501 MCCCCC, APRILE. 50-7 liuto noviler el compimento di 1500 lanze francese, e ne manda altratante; dice dii venir dii baylo dii Degiun fra 4 zorni, con 14 milia sguizari, e dii co-mandamento à ’buto li 4 milia sono col signor Lodovico, soto pena dii focho e da esser morti li fioli et moier, si partino dii campo dii Moro, sì che fra 6 zorni el campo dii roy sarà 40 milia persone, per modo el Moro bisognerà ritrarse. Ilem, lì a Zenoa è zonti 500 franzosi etc. Di sier Marchiò Trivixan, capetanio zeneral di mar, date in galia, a Corfù, a dì 22 marzo. Di esser mal in hordine quelle poche galie ; ha la più più parte amaladi etc. ; aricorda si provedi per tempo. Da Modom, di quelli reclori. Di le artilarie trovate in mar, qualle vanno recuperando per zornata, fonno di la nave dii turcho et di le nostre, chome più copiose più avanti scriverò. Da Gradiscila, di sier Bortolo di Prioli, prove-dilor. Avisa, turchi dieno venir in Frinì, perhò si provedi ; tamen di Monl'alcon si ha, nulla esser. Da poi disnar, fo pregadi. Fo posto per li consieri di acetar la scusa di sier Francesco Foscarini, rimasto sopra la exation, per la invabtudine ; e fu presa di largo, unde fu fato il scurtinio con bolctini. Rimase in luogo suo sier Antonio Valier, fo consier; fo soto sier Lunardo Grimani, fo avogador, sier Lu-nardo Loredam, procurator, sier Lucha Zivram, fo consier, sier Nadal Nadal, è di prega:li; e il Valier intrò. Fu posto per tutte tre man di savij, una risposta da esser exposta per el principe a li oratori di Pranza,'vano in Hongaria, chome li conseiamo de-hino solicitar quel re a romper a’ turchi, et la ma-jestà regia debi dar la portion soa, come nui deremo. Fu presa. Fu posto per li ditti, scriver a Roma a l’orator nostro, exorti el pontifìce a far eie., e mandarli li su-marij da mar. Ave tutto il conscio. Fu posto per sier Alvise da Molin, savio dii conscio, et alcuni altri di colegio, scriver una letera al redi Pranza, per inanimarlo a le cosse christiane; et sier Polo Barbo, savio dii conseio, tolse rispeto ; e cussi fo indusiato. Fu posto per tutti i savij, e fo mia parte, di tuor liberta dii conseio di armar 4 nave di le mazor, con li modi parerà al colegio. Fu presa. Fu posto per sier Marco da Molin, Jo, Marin Sapido e sier Lunardo Mocenigo, savij ai ordeni, di armar X galie grosse, et elezer per pregadi X so-pracornili ; e a l’incontro, li savij dii conseio e li sa- vij a terra ferma messeno, ili armar li 7 soracom-mili electi per gran conseio, quali si hanno oferto armar galie grosse, et in loco di quelli non vorano andar, si fazi. Parlò primo sier Marco da Molin, qual, perchè non satisfese, Jo andai in renga, dicendo l’ini- 76 portantia di la cossa. Mi rispose sier Beneto Zusti-gnan, savio a terra ferma. Poi parlò sier Francesco Bolani, era di la zonta, in favor di la nostra opinioni. Et li rispose sier Francesco Diedo, el 40, non era tempo da aspetar a far soracomiti. Andò le parte : una non sincera, 0 di no, 64 la nostra, 104 di savij. Et restò conseio di X, per far certa ubligution per danari. El principe andò a caxa, el fo licentiato el pregadi. Adì 8 aprii. In colegio veneno molti creditori dii bancho di Garzoni, con li soi capi; et li Garzoni, quali diinandono el salvo conduto, Un irò compieno, voria haverlo, et haver auditori a llioro diferentie, e non li consoli di inerchidanti, che saria spesa. E consultato poner ozi a gran conseio una parte di elezer tre etc. * Da Zara, dì reclori, di 30 marzo ; tamen non so’ certo dii tempo. Come aspectavano turchi di brie-ve su quel contado. Ilem, mandò una letera scrita per uno frate, che la Signoria nostra mandava al re di Hongaria, per li nostri, alcuni forzieri pieni di danari. Di Raspo, di sier Ulivier Contarmi, capetanio. Di avisi, turchi dieno venir eie. Da Treoi, di sier Piero Marzelh, provedador, di 6. Come si feva il ponte a Rivolta Sedia, et si passerà poi a Cassam ; tamen s’indusierà. Da Lodi, di sier Chrislofal Moro, provedador, di 6. Zercha il castello di San Columban, è il castelan mariolo, e il castello non si voi più dar a Pranza. Item, domino Jacomo da Corezo voi dar Parma, ma si conzi la cossa di Rossi. È da saper, eri in letere di Lombardia si bave le infrascrite nove. Come nostri, sono a Lodi, havea preso domino Urbano.de Santarosa, riebo di 100 milia ducati, homo di primi di tortonese. Ilem, la fia di esso missier Zuan Jacomo a Milan, in castello, havia parturito, e diio missier Zuan Jacomo era a Mortara, e a dì 5 doveva ussir a la zornata. A lanze 1200, e cavali lizieri 400, e fanti 14 milia, e Lodovico era in li borgi di Novara, e si partiva le sue zente. Ilem, da Brexa si bave, la moier dii signor Antonio Maria di San Severino esser lì in caxa di suo cugnato, conte Zuam Francesco di Gambara, qual è in campo, condutier nostro. Da Crema, dii podestà, do letere vidi, di 5 ; una