1279 MCCCCCI, GENNAIO. 1280 Come ebbe la trala di cara 1000 dal re, et aspela letere nostre sopra zio; et il re li mandò a comuni-char letere di Alemagna, di 3, di domino Francesco de Montibus, suo orator. Come il re andava a No-limberg, per seguir quello à fato di la dieta in Augusta, et per cazar francesi ; et lo episcopo magontino à ditto, non si poi adatar lo cosse senza arme. Ilem, la veziiia di Nadal, l’orator yspano e lui fono col re a l’oticio; prima cavalchono per la terra, ve-dando le fabriche; et disse haver dotnandà al papa il jubileo, qual questa note li era venuta una cavalcata di Roma, il papa ge lo dà a lui solo e luti di caxa di Aragona sono a Napoli ; et che li à risposto non voler suo jubileo, parlando con colora versso il papa. Ilem, esser morto de lì el conte di Martu-rano, homo mollo exlimato, et è morto im pochi zorni, si dubita sia da peste. Di Spagna, di sier Domcneyo Piaani, orator, date in Granala, a dì 3 dezembrio. Come li reali erano tornali lì ; è stato da soe alteze, e li comunichò letere abute da li soi, di nove da mar, e provision si fa, et di la bona disposition di principi christiani a l’impresa. E il re li disse : Havè vu letere di la Signoria ì Rispose di no, ma aspectava di brieve. Ilem, pregò lhoro alteze tenisse l’armata fuori, a beneficio di la religiou christiana. Quelle dimostralo bon voler, ma la impossibilità, dicendo non mancherano se li altri tarano il dover lhoro. E la raina, con jo-conda ciera, disse dubitava di promoter, per non poter atender, et che la parola lhoro era un sì e un no. Ilem, a tempo nuovo si aspetta de lì l’archi-ducha di Borgogna, a tuor il juramento per nome dii fìol. Dii dillo, di X. Come visitò l’orator pontificio, qual li disse haver dato il brieve al re, per il qual il papa lo invida in armada ; e soa majestà li à risposto voi vegnir, et l’à pregalo, non solum tengi l’armata, ma ne fazi di nuova. Li à risposto, è su gran spexa, et li dagi la cruciata. Et a esso orator, sine resolu-lione, soe alteze li à risposto; tamen, in zifra, par habino tolto a cambio, chomè li à ditto uno Agu-stin Grimaldo, zenoese, ducati 30 milia, da esser pagati a Roma per tuto zener, eh’ è segno vorano tenir l’armata, et spera di bene. Ilem, de li mori, sono a P usato ; et nulla è di novo. Da Rovere, di sier Mafio Michiel, podestà, di 8. Come à ricevuto letere, andava al Cardinal legato curzense, fo da soa signoria, et parlato, li disse tenir, il re Maximiano habi liga col turcho, e per questo non voi el vadi; et che ’1 papa havia fato andar l’ar-inada yspana in Levante, per far grando suo fiol ; e perhò è bon non si fazi, a ciò el papa perseveri, el si scrivi a Roma. Et aricorda la Signoria nostra stagi ben in acordo con il re di Franza. Copia de la risposta de li cattolici re de'Hyspania, 502 al brieve del pontifice sopra le cosse dii turcho. Molto sancto padre, I vostri molto humili et devoti fioli, re et rezina de Castiglia, di Leon, di Aragon, di Scicilia, di Granata eie., basano i vostri piedi et sancle mano, et molto humelmente ne recomandiamo a vostra santità. A la qual piaza saper, che Inibiamo ricevuto il breve suo, per il qual ne ha scrito il danno, che il turcho ha fatto ne la christianità, et dii periculo in che sta per haver molti mazori danni, se non se gli provede; et che per rimedio di questo, vostra santità manda legati a li principi christiani, perchè procurino la pace et union de loro, et che unitamente pigliano la impresa contra il turcho, per la qual vostra santità se offerisse de andar im persona, cum il sacro colegio de li reverendissimi cardinali, se ’1 serenissimo re de Franza, nostro germano, o Jo, e! re, ne serimo im persona a la dita impresa. Et dice il modo, come se delie pigliar, et cum quanti exerciti, et infili ne priega et admonisse, che scriviamo subito quello che in questo ni par di fare. Sanctissinio padre, za la santità vostra sa quanto habiamo sentito et sentimo el dano che el turcho ha facto, et quanto tempo è che suplichamo che la proveda per il remedio, come in quello habiamo fatto quello che in nui è; e al presente regratiamo el nostro signor Dio, perchè vostra santità voglia cussi atender al rimedia di quello; e anclior che tutto quel che in questo dice, sia propria opera de suo pastoral officio, certamente è ; molto da laudar, che essendo sua persona tanto agravata de anni, se offerisse di tanto bona voluntà a tanto travaglio. E nui, per la afFectkm che tenimo a la persona di vostra santità, e per quanto havemo sempre desiderato et desideratilo el ben di sta sancta impresa, baxamo i sancii piedi et mano di vostra santità ; per quello perhò essendo ne la christianità tanti principi, come sono, che poriano andar im persona, piasendo al uostro Signor, et sofrir meglio il travaglio di la guera, escusado serà che la persona di vostra santità non se metti con loro, et se ne stia ne la sua sancta sedia, che meglio potrà proveder e ajutar questa santa impresa. Quello che nui in questo desideramo fare, molli zorni sono che P habiamo scrito, offerendo per quello tutto el nostro, et andar Jo, el re, im persona, se ’1 serà necessario, per la