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MCCCCCI, MARZO.
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     Poi, in secreto, li <lissc con gronde amor, e come il liol al padre comunichava il desiderio suo, voria la Signoria tenisse modo che ’1 papa lo inviti a venir im persona. Et l’orator rispose, la Signoria nostra faria il tutto. Et cussi parlando, quasi li veniva da lacrimar. Et dimandò quanta poteva esser 1’ armada di la Signoria nostra. Rispose lui orator, da velie 100. Dimandò quanti homeni. Disse da 25 milia. Et poi li comunichò li avisi di mar e aparati dii turcho, e la hona disposition dii papa, Pranza e hongaro eie.
         Dii dillo, di 23 dillo, date ivi. Come il re li disse la nome dii capetanio manderà con la sua armata questo anno; qual è don Joanne de Meneses, comes de Tarucha, majordomus regius, capilaneus et lo-cwm lenens generalis, prò serenissimo rege, Th'mgis, civilalis Mauritanice, in Africa ; homo di grande reputatione. Et l’armada sarà da velie 35 in suso ; zoè numero 4 nave grosse, una di bote 1500 et più, una di 1000, et do di 800 ; el resto bone nave, et charavelle fornite di artillarie, e homeni in gran numero ; el forzo, zenthilomeni e cavalieri. Et à scrito il re in diverssi lochi, per nave e charavelle, et alcune di zorno in zorno vien lì in porto ; li biscoti sono in bordine, et le zente et artilarie; mancha solitili li corpi di navilij ; et è boti animo di tutti. Ari-corda si scrivi una letera a lo episcopo egitaniense, consier e capelan rnazor dii re, qual valerà assai. Ilem, manda Anzolo Trivixan, suo secretano, ai reali di Spagna con una sua letera, coutenza : Serenissimi el calholici domini reges, domini observan-dissimi. Et manda la copia, con hordine comunichi a lhoro alteze il tutto, et averzi le letere. Ilem, scrive, quel re di Portogallo, bora uno anno, mandò 13 caravelle a Calicut, per specie, et di brieve dicono aspetarle, e de lì se jubilla, haver trovato la via di le specie. E il re li ha dito, sequendo questo, sequi-ria gran benefìcio ; et hora è im ponto 4 altre cara-616 velie de merchadanti per Calicut, et partirano fin tre o quatro zorni. El camin è longissimo ; sono lige 4000, eh’ è mia nostri 16 milia. Et lui à parla con homeni tornali con le charavelle, andate ul su-pra. Ilem, avisa quel re dilectarsi molto di barchi-zar lì im porto, et voria di qui li fusse mandato una meza barcha. Ilem, Piero Verzo, corier, à tolto termine esser a dì.... qui.
         Dii dillo, data ivi, a dì 23. Come, per solicitar l’armata, à terminato star de lì qualche zorno, et li reali di Spagna partiva di Granata per Castiglia, per mandar la fiola a marito in Ingaltera ; et si aspetava l’archiducha di Borgogna, per tuor il juramento.
         Noto, ozi nel conseio di X, fo preso di dar uno ofi-
 cio di le biave a Nicolò Aurelio, in vita sua, compito li 4 anni, qual è per benemeriti di soi, et per il danno patito a Modom. Et fu presa.
     Ilem, fo terminato domati, eh’ è la vezilia di Nostra Dona, far gran conscio, et far provedador di l’armada, licei bisogni meter la parte im pregadi.
    A ili 24 marzo. In colegio, fo la vizilia di Nostra Dona, non fo ninna letera da lezer. Vene il principe, stè pocho, e poi si partite.
    Vene l’orator di Pranza, e fè lezer una letera, scriveva al re in bona forma. Et disse di monsignor di Allobos. orator dìi roy al re di romani, qual sarà conforme, et insieme con li oratori nostri.
    Vene domino Antonio di Pij, condutìer nostro. Dimandò certi cavali di la raza nostra è a Monopoli, a conto di suo page. Terminato darli.
    Et perchè la galia di sier Gabriel Soranzo, qual stava in extremis, nè suo fradello, sier Pollo, più volleva andar, umie fo ballotà tre in colegio ; et rimase sier Panfilo Contarmi. Fo tolti et ballotati sier Filippo da Canal, fo soracomito, et sier Zuam Francesco Polani. Et acadete che, do zorni da poi, hessendo mejorato suo fradello, zoè sier Pollo Soranzo volse andar fino ditto sier Cabrici variva. Et cussi fu per il colegio terminato andasse, e partì a dì 30 di questo.
    Et perchè sier Marco Loredam, electo sopraco-mito, fo di sier Antonio, cavalier et procurator, ol'erse con pochi homeni partirssi de qui, volendo la Signoria nostra lui armi ; et disse e mostrò una letera il conte Bernardin di Frangipani, suo parai -te, li oferiva darli certo numero di homeni ; unde fo dillo era bon, el prefato sier Marco armi prima, licet non sia la sua volta eie.
    Da poi disnar fo gran conseio. Et fu fato provedador in armada sier Christofal Moro, fo cao dii conseio di X, quondam sier Lorenzo, era vice domino a Ferara ; al qual li fo scrito. Et refudoe per causa di egritudine.
     Et in colegio, recluto li savij a consultar, vene letere di Roma et de Napoli ; et poi lete, vene il principe a consultar con li savij ; et propose alcune materie, e tutti di colegio disse le soe opinione.
    È da saper, ozi a vesporo, fino doman a vespo-ro, è il perdoni di colpa et di pena, plenario ai Servi, noviler concesso dal papa ; et doman, et per tuto il zorno sequente, è il perdon, ut supra, in la chiesia di Santa Maria Maler Domini, otenuto per sier Polo Capello, el cavalier, hessendo orator a Roma ; e questo per rcstauration di la chiesia.
    Da Roma, diforalor, di 15, 16, 17, 18, 19,