¡875 MCCCCC, OTTOBRE. 876 thilomeni et altri citadini venitiani e sue case ; et quelle riiviscno tra 34 di loro. E, aproxirnato lì lo exercito turcheseo e 1* armari», fo a rii XV dii pas-sado, lui montò a cavalo con cavali 100 e fanti 60, e porieva ben cridar el nome di la Signoria a la rii-fension rii la terra, sì el zorno come la note, che mai vite persona prendesse le arme, imo quelli prima si acostò a lui, se retrasseno. Or non voi dir al- 349 * tro. Ma, intrado turchi in la terra, comprò uno gripo per fuzer con quello, ma non li fo concesso, se prima non corompù el bassa con danari. Or si atrova lì ; dornan aspeta la galia Zona, e monterà con quelli soldati taliani è lì, e con rio caravele e uno schie-razo armario amlerà dal zeneral, qual è tra Cerigo e Monovasia, con pensier de investir l’armada nimi-cha, per quanto intende, la qual è atorno Napoli ; e cussi Jo exercito si spiera rii ben. Li castelli sono fortissimi, et è stà posto ben in bordine de fanti e artilarie, e il socorsso non li è per manchar. El Ja-comin di Val Trompia, contestabele, è con lui, con quelli pochi fanti ha disposto a sequirlo. Di sier Do me nego Dolfim, capetanio dii colfo, date in yalia, a presso Durazo, a dì 17. Come era stato a la Cimerà, per saper rii le cosse eli la Va-jiisa, e à inteso tute le zente esser partide, che erano preparale per l’armata, e restato solum janiznri 500 e asappi 500 dii paese, pagati per custodia ; e vo-leno meter in cantier X fuste, e sono in dubietà si riieno meter galie o fuste, e voi sia fuste, per poter con el fonrio rie l’aqua ussir; e che Mustafà bei, zenero dii signor, è ancora a la Vajussa, e il signor, per amor di la Ha, li ha rimesso, con promission che ’I ditto ha fato, a tempo nuovo ussirà fuora. Quella armata è in lo ochij e nel cuor, e minaza grandi effetti ; bisogna zerchar questa invernata di brusarla o con danari o per forza. À scrito al zene-ral eie. Item, è venuto lì a Durazo, per fornirse di aqua e vituarie, e in quel’ bora zonse lanze 300 tur-chesche, e pedoni infiniti erano da drierio Ihoro con scalle per scallar la terra, e l’aria ahuta si lui non fusse stà lì ; unde se tirò con le galie al passo in capo di la terra, e con le artilarie non cessò di trazer, fino che essi se tirono indriedo ; e mandò l’armiraio in terra, con el forzo di la zurma e balestrieri, a difension rii quella ; e altri homeni manriò a le forteze, con li compagni di stendardo, sì che la terra fu salvala. Et chi non fa qualche bon pensier, venirano fi tante volte, che una li anderà fata ; e guardarla con una galia non è secura; non trova altro remeriio dia redur la terra verso la marina in pieoi spazio, e à fato mesurar in do luogi : l’uno è passa 125, e l’altro passa 85. Nel qual loeo saria da tirar un muro a traverso, con uno fosso, e la terra saria che ria terra se poriano prevaler. E bisogna riformar el castello rie sopra, che quello, con la terra cussi ristreta, si poria dar soccorso 1’ uno a l’altro. Costeria la spesa, a perfeetion, ducati 5500; e chi non la fa, quel luogo si poi reputar perso, per esser granclo rii circuito, e le muraie debile, e pochi homeni ; e ivi si poria far porto serado e ar-senà con pocha spesa, et è nel cuor de i nimici ; e si i nimici l’avesse, poi traversar ini Puia, eh’è poco. Edam, tochò Sibinicho e Catharo al suo venir lì, quali hanno bisogno di provisione, e Cataro è molto debile, e con pocha spesa si poi farlo forte. À le mure aperte da mar, e senza porporele ; e i nimici poriano andar con le prove in terra ; la qual por-porela si faria con do galie grosse vechie. Resteria da terra da fortifichar passa 80, qual bisogna far, e saria forte. Voria el Collrin è a Corfù, elesse una ochiata lì, e ritornasse poi. Item, a Sibinico con pochi danari si seguirà quello è principiato, e a le muraie da mar, per li rectori, rii tempo in tempo è stà concesso poter far botege e case apuzate a le 350 mure, che se poi dir siano scale a montar suso. Et dice, l’inverno si rioveria atender a fortifichar li luogi eie. La fusta di Veia non è ancor zonta, per esser stà retenuta per sier Andrea Michiel, per li bisogni, insieme con una altra avia armato a Durazo ; la qual seconda ozi li à dà licentia eie. Dii ditto capetanio, data ivi, a dì 17. Come do turchi disseno eri ad alcuni paesani, so’ parenti, che novamente erano venuti ria Napoli rii Romania, riove il signor è stato col campo, e havenrio visto non poter far 0, è anelato rii longo versso Con-stantinopoli, e ha lassato rio sanzachi a li confini, a guarda rii nostri slratioti ; e che la loro armata, visto la nostra, cerchava venirli a 1’ oposito; e zonto velie 90 con la nostra, quella mutò pensier e fugiva, e la nostra li deva driedo; e il bassà à scrito al signor di questo; dimandoli bordine. E poi, a di 18, bore 20, zonse uno gripo di sai da Corfù, va in Alexio a venderlo, con patente dii rezimento. Et per il patron, eh’è Piero Turcho, à inteso, ut supra, il levar rii Napoli dii campo, poi date Ire bataie, et l’arinada va versso Negroponte. Ih Dulziyno, di sier Andrea Michiel, proveda-dar in Albania, di 21. Come, a rii 17 ria Covrili scrisse, a rii 16 alriiteno molte bombar le a Durazo, e fo perchè turchi scorseno solo la terra ; si dice è stà asappi 3000. di quelli era a la Vajusa, e lanze 300, con el favor di quelli di la villa di Andronezi.