527 MCCCCC, LUGLIO- 528 E1 campo aloza uno mio e mezo lontan di la terra ; le porte si tien serate, per caxom che stratioti non escha fuori. Da Ciri fu, dii rczimenlo, di 9, et dii provedi toc. Scriveno dii conzonzersi di l’arma’di la Prevesa con l’altra, et manderano al zeneral Paulo Albanese con la compagnia, e annerano la fusta con li 500 ducati mandati, et li grippi. Item, dii zonzer lì tre citadini mothonei, vieneno per oratori a la Signoria nostra, e si partano domai) con uno gripo. Di Franza. Fo telo una teiera, dii roy, data a Liom, a dì 13, sor ila al suo orator qui, domino Accursio Maynieri, qual fo tela ini pregadi. Primo, che ’1 re di romani voi esser suo amico, et maxime li electori di l’imperio, e li manda do honeveli oratori, zoè el duella di Saxonia, per nome di electori, * et uno episcopo per il re ; et l’archiducha li à manda soi oratori, come bon parente, sugietto e vaxallo ; et che il re de Ingaltera li ha amandà a dir, è venuto con la moier a Calex, et con lui sta in amor ; et che aspeta li oratori di Eiemagna per tratar acordo, et voi includer la Signoria nostra, per le cosse di la christianità, tritando acordo con ditti oratori ; et dii papa, el sta ben ; di Napoli, non far 0 senza il voler ili la Signoria nostra ; e di lo armar, si duol che questo anno non farà, ma dice uno altro anno farà grossa armata ; et come va a Troes per dar audientia a li oratori elemani, per esser loco su la strada. Ilem, è zonta da Roma la decima dii papa; ma non è possibel exiger questo anno. Da Milam, di Vicenzo Guidoto, segretario, di 17 el 18. Come zonse lì et arivò a l’hostaria, andò a trovar monsignor di Luciom, li dò le letere di credenza ; volse el disnasse con lui. Poi esso secretano li disse, era venuto per star lì eie. Li rispose, comunecheria il tutto, e cussi dovesse far lui. Poi visitò missier Claudio, et missier Michiel Rizo, regij consieri, et li dete le letere credenzial. Ilem, che Luciom li disse di l’editto fato per il re, le done di foraussiti rebelli vadino in Aste, le qual donne sono fuzite in le nostre terre ; prega la Signoria ge le diano. Item, scrive che, andando a Milan, tutti si doleva di portamenti de’ francesi. Item, uno domino Zuan Maria, arziepiscopo di Zenoa, fradello dii signor Lodovico, è in Eiemagna, scrive a li soi, che il re di romani verà in auto, et cussi milanesi stanno in speranza; lamen si dice de lì per francesi, dillo re di romani esser in acordo con la christianissima majestà. Dii ditto, di 18. Come à ricevuto letere nostre, vano in Franza, le manda per le poste regie; et monsignor di Lucion li ha ditto di domino Marco da Martinengo, stato a Venecia, et, hauto la nostra letera, si ha justilìchato non esser stà vero. Item, eri zonse monsignor di Obignì a Pavia, et luui sarà a Milam ; et oltra monsignor di Montason, con lanze 50, ne va altre 150 a Pisa, et le zente altre aspetano su quel di Lucha. Ilem, el castello si lavora le fosse con opere 100 al zorno ; è stà ruinà le caxe di la piaza atorno, lasia piaza dii castello sia spaciosa. Di Bergamo, di rectori, di 20. Come voleano far conseio per dar li ducati 2000 rechiesti dii sub-sidìo, perla diferentia col leritorio; e Piero Zonehia scrisse de lì eie. Et per una altra letera, scriveno non poi mandar homeni per l’arrnada. Di Brexa, di rectori, di 17. Manda uno reporto, videlicel Bortolo da Lover, mandato in Eie-magna, referì, parli da Yspurch a dì 13 di questo; nou è expedita la dieta, et nel conseio intra solum 12 signori a presso il re, et fanno le cosse secreta più che mai. Non ha visto preparation di zente; è stà fato comandamento per le terre dii re, stagino in bordine di arme, et quelli non le hanno, vadino a la corte e li sanino date per li soi danari. Non voi soldato forestier alcun. 11 re voi andar a Roma per la via de Milan, ma si judicha 1’ andata anderà in longo, per non esser conclusa la dieta, et non ha danari ni zenle in bordine. Ilem, è zorni otto, fo 204 a Yspruch tre milanesi dai lìoli dii Moro, eh’ è a Ospurch venuti; et il re li promete meter tutti i milanesi in casa, e mostrò letere sigilate, va a missier Galeazo di San Severin, qual è a Mantoa, il re lo manda a chiamar. Item, li oratori electi per Franza non erano parlili ; et a Ospurch è ambasadori di sguizari, e non è sigilà la pace con ditti sguizari, sono diferenti; essi non voleno dar cossa alcuna a la camera imperiai, voi esser in libertà di luor soldo de chi li piace. Ilem, questi di, XXV fanti de’ agne-lini (sic) andono in Venosa, terra dii re, et amazò alcuni. Item, a dì X zonse a Yspurch il secretano di la Signoria nostra, qual partì a dì XI per Ospurch, dove è il re. Ilem, el Fosborg, conte, homo di gran auc-torità in le terre franche, era aspelato a la dieta, ancor habi manda suo fiol ; par el non voy satisfar a la richiesta dii re, et che 500 cavali, fo diio haver mandati il re versso Concia, non era per altro se non per dubito de incurssion de’ turcìii, e non se fidano molto. Erano stà messi ditti cavali in Lubiana et Petua. Item, a la corte è trenta milanesi ; i pulì dii signor Lodovico stanno con poche persone, e spesa mollo limita ; et quelli parlano il re debbi invader el