791 MCCCCC, SETTEMBRE. 792 legnami per Cataro, credito di certe nave e marcha-di di l’arsenal. Di Hongaria, vene letere di nostri oratori, date a Buda, a di 4. Come eri zonse lì uno orator dii turcho, venuto in zorni 23, partì di la Morea, et presentò una letera al signor re, la qual sarà qui soto scrita. Per la qual avisa la captimi di Modom, la qual nova era sta molesta a tutti quelli principali ; et pertanto exortano al concluder ; et si za do mexi fusse sta concluso la intelligenlia cot» quella regia majestà, non saria seguito questo, dicendo l’à manchi da la Signoria nostra. De lì si à dato danari a le zente d’ arme, e li artifici sono ocupati in conzar arme et preparamenti di guerra, tenendo la liga omnino liabi ad esser. Poi, per una poliza, scriveno, l’orator dii papa, episcopo di Cay, andò im Poiana, con bordine far licentiar l’orator dii turcho, e quel dì eliam sia licentiato questo. Avisano non sarà li-centiato quello è lì in Ilongaria, fino il re non habi la risposta di la Signoria nostra. D ì Vegia, di sier Piero Malipiero, conte, di 14. Come à ricevuto nostre letere, per frate Antonio, che si aria homeni per armar da quelli Frangipanni, unde mandò Matio Gaudente, citadim de lì, al conte Anzolo per questo. Li scrive indriedo, meravegliar-si, e non ha homeni per armata, ni mai si à oferto 17 darli, ma ben, volendo la nostra Signoria, serviria con homeni a cavalo; et à fato spexe in exploratori, e avisar di successi de’ turchi, e non è sta pagato ; et era venuto a labravali, castel suo a la marina, per haver homeni; non li poi ha ver. Et scrive a rnis-sier Zuan d’Arbe, di questo. Item, come a dì X, per mezenità dii conte Michiel, suo nepote, feno paxe tra il conte Bernardin e lui conte Anzolo di Frangipani, et veneno con cavali X per uno ad abocharsi insieme. Si dice el conte Bernardin voi tuor Segna, perhò si à ’bochato ; tamen a Segna si sta con gran guardie. Item, à nova in Bossina adunarsi zente per Friul, e dice o verano presto, o vero non verano, per venir l’inverno et le neve. Dii conte Anzolo di Frangipani a, la Signoria nostra, data a Jablfiniz, a la marina. Come non poteva haver homeni, ma si oferisse con cavali ; et scrive quelli essi Frangipani poi servir. Item, il re di Hongaria prepara zente per esser conira turchi eie. Di frale Antonio di Corvalia, di 12, scrita in ìi lochi 'di ditti Frangipanni. Come andava con le letere in Hongaria ; e de lì via per tuto si trema di turchi; quelli signori adunano zente e cavali assai. Da poi disnar fo pregadi, e fo grandissima pioza. Non vene il principe. Di Zara, di rectori, di X. Come per uno, stalo da madona Dorathea, qual andoeda Schander bassa in Bossina, per portarli il tributo di uno suo castello, dice è inver Bossana senza hoste; tamen voi adunar zente, per venir versso quel teritorio di Zara, e non voi rasom alcuna che con sì pocha zente vogli corer in Friul, ma dà voxe per Friul. Conclude, non li venendo più exercito, non vera in Friul ; e dito explo-ralor, vien da Bichach, à mandato uno altro. Di Vegia, dii conte, di X el 12 in una. Come uno nobele de lì, chiamato sier Bartole Grabian, fu a Segna, parlò con missier Alberto, capetanio, qual è stato orator dii re di Hongaria al papa. Dice, hes-sendo a la corte el conte Bcrnardiin, dimandò al re di tuor Segna. 11 re disse : Tolela. Et lui capetanio si alterò con esso conte ; et par ditto conte al presente si prepara con schale eie. per venir a I noria. Ma quelli citadini voi darsi avanti a la Signoria nostra, o vero a’ turchi, cha a ditto conte Bernardini. Fano gran guardie, et eliam fuora di la terra. Item, manda altre do depositiom, di do, in hac materia, e prega li nomi siano tenuti secreti, acciò non intervengi come fo dii capetanio di Berbier, per avisar esso conte fu preso et morite. Et par il conte Michiel volesse dar il castello di Lendeniza a la Signoria, et esso conte Bernardin ave a mal. Or voria saper da la Signoria nostra, si, dimandando quelli di Segna ajuto, quello esso conte habi a far. Item, per 1’ altra letera, di 12, manda una letera di frate Antonio, di XI, li scrive quelli Frangipani voleno venir a tuor Veia, à navilij siciliani preparati, sì che avisa stagi in hordine, unde lui à provisto, scrito in Arbe eie. ; ben aricorda si mandi qualche galia, va in armada de lì via. Item, à nova turchi haver passa a Bicha-chio, fanno 5 o ver 6 mia al zorno, et vieneno in Friul. Et per colegio, per mio aricordo, con voluntà di la Signoria, fo scrito a sier Sabastiam Marzello, era ito versso Glorie con la sua galia, o ver lo troverà in Istria, e commesso vadi lì a Veia, e, non hessendo bisogno, vadi a Zara et Cataro, come li è.sta imposto. Di Cao d’Istria, di sier Piero Querini, podestì et capetanio, di 14. Come per una letera di Damian di Tarsia, par li habi scrito il conte Martin Ludovi-nich, visconte di Briga, come cavali 400 di turchi erano corsi a uno castello dii conte Michiel. Item, quello disse Francesco Lepori di hongari, non è vero. Da Ferara, dii vicedomino, di 15. Come el si- 31 gnor era ancora a Comacliio, non poi darli le letere.