763 MCCCCCj SETTEMBRE. 764 per Milan. Zonlo sia a la corte, si doglij con il re e raina di la morte dii principe ; tutavia, si li piacerà, consegliandossi con maistro Diego ; poi diga l’amor nostro e benivolentia a soe catholiche majestà. Item, li pericoli di la christianità, e primo dii stato nostro, eh’è l’antemural; ringratia di l’armada soa ofer-tane per il capetanio, pregando la lassi invernar in Sicilia ; et debbi visitar don ìlenrico de Aragonia, infante di Valenza, ringratiarlo la bona compagnia fa a’ nostri merchadanti. E dita comission ave niuna non sinciera, niuna di no, el resto di la parte. Et nota, nulla mentione fu facta di Portogallo, di mandar Creticho o no. 307 Item, fu posto per tutti li savij la parte di le robe di la Romania bassa, sono in doana, li merchadanti le possino trar, pagando de contadi; e li danari siano posti in la procuratia. Ave tutto il con-seio. Item, fu posto, per li savij dii conseio et di terra ferma, una parte, li debitori, dii 14 z. (zugno?) in avanti, di le 30 et 40 per cento, debino pagar un terzo de prcesenti, et siano depenadi da palazo, et in-trando in niun officio, debano pagar tutta la quantità. Sier Zuan Trivixan, provedador sora i oficij, quondam sier Zacharia, dotor, cavalier, contradixe, dicendo si voleva far gualianza etiam a li debitori di le cazude. Fu terminato meterla a uno altro conseio. Item, fu posto la parte per sier Marco da Molin e sier Antonio Venier, savij ai ordeni, cometer li conti di governadori di le galie grosse a sier Hiro-nirao Capello e sier Francesco Foscari. Et Jo missi a li provedadori sora i conti di ambasadori, qual fa 1’ oficio di tre savij. Et sier Antonio Venier andò in renga. I’o rimessa a uno altro conseio. A dì 13 seplembrio. In colegio vene il castelan di Cremona, al qual fo leto la diliberation nostra. Disse havia una volta dato la fede a questa Signoria, era contento di tutto, exeepto di li 200 cavali non volse aceptar per honor suo, pregando fosse dati a suo fratello ; perhò havia 300 con il ducha di Milan. Et il principe li usò bone parole ; li tochó la man, e a tutti di colegio. Di Otranto, di sier Alvise Contarmi, di do. Come per la galia tragurina, venuta di la Vajusa con letere di quel capetanio, à inteso, al Fami scontrò un gripo con letere del zeneral, e a bocha il patrom li disse Coron si havia reso, e li rectori si aspetava in arma’. Di sier Domenego Dolfim, capetanio dii colfo, date a presso la Vajusa, a di primo, a hore 23. Come sperava quella armata non ussiria ; à dato in scriptis l’ordine a le galie grosse, sotil et la nave, non si moveno di le sue poste. Item, mandò la galia tragurina a la Zimera, per saper di novo; dice à inteso da alcuni esser stà comairdà per il signor, si fazi legnami per far zatre su la bocha per ingrossar l’a-qua, con artilarie sopra ; e di la venuta di Camalli risonava la nova, et par che udisse uno di soi parlar a doy villani turchi di la Vajusa, doveano venir lì, dubitavano non vengìno a sachizarli, e questo perchè il sanzacho non voleva pagarli. Conclude, l’armada non potrà ussir, et l’altro eri fè trar il basilisco, et amazò 8 christiani lavoravano, ‘et li spaurino, pur sono ritornati al lavor, e a la guardia. Dice esso .capetanio non è mai per partirssi, si non vede Camalli eie. À scrito a Brandizo, confortandoli non dubiti, non li è per manchar ; quali erano spauriti. Di Puola, di sier Marco Navaier, conte, di primo. Come la nave di sier Sabastiam Marzello è lì im porto, in iminente pericolo di naufragio, per esser mal conditionata de homeni e armizi, adeo in li zor-ni passati fo un gran syrocho forzevole, la note rupe le gomene, e le ancore sono in aqua, e li armizi di terra si rupe, e arrò più di passa 100, e vene tressa in terra, adeo, si da li homcni di la terra per lui mandati ad armizarla...., saria mal andata ; à voluto dar di zio aviso eie. Et fo consultato di tuor questa nave per conto di la Signoria nostra, qual è stà stimà do volte, l’ultima ducati 3040. Et Jo dissi darli il pagamento, termine tre anni, e conzarla per la Signoria nostra. À anni 5, durerà ancora altri 5. Parte dii colegio la sentiva. Di Ferara, di sier Ilironimo Donado, doetor, vicedomino, di XI. Come il Cardinal San Piero ad Vin-cula era zonto a Modena, verà poi a Centom et Bologna ; il signor ducha li à mandà ad honorarlo il fiol Cardinal a Modena. Item, ditto ducha è partito per Comachio a le solite peschason ; starà zorni 8. Item, esser venuto lì il fiol di domino Gilberto da Carpi con la moglie, fìa di missìer Zuan Bentivoy, e missier Carlo Ingrato, per adatar le cosse di Carpi con il signor. Item, fo divulgato, el marchexe di Mantoa veniva lì a Ferara, par non vegni. E nova, il Cardinal San Severim, partito di mantoana, va in Franza. Item, quel ducha à scrito letere a tutti li potentati, in materia dii turcho, voglino dar ajulo a la Signoria nostra, la qual è scudo di la christianità etc. Di Zuam Alberto da la Pigna, a sier Zuan Mo-cenigo scrita, data a Corbole, a dì 12, molto longa. Dii bon voler dii signor ducha ; et lui à fato le me-nute di dille letere a li potentati. Item, à di Stefano