MCCCCC, GIUGNO. m lan di Sonzin, falò zentliilomo nostro, et domino.....Fossa, cremonese, erano a la porta di l’au- dieritia, dicendo voler dar ducali 20 milia a la Signoria, zoè dir alcuni dazieri di Cremona e Gera-dada, qualli galdeno li dicti danari; lumen erano creditori dii signor Lodovico in certo tempo, et fo rimesso aldirli. Poi fo scrito a Cremona, li scodesseno. Et eliatn, hessendo gran conseio, colegio si rc-duse, vene ste letere : Da Roma, di V orator nostro, di 13. Di un concistorio fato, dove il papa disse haver letere dal roy, voi privi el Cardinal di San Severim, eh’è in Alemagna, dii vescoado di Viena im Provenza ; e dimandò li reverendissimi cardinali dicesse l’oppinione lhoro. Et soa santità voleva far ; lumen li cardinali non vol-seno. Item, fo parlato di Hongaria, ma fredamente. Ilem, de li è avisi di Franza, lo acordo si tratava col re Fedrico non è sequito ; imo, il ducha di Lorena pertende quella impresa, e il papa lo voi ajutar, e li darà in ajuto 700 homeni d’arme et 3000 fanti, che za li -ha preparati. Ilem, monsignor di Agrimont, orator francese, era partito di Roma non ben disposto, licei il papa li mandò ducati 1300 per il danno bave a Monte Fiascon, et questo dii trato di le robe e beni de quelli ili Viterbo. Item,- monsignor di Libret, suosero dii ducha Valentines, li à mandato a dir per proprio nontio, come li è nato una fia di soa moglie in Franza, e che la moglie vo-ria andasse de lì, perché si poi dir non è maridata ; li ha dato bone parole, ma pocho si cura di tornar in Franza. Item, di uno fra’ Lauro, di l’hordine di Servi, qual, acordato con uno fameio di ditto ducha Valentines, tramava far schampar la madona di Forlì, è de lì a Roma, et mostrava volerli parlar. Or fo trovato anegato nel Tevere. Di l’altro fameio 0 si sa. Item, à inteso l’armata yspana esser partita, tamen il suo orator non sa 0. Item, è stà, pu-blice e privatim, excomunichati tre signori, Rimano, Pexaro e Faenza, e ordinato mandarli li interditi. Item hanno, luchesi haver consignà Petra Santa al roy, con condition, avanti la dagi a’ fiorentini, Pisa sia reabuta ; eliam, pagano al roy, per l’impresa di Napoli, fanti mille. Ancora senesi vi danno ne le mam dii roy Monte Pulzano, fo di fiorentini. Da Napoli, di sier Francesco Morexini, dotor, orator nostro, di 6. Come il re li ha ditto, è venuto lì uno Francesco da Casal, stato per nome di Lodovico al turcho, qual lo tien in castello. Li ha ditto che il turco, inteso la captura di Lodovico, lo mandò a confortar dicendo li daria soccorsso eie., et che vien potente contra la Signoria, et ol'erisse a lui re Fe- drico ogni ajuto, ma dice esso re non li presta lede, per non aver lettere di credenza. Ilem, à nova dii partir di l’armata yspana, e sarà presto in Sicilia. Ilem, par il re sia seguro per questo anno, tutavia, 1 va scodando li danari. Item, manda a la Signoria una suplication di Basilio da la Scucila, è lì in castello retenuto, la qual non fo leta eie. Di Rimano, di sier Francesco Capello, el cava-lier, provedador nostro, ih 14 el 16. Come il signor mandava a la Signoria do depositiom di doy contra il suo orator existente de qui, de Capo in Sacho, di machination traiate contra di lui, e le dreza a mis-sier Opize, suo nontio et orator de qui. Ilem, a dì G, esso signor è stà excomunichato a Roma, e quel di Pexaro e di Faenza ; manda la copia di la scomuni-cha, e la letera di aviso. Ilem, madona Geneva, madre di la signora, e moglie di missier Zuan Bentivoy, si aspeta de fi, e si dice le cosse di Bologna è in bon asseto ; è tornato il prothonotario Benlivolo dal roy con bona risposta. Ilem, mandoe una letera di uno Francesco da Liesna, li scrive di 2, da Ortona Mar, par sora Fam da 7 fuste di turchi fo preso il suo na-vilio, e lui fuzite in terra con li homeni; le qual fuste s’è ditto esser ussite di la Vajussa. Di Feltre, di sier Mathio Barbaro, podestà e ca-pelanio. Chome à nova che, a la dieta si fa a Yspurch, aspetarsi uno orator di Franza. Et l’orator di Feltre fo aldito in colegio; si duol di tanti homeni vien tolti di quel teritorio, per mandar su le galie ; et, conclusive, foli ditto, mandasse tanti homeni, et non più. Da Cremona, di provedilori el di la comunità. Zercha do monasterij, et di certa renoncia fata per il Cardinal San Severim eie. ; le qual perhò non lexi, per non esser da conto. Da Corfù, di sier Lucha Querini, provedador, di 26. 0 da conto, non lede; e di sier Jacomo Ve-nier, capelanio di le galie grosse, di 24, non dice dove date, ni de che mexe, sì che fu im pressa. Noto, è venuto da Corlu sier Nicolò Alberto, ca-petanio di l’ixola; et fo examinato per li cai di X. Dii zeneral, dice stava benissimo, et ozi fo expedi le letere al zeneral et al proveditor Pixani. Da poi disnar, fo conseio di X, stetcno fino horre 24. A dì 18 zugno. Fo el zorno dii Corpus Domini, nel qual dì, ubique terrarum christianorum, si fa solenne processione ; et cussi fu fata. Erano quatro episcopi aparati ; non era il patriarcha ; et il principe in rnezo di do oratori dii papa. Poi li oratori di Franza, Napoli, Ferara, lo episcopo di Brexa da cha’ Zane, el signor Schandarbecho, el prior di San Zuanne da dia’