MCCCCLXXXXlX, OTTOBRE. 42 Polo Pixani, el cavalier, avogador di comuni, andoe in la Patria a far inquisitiom etc. Ozi fo pregadi. Et è da saper, inercore e zuoba fo conseio di X ; steteno fin fiore 4 et 6 di note ; credo tratà cosse turchesche. Et Alvise Manenti, secretano dii conseio di X, fo mandato al... A d' 25 octubrio. In questo zorno fo electo pro-vedador in Albania, sier Vetor Michiel, fo capetanio in Alexandria, con ducati 50 al inexe per spexc ; qual refudoe, et fu fato uno altro, come dirò. A di 26 dillo. Vene sier Beneto Zustignan per Po, venuto orator dal re di Franza, e li altri do veniva per terra ; et non se partì di caxa fino non zonseno .li altri do collega ; per la venuta dii qual fo confinila 1’ acordo con fiorentini. Item, sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, vene provedador di Cremona, et andoe a dì 27 da matina in colegio, vestito damaschin cremexim, acompagnado da’ parenti, et referite. Da Spalalo, di sier Mariti Moro, conle. Ha ver aviso di certa liga fata per il re di Hungaria, Poiana, boemi e rossi centra turchi, la qual era bona nova. Quello sarà, scriverò di solo. In questo zorno zonse in questa terra el Cardinal Grimani, alozato a Muran a la sua caxa, venuto di Roma incognito. In questi zorni francesi ebeno Belinzona a pati; poi se acampono a castel Tyram, qual eliam lo bave. Et l’orator di Franza, domino Acursio Mayneri, in questi giorni si amaloe gravemente, adeo si co-munichoe, dubitando di morir ; tandem varite. E per la Signoria li fo mandato medici ; et li savij più volte andono fino a caxa a visitarlo. Item, è da saper chome l’orator fiorentino, mis-sier Zuan Batista Redolii, tolse licentia, e ritornò a Fiorenza ; tandem de li nostri XV milia ducati, dieno dar ogni anno, non si parla etc. A d' 28 octubrio. Fo pregadi, e vene zoso a bore 7 di note, et rimase conseio di X, stele fin ho-re 8 i/4. Et im' pregadi referì sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, venuto provedador di Cremona, qual stete più di tre hore in rengn, dicendo il successo suo, et scusandosi di quello li era stà levato ; et che niun di caxa soa non havia mai robato ; e che lui era ckavalier, e havia paga le so decime tulle, e quando non havea danari da pagarle, l’impegnava i soi arzenti; el che sempre el si havia fati-chà per questo stato in diversse legation, e stato im pericolo di esser morlo, e questo per esser stà soto le mure di Cremona, o ver di la rocha, a parlamento soto col castelan ; et che havia auto una teiera di la Signoria, scritali per cologio, che omnino concludesse ; la qual la fece lezer; quasi tacite incargando il Bollani, cao di 40, che havia ditto voler far di lui e/e., et che mai non era stà convento, quasi dicai come sier Domenego Bolliini, doctor et cavalier, fo avogador, fradello di ditto cao di 40, che fo confinato a Retimo per manzarie, tolte in l’avogaria, intromesso da sier Antonio Boldù, el cavillici’, era suo compagno. Or, compito che l’ebbe, sier Luca Pixani, consier, vico doxe, per non esser il principe, li disse: Missier Marco Antonio, non ve diremo si vuij havè ben portalo, o sì o no ; che questo conseio lo cognoscerà. Et dicilur, el principe non vene, per non haver ca-xon di laudarlo. Or, smontato di renga, e andato a sentar, sier Francesco Bolani, cao di 40, si levò suso, e andò a la Signoria, dicendo : Serenissima Signoria, mandò fuora sier Marco Antonio Morexini e li soi parenti, perchè voglio metter una parte. El qual a l’incontro diceii, non dovea esser mandato. Or la Signoria lo mandò in cheba, con tutti li soi parenti. Et ditto cao di 40, sello, messe una parte, che ’1 fosse comesso a l’a vogaria; et che li a voga-dori, con quello troverano contra di lui, jyrcecipue di le cosse fate col castelan e mezan di Cremona etc., venisseno al pregadi. Et sier Constantin di Prioli, savio dii conseio, montò suso, difendendo sier Marco Antonio prediltb, dicendo, senza caxon uno homo non dia esser comesso a l’avogaria. Et li rispose sier Francesco Bolani con gran audalia. Poi parlò sier Antonio Trun, savio dii conseio. Or il Bollani si lolse zoso ; et cussi d’acordo, lui con li savij tulli, messeno che fusse suspeso tutto quello havia fato dito sier Marco Antonio a Cremona, et sia inquerido per li 5 savij auditori di cremonesi, et eliam per li avogadori di comun, et, formalo processu, si tro-verano alcuna manzaria o manchamento, fato sì in Cremona, come in altri lochi, debino vegnir essi avogadori a questo conseio. Et bave luto il conseio. È da saper, che si oppone a ditto sier Marco Antonio, che ne li pati con cremonesi, lui scrisse che ’1 populo volea da la Signoria un dacio si cavava solum 1500 ducati, et per esser picela cossa, confortava la Signoria ge lo desse; e da poi si have informatimi, era di molto più stimma, a presso ducati... milia ; perhò si duolevano esser stà inganati, et che,«ne l’a-cordo fate con il castelan, domino Bataia da Codi-gnola, oferiva dar tante artilarie dii castello per ducati 30 milia, e par non si habi auto per valuta di ducati X milia, e par habbi esso castelan scose e mandate a Ferara; perhò fo suspeso ogni promission