C73 MCCCCC, AGOSTO. 674 23. Avisa zanze di le nove di sopra, e di oratori andati al roy. Et a Yspurch vien il re a corer lanze con Frachasso. Iiem, è zonto lì li guastadori veronesi e visentini mandati, et atende a la fabricha di bastioni et è passato de lì domino Hercules de Taxonibus, va podestà a Trento, e l’à lassato passar, e passa fanti (odeschi vien di Manloa e di Napoli. Di Verona, di reclori, di 23. Come, zonto sarà domino Lucio Malvezo lì, qual sarà menato di Cremona, lo ponerano in Castel Vechio, justa i mandati, con custodia. Iiem, li oratori francesi passono de lì, li fece honor e le spexe, e si partino, et li fono dati li danari pagono per la spexa di cavali a Padoa ; eb-beno a piacer. Ilem, hanno restituito le robe al messo di Frachasso. De li dilli, di 23. Avisano una relatiom de uno vien di Mantoa. Come il Cardinal San Severin è a Bozolo, loco fo dii signor Zuan Francesco, e non è intrato in Mantoa ; et li milanesi sono in San Beneto c Corte Vechìa ascosi. Ilem, nomina Pereto Corsso, e alcuni stavano con il signor Lodovico sono lì a Mantoa ; et il marchrxe ha 300 homeni d’arme, 150 a cavallo, il resto è a piedi. Et ha visto la mostra di fanti di tre contrade, numero 600; e il signor non ha altro cha la sua guarda, et 700 elemani, a li qual li dà tre raynes al mexe per uno, et sono mezi morti; 268* dormeno a l'aiere; et à cavali lizieri 800. Ilem, à mandato a li passi a retenir quelli passerano, et nomina Nicolò di Cesari, fiorentino, è in Alemngna. Da poi disnar, fo conseio di X. Et sier Marco Sa-nudo intrò in luogo di sier Zorzi Corner, el cavalier, aceptò capetanio a Verona. Et colegio si reduse, e nui savij ai ordeni andassemo a Lio con li cataveri ; zoè, Jo per età, sier Jacomo Cabrìel et sier Antonio Venier, et femo la pruova di peota, justa la forma di la leze, zoè da 100 bote in su, et 100 in zo. A dì 26 avoslo. In colegio vene sier Beneto Sa-nudo, venuto consolo di Damasco, in luogo dii qual è andato sier Piero Balbi, el cavalier. Et referì esser stà nel consolazo anni tre e mezo, im peste, guerra e mutatiom di signori; et quando fo la peste, restò li, et dete licentia a tutti i merchadanti ; rimase solavi con tre merchadanti impegnato ; et in tempo di guerra vene el diodar grando a campo, et per una letera fo trovà, scrivea el Tagravardim, scorse gran pericolo, la lexe e brusò ; in tempo di mutatiom di signori, primo Campsom Tagrami, videlicel di 4 signori, poi Cartabeì, poi Zuam Belat, et questo presente. Pagò prima 80 milia ducati, licei non habi auto iu lutto 108 milia; et quel Zan Belat, homo dìi diavolo, fè tuor 52 peze di arzento de’ merchadanti, e _ 1 Diarii di M. Sanuto — Tom. III. lui consolo si dolse, volse conzar la maslela nun-qiuim ; e vene lì uno caschi per far justìtia, si dolse, ma 0 fece, per esser assa’ summa; lamen, si era po-clia summa, l’aria conzà col pipcr. Ilem, quel Car-labeì, homo di guerra, qual li disse: Consolo, fami il mar seguro ; e voleva le barze di sier Andrea Lo-redan, qual li scrisse si debbi partir, e fo quando compagno, za do anni, le galie a Barulo. Ilem, questo signor feva far artilarie e bombarde, e schiavi negri volea far schiopelieri ; et è stà aslreto pagar avanti i tempi. Ilem, Zuan Belat li levò vanìa, inanellava uno azimin, e li dimandò dove era. Rispose non saper, e messe lui consolo im prexom, e li disse : Tu è stà causa, le nave dì marzo siano andate a Tripoli e non qui. Et nostri hanno grani credito, adeo il cotimo resta debitor di ducati 70 milia, e trova a una e una e meza per 100 al mexe de interesso. Il soldam voi si fazi bona compagnia a’ franchi ; et il piper semo ubligati a tuor nui merchadanti, e lui non è ubligato a darlo, et questo è malli pati per la natiom. Or questo Zuan Beluto, fo signor di Damasco, è stà fato armiraio grando al Caiaro. Si dice mandà a la Mecha, e fo ditto era morto; sì ’1 morisse, speraria rea ver il manzado, perchè à manza for-si da 20 milia ducati a la natiom, e si havesse venuto le galie, aria trato ducati 400 milia, et aria liberà il cotimo; ma zenoesi hanno tolto l’ingieta, et che la 269 natiom nostra è grossa a Damasco. Or volse il piper, lhoro non havea di darlo; uncle messe inzime el na-drazes dii signor, e à sporte 812 in magazem, e dove prima si trazeva 180 in 150 milia ducati, unde non ha potuto sublevar il cotimo, et à dà angaria 30 per 100 a la merchadantia ; e si fussc venute lo galie, si aria suspirà il colimo. Or, zonto .lì sier Piero Balbi, suo successor, a dì 30 marzo, li andò conira, e consì-gnoli il consolazo. Andò poi dal signor, qual è bon e justo, nome......, e li dimandò licentia di partirsi, e ge la dete senza spesa de un deremo, che namjuam è consueto. Eliam el nadrazes ge la dete, ma poi or dinò non fusse lassato, e dimandò prima da lui ducati X milia, poi si risolse in 1000, et a la fin 0 li dete, e mandò Francesco di Monte, turziman, a dirli : È vergogna dir e desdir; e cussi li dè licentia, e subito se partì et vene a Barulo. E zonto lì, vene Ire messi in uno dì, che ’1 ditto, per parole abute col consolo, lo volleva far esso sier Beneto retenir. E lui ' montò su la nave di Coresi, per esser le nave, patron Vicenzo Andrea et quella di Bernardi, a Tripoli. Poi eldìdrio vene incognito con uno mocharso a Tripoli, e non intrò dentro, ma montò in nave. E dii suo viazo nulla disse, ma ben pocho manchò che al 43