139 HDUVII, MAGGIO. in ordinanza, et di qua vene il tumulto, non però se abbia veduto arme in mano di citadini, ma come di sopra è ditto, immediate cessò il rumor. Si poi creder, che tal tumulto sia sta fatto con consulto di questi cittadini aziò li reverendissimi cardinali et magnifico Ippolito de Medici se parlisseno, perchè forsi.lre hore inanti mi fu ditto che hoggi seria tumulto in la città. Se vede che questi reverendissimi cardinali Cortona, Redolii et Cibo, vanno allargando el governo. Et per quanto mi è sta diito, questo governo si adatterà. Hozi riceveti di 13. La nova di Roma vene molto tarda per esser tutte ie strade rotte, et tulli fuziti di le ville per li exerciti che sono andati a quelle bande. Lettera del ditto, di 16, hore 5 di notte. Il governo di quesla città è mutalo del tutto, et posto in mano de li cittadini et populo di vo-luntà et consenso de li signori Medici, et la città è fatta unita. Nella consultazione di cittadini heri sera redutti in palazzo, fu deliberato che quattro di loro questa mattina andassero da li Reverendissimi cardinali et magnifico Ippolito per cerlificarse se confirmavano quanto heri matina li disseno, che erano contenti provedesseno alla regolaiion de questa città come li parea, remettendosi a loro. Li quali andati, hebbero da Sue Signorie reverendissime et magnifico Ippolito la comfirniation di quanto haveano ditto, et che non voleano deviar ponto di quello che fusse deliberato per loro citadini ; per il che fu immediate convocali in palazzo da zerca 70 cittadini, et a bore 23 è venuto a me domino Francesco Vittorio uno de li primi di questa crtlà, per nome di quesla excelsa Signoria et de li signori Vili di Pratica, con conveniente forma di parole mi ba exposto, che hessendo stà veduta la inclina-tione di quesla città a dì 26 del preterito per il tumulto ailora seguito, et hessendo da poi per J’infortunio di Roma el stato de Medici in questa città talmente indebolito che non si poteva sustenlar, molti di loro cittadini si haveano interposto a compone^ et sedar le cose, et demum hoggi in Conseio de forsi 70 cittadini, hanno concluso d’accordo con li signori Medici, che se vogliono, possano star liberamente in questa città over in altro loco sottoposto a quella come privati cittadini, possendo goder il suo, nè se li possa domandar ragione et conto de danari nè di alcuna altra operatone falla per loro over sui ministri, et che siano immuni et exempti da tutte le gravezze exlraordiuarie, come sono arbitrii et accati che sono come taxe, restando solum con la gravezza ordinaria di le decime. Che il guberno della città sia redutto nel modo che era inanti l’ultimo ritorno de Medici in queslaciltà, che fu del 1512, nel qual governo era uno Confalonier perpetuo et uno Conseio di zerca 1500 cittadini, uno di 80 che havea la cura del Stato, et 10 di la guerra. Et perchè hanno iudicato che sia bisogno di correclione cerca 1* autorità del predetto Conseio grande, hanno deliberato che tulli li magistrati che sono fino hora, debbano continuar con l’autorità che haveano, et che la Signoria insieme con li Collegi, che sono in tulio 37 cittadini, con li signori Vili di Pratica, el Conseio di 70, et di la Balia con 25 cittadini per quartiere, che saranno fino al numero di 200 in 220, debano regular et coreger le cose del Conseio grande, et possano in questo mezo elezer li magistrati che vacheranno, et far le altre operatione che faria el dicto Conseio grande. El qual domino Francesco da me interrogato, disse chel crede non faranno il Confalonier perpetuo, ma per uno anno. Poi mi disse, per nome della Signoria et delli signori Vili di Pratica, che quesla repubblica voleva perseverar nella amicitia et confederaron, come finora la è stata con il re Cristianissimo et la Signoria nostra, et perseverar quanto hanno capitolato li giorni preteriti. El Legato et magnifico Ippolito si partiranno; ma il cardinal Redolii, per esser arziepiscopo di questa ciltà, si lien starà nel suo arziepiscopalo. Il reverendissimo Cibo è partito hoggi di qui con il signor Alexandro di Medici, die erano ad uno suo palazzo in villa, et mandò prima le robe verso Pisa. , In questa hora 3 di notte, havendo mandato a chiamar a me uno di questi primarii cittadini, ho inteso che questa sera hanno confermato nel Conseio di la Balia quanto tra loro cittadini prima era stà concluso cum fave 52 di 55 che erano: solimi questo hanno mutato, che li prefati dì la Balia debbano elezer 20 cittadini i quali debano regolar le 88* cose del Conseio grande, et hanno deliberato che’l Confalonier se debba far per ditto Conseio per uno anno ; che li preditti 200 in 220, come è ditto, debbano gubernar la città perfino a dì primo Lu-gio proximo, el da li indrieto debl» inlrar el Conseio grande, qual debba elezer li ottanta cum autorità di gubernar el Stato, deliberar le materie dei danari, eiezer li commessari et oratori, et poi Conseio grande, da poi adimptr le ordinazioni prima falle di elezer la Signoria et li altri magistrati ; sichè in questo giorno hanno in bona parte regolalo que-