leonardo da Porto, da Trento, da quel suo Christofal Pnjello, di 4. Lo avisa come vien certo il re di romani a la impresa de Italia, come dicono quelli milanesi ; et il signor Galeazo li ha scrito a essi milanesi, esser stà mandato lui da Nolimberg, da parte de li electorì e altri principi, a Linz dal re, acciò vadi a la dieta presto. Item, che lì oratori stati in Franza, sono stà mal visti da li electori, per haver parlato di trieve col roy ; et il re non risponde a P orator dii roy. Ilem, Alvise Ripoi, è a presso esso re per il re di Napoli, li. promete danari venendo in Italia, et il re li voria adesso. À scrito di zio a Napoli, e mandato messo a posta. Ilem, di la dieta, li electorì zonseno a Nolimberg, aspetano il re, et si non si fa digression per sguizari, l’impresa de Italia sì torà. Ilem, l’orator dii turcho fo questo Nadal incognito da dito re, et uno Martim da Casal, fo alias per il signor Lodovico al turco, e poi da Ragusi, ave salvo conduto da la Signoria ; e volendo l’andasse in Franza, vene in Alemagna. Conclude, a 593 la mità di quaresema si vederà la dieta compita, et il re, zonto a Yspurch, si darà principio eie. Di Franza, di V orator, date a Lochiers, a dì 23. Come il roy ave letere di monsignor di Rava-stem, in risposta. Mandò esso orator il suo secretano ; intese, si scusa, e fè disarmar le charachie, e le charavelle disseno esser ragusee, e di le robe fè provisiom. A la restitution nomina tre capi francesi, videlicel Libort, Mala Erba e Remuchij ; et par, il re habi scrito siano retenutì ; et di la nave Panthea armada, dice non farà danno a la Signoria, solum a infideli e napolitani, e anderà a la costa di Barbaria, per vadagnar la spesa fata in conzarla. Ilem, poi l’orator fo dal re, qual li disse, haver scrito a monsignor di Chiamonte a Milan, fazi retenir li tre, e mandi a la Signoria. Et il secretano Rubertet disse al suo secretano, il re voi privar Renier Parente, visconte di Roam, fo capetanio di le do charachie, e venderli l’oficio ; harà franchi X milia, di qual pa-garà li danni. Ilem, el Cardinal Roam à ’buto 5 pa-rasismi di terzana, tamen varirà ; et sempre l’orator parla al re di la cossa di Zenoa, s’incollora eie. Et uno secretano di Ravastein è venuto a la corte ; dice mal di domino Acursio, qual à scrito molto caldamente. Ilem, napolitani sono contenti l’armada vadicontra turchi, ma che per terra il re mandi zente nel regno. Ilem, soliciterà l’armada, e avanti sia 20 zorni, saperà il tutto, per aver mandato l’amico fi-dei im Provenza e Normandia, e uno altro im Bor-tania ; et à scrito in Spagna di l’arma’ fa il re.