171 MCCCCC, MARZO. 172 di missicr Zuan Jacomo, e forono a le man insieme, e rupeli, e fracassoli, e tra presi e morii pochi ne scamporono. Fu preso el ditto Zunn da Casal con li altri capi. Et che a Milano si aspetta 1000 cavali di la guarda dii re de’ romani, e fanti 3000; contra li quali era andati monsignor cl Cardinal di San Severino, con alcuni zenthilomeni milanesi; et da poi seguitava la persona del prefato re, con el qual se diceva venir persone 20 milia. Item, che ^1 castel di Novara havia tolto termine 3 zorni, et cadauni che voleva poteva parlar con quelli dentro, e asportavano di haver ditto castello marti a bore 20. Item, che ’1 signor Lodovico parti di campo, luni, a di 23, et eri zonse a Milano, se diceva per esser a parlamento con quelli del castello, e che marti e mercore el castello non havea trato bota alcuna, contra el consueto ; non si sa si ’1 sia sta per la solemnità di la Madona, o per altro. El signor Lodovico, a’ 25, si do-vea partir per tornar in campo ; et a dì 25, la ma-tina, era zonto a Milano uno fameio cavalchante del re Fedri co, per statela, venuto in gran pressa ; qual fu mandalo a levar da 1’ hostaria per el signor Lodovico, e acompagnato honoralamente a la sua pre-senlia. Et questo è quanto ha potuto saper. In questa sera, fu sona gran conseio a San Marcilo et a Rialto per da matina, a petition di avoga-dori di comun, per menar sicr Antonio Grjmani, procurator, fo capetanio zeneral di mar. A d' ultimo marzo, da matina. Intrò 7 galie grosse di viazi in questa terra, state in armada, zoè Barato et Alexandria, menate da li governadori fono mandate. Et da poi vene etiam quelle di Fiandra, et vene Nicoleto dal Lauro, era scrivali di sier Fantin Querini in Fiandra, e portò nova di la venuta di Alvise Manenti, secretano nostro, da la Porta, con un orator dii turcho; et cussi el ditto Manenti zonse qui ozi a nona, et el prefato messo dii turcho alozò in caxa sua per hordine di la Signoria nostra, nome Alexio, è con cinque persone eie. Da poi disnar, fu gran conseio. Vene il principe eie. Et sicr Nicolò Michiel, dotor et cavalier, avo-gador di comuni, introduxe el caso dii Grimani, come altrove scriverò. Or li patricij se reduseno a bona horra a gran conseio, e poi vene di prexon suso sier Antonio Grimani, procurator, con vesta negra a manege pizole, canudo et senza bareta in testa ; etiam vene sier Alvise Marcello, fo capetanio di le nave, sier Andrea Baxadona, fu capetanio di le galie di Barbaria, e tutti li patroni di le galie grosse, excepto sier Francesco Michiel, che per pregadi fu relaxato, acciiVel Michiel, avogador, potesse menar el 1 Grimani. El venuto prima il principe con li consieri, el cauzelier grando mandò zoso di conseio li ofì-ciali, zoè tavola di l’intrada, de l’insida, ternarie, dacio dii vin, messetaria, justicia vechia, consoli di merchadanti, doanna di mar e apontadori, et poi li parenti di nominati di sopra. E sier Zuan Antonio Minio, e li altri avochati, andono a la Signoria, dimandando fusseno cazadi di conseio li parenti di provedadori di l’armata ; et a l’incontro erano li avogadori, tra li qual sier Marco Sañudo parloe ben, che non doveano esser cazadi, et che non li haveano intromessi, e disse : Fè lezer le scriture ; e poi si ’1 parerà, serenissimo principe, a la vostra sublimità, li fare cazar. Et cussi terminò la Signoria fusse facto. E mandato fuori tutti, chi non era di conseio, sotto pena a li padri eie., sier Nicolò Michiel, avogador, andò in renga, e con gran scilentio de tutti, essendoli sentà a li piedi sier Antonio Grimani et li altri rei, comenziò in questa forma, succi-ncte qui descripta. Sumario di la renga di sier Nicolò Michiel, dolor e 6 cavalier, avogador, quando menò sier Antonio Grimani. Pensando molte volte fra me, serenissimo principe etc. ; e fece certo exordio, aducendo exempli di romani contra galli, capetanio Mario, qualli fonilo rerum domini, et la sententia che fu fata, che, ha-vendo fato a modo de’ francesi, li trataremo a modo francese, che li fè taiar la testa ; item Spurio Caspio (sic), do volte triumfò, poi li fo taià la testa ; de’ greci Pausania, capetanio de’ lacedemonij, fuzite in tempio dece Minervas, el lo tolseno fuori etc. Poi intrò in el caso, dicendo : Questo missier Antonio Grimani, qual è stato la calamità dii stado nostro, reo homo, petulante, superbo, jactabundo, rebello di questa república, inimico dii stado, indegno capetanio, qual è perso Lepanto per soa caxon ; e che sier Zuan Moro, fo retor, e sier Hironimo Trun, castelam, ex-pediti im pregadi, ebeno pocho per sta causa dii mal, questo indegno capetanio, si che Lepanto è perso, et perso la nostra reputation. Qual capetanio havia 169 navilij grossi sotto di lui, e per lui tutto Levante è resentito, perso i dacij di fuora di mar, e i dacij de Veniexia, nè più si navega, e tutto per soa causa. E lui, Grimani, galde, à magazen pien di specie, e à vadagnà ducati 20 milia, e va dicendo che ’1 merita pro visioni. Provisión, missier Antonio? Questo stado trema, a lai l’avè vu conduto ! Tamen spe-