113 MCCCCC, FEBBRAIO. Ili qual P ultima fo eri, a la qual ge intravene el magnifico zeneral, et fere tuta l’armata ; e li fo dato una forte bataglia, ma per esser il castello su uno monte, sito fortissimo et saxoso, alto et eminente, a natura fortissimo, non si potè prender, per la grandissima difesa, che fanno turchi sono in quella for-teza, tuti homeni pratichi, e eernida da guera, e ostinati, e disposti più presto de morir, cha volersi render. E dandoli la bataglia, si vede come cadeno zoso morti, per il trazer di le nostre artilarie ; e lumen par liou ne fazino stima. Le bombarde nostre da uno ladi, dove aloza lo exercito nostro, ge hanno gitalo zoso tute le mure, che pocho ge n’è ini piedi, havendose fato eliam certi gati o ver busi soto le inure, e con polvere di bombarda, che se deva a quelli busi, il muro cadeva tuto zoso, quanto che durava la busa, e pareva uno teremoto, che butasse zoso case, e le piere del muro saltavano fino a li nostri repari, eh' è poco manco de una balestrala. Et è bel modo a ruinar mure, meio che bombarde, a chi se po’ acostar a le mure ; e gitato zoso il muro, nè le bombarde e gati non ha bastato, che li è rimasto dentro la terra il teragio, alto come le mure. E sopra quello turchi hanno lato de gran repari, e destrute le case del castello, e dii legname fano repari, e de le piere di muri fanno difessa grandissima, quando se li dà la bataglia, che son tute piere vive e non matoni ; e fanno difesa tanto grande, che mai vili la mazor. E come nostri se li apresenta, butano tanti saxi de ogni sorte, che par tempesta in aere, e trazeno tante freze, che pareno mosche vadjno per aere di estate, per arito, e per trezo, e per fianco, ad ogni banda. E quando alcuni si acosta tropo avanti a quelli soi repari, ge butano certi fochi artificiati adosso, che, dove trova carne discoperta, li abrusa et fa gran fumo; el eliam gelano aqua calda; e in quel instante, che hanno gitato il foco, getano driedo assaissimi saxi, a modo de tempesta ; e li ho-meni stanno a le difese a li repari, e fanno che le femene, e altre minuagia da driedo, trazeno piere con certe corde, zoè franze, che Irazeno lonzi, adosso li nostri. Se li ha eliam roto il muro da l’altra banda, inversso inezo dì, dove eliam se dà la bataia a uno tempo ; ma per esser il loco picolo, e ben fornito de homeni, che se diceva esser da fati, 300 a la prima, a borra non sono tanti, perchè ne è stà morti, feriti e magagnati assai. Tainen, per esser il loco picolo, e ben fornito di munitione di ogni sorte, e in loco alto per il sito dii monte, lo difendeno molto gaiardamente ; maxime con quelli saxi, freze e fuogi artificiati. E a questa ultima bataia, ne fo morti da 1 Diarii di M. Sanuto. — Tum. III. le nostre artilarie e balestre da X in 12; che nui li vedessemo cader morti su quel suo riparo e teraio, e ferirne assai da balestre ; e tandem da poi, slrachi li nostri se convene levar, e andar a refrescharsse, che più non poteano durar ; die fo circha 3 bore; e fo dato bordine di darge un’altra ozi. Da poi s’è diferita a domane. Missier Tonià Zen è capetunio al campo, di commission dii zeneral. Da l’arinada al 42 ' campo è mia 6, e lo exercito aloza sopra uno monte contiguo al castelo, sopra saxi et grebani, loco aspro, dove eliam turchi molte fiate trazeno ari ilarie, e fa pur danno a li nostri a chi sta a la discoperta. A la bataia de eri, ne fo morti do o ver tre da’ saxi, che turchi butono zoso grandissimi, et da freze ne fo feriti assai di nostri, perchè non poi esser tic manche, a chi se voi apresentar, per le gran freze Irazeno. E fra li altri fu ferito lui che se scrive eie. Questo magnifico zeneral ha deliberato, a luto suo poter non voler abandonar l’impresa, se prima non veda la fin. L’è più di uno mexe, che se è a campo; pur, speremo in Dio, si averà, perchè li homeni di dentro pur vano a la zornata sminuandose, et eliam le lhoro munitione ; et chi la dura sì la venze, pur non li venga socorsso. Or, per information, il foco getano turchi pare una tripa negra, che buti zoso, e come l’è in terra se rompe, e spargese il foco in qua e in là per modo che se li bisogna far largo, ch’è una bella inveiition e bel secreto, a la defension di una terra. Data in porlu, Zefalonim. A d: 13 fevrer. Nel conseio di pregadi fonno fati creditori li infra scripti patroni di nave, per so servili stati in armada. Et ave la parte: ? non sincere, 32 di no, 101 di sì, E fu presa. Sier Piero da Liesna, nave sua propria .........ducati 1026.— Sier Antonio di Stephani, nave di sier Tliomà Contarmi e compagni . . . • . . . . . » 934.— Sier Zuan de Piero, nave di sier Bortolo da Mosto e compagni . » 1163.8 Sier Piero di Barthole, nave di sier Alvise Zustignan et fradeli . . » 614. 6 Sier Piero Archudi, nave di sier Priamo Contarmi e compagni . » 437.— Sier Bernardin Suligo, nave di sier Domenego Sanudo e compagni. » 547.17 Sier Vicenzo di Andrea, nave di sier Tadio Contami..... » 1115.12 8