1515 MCCCCC, soa maiestà, si li doveri far il salvo conduto etc. Et nota, questa è cossa nuova, e numquam più audita tal forma. Et fo consultato e risposto al corier, slagi qui queste feste, poi se li risponderia. E bisogna gran consulto per molti respeti. Da poi disnar, fo la vezilia di Nadal, il doxe fo in chiesia a 1’ officio et messa, more solilo. Et è da saper, eri sera fo dito una zanza : nostri, a di 5 di questo, havevano auto il castello di la Zefalonia, et si diceva era nova a bocha ; lamen nih.il eral. Item, ozi nui ai ordeni forno a caxa di sier Antonio Valier, savio dii conseio, con un di nostri secre-tarij per consultar assa’ cosse. A di 25 dezembrio. Fo el zorno di Nadal, vene di venere. La rnatina el principe, more solito, fo in chiesia, a udir messa, senza perhò le solennità, et questi oratori, papa, Napoli e Ferara, il signor Schan-darbecho, domino Marco Malipiero, comandador di Rhodi, et il capetanio di le fantarie. Et vene prima nova, per una letera di Corfù, di X, nostri haver auto il castel dii Zonchio per tratado, et la Zefalonia doveva darli la batata, et che una fusta veniva con letere dii zeneral, partite avanti il grippo, qual di hora in hora doveria zonzer. Et tutta la terra mostrò grande alegreza, e pocho da poi zonse la dita fusta con le letere, qual fo mandate a lezer per Za-charia di Freschi. Et referito al principe la nova, quella comunichò con li oratori. Vene eliam pre’Lu-cha, era zago in San Marco, capelan dii zeneral, qual parlò al principe. Golegio non si redusse; et perhò più avanti noterò le letere. Et è da saper, l’orator di Franza era corozato, et sine causa, et perhò non vene ; umlc, da poi disnar, fo mandato a pregarlo per Gasparo da la Ve-doa, secretano, volesse venir. Qual disse non vol-leva. Unde, consultato, el principe mandoe do pa-tricij, sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procura-tor, et sier Polo Pixani, el cavalier, vestito d’oro, et questi lo menoe. Et andati con le solennità in chiesia a la predicha, portò la spada sier Zorzi Corner, el cavalier, capetanio a Verona designato ; fo suo compagno sier Zorzi Pixani, dotor, cavalier. Or predichò il predichator di San Zane Polo, frate di quel bordine. E poi, justa il consueto, el principe non andò a San Zorzi, ma udite vesporo a San Marco. Et, compito, si reduse col colegio e l’orator i li Franza, al qual li usoe sapientissime parole, dicendo non havia causa, per la ferma lianza, liga e benivo-lentia è tra la christianissima majestà e la Signoria nostra, et che 1’ havia dito esso principe voleva ben al signor Lodovico, dicendo molte parte optime, et 1 121 fiche si a qualche cossa el dimandava non li era risposto ad vota, è perchè si convien servar le leze nostre. Et lui orator parlò, dolendossi li pareva non esser ben visto ; havia dimanda zercha il conto di milanesi, per le canevaze ; item, di la sententia fata a Lodi, intromessa per sier Francesco Zorzi, auditor et altro ; item, quel orator di Napoli retento fu statini liberato, et alia verba. Or fo bonazate le cosse, e il principe lo basò; poi li disse, che le do nave di Zenoa, armate per il re, nel ritorno havia preso una nave, qual era li forzieri di sier Francesco Morexini, orator nostro, vien di Napoli. Si dolse assai, disse scriveria in bona forma. Et li fo fato lezer la letera ne scrive il re di romani, zercha mandar oratori nostri a Pordenon ; si la rise etc. Poi il principe justifichò, per una letera abuta da Milan, a le tre cosse, la qual sarà notada qui sotto. Et, partito, fo ordina credenza. Vene, lezendossi le letere da mar, sier France- 478' sco Chachuri, fo sopracomito di la galia di Otranto, andò col socorsso a Modon, vestito con caxacha a modo turcho, perchè fo preso, e schiavo, qual si ha rescatà, e im più volte spese più di ducati...., et è venuto con questa fusta. Montò a Ragusi a dì 1"2 di questo; partì di Andernopoli a dì primo novem-brio, dove era il signor. E a Constantinopoli si dice, era la peste. Item, per opinion soa, il signor non armerà questo anno, per esser la sua armada mal conditionada, e tuta marza, qual parte è a Garipoli e parte a Constantinopoli ; e tutto il paese è mal contento per li danni patischono. Item, disse dii perder di Modon, el il modo che nostri intrava, e turchi da l’altra banda erano intrati in la terra, e, combaten-do, li fo dà di una nrazocha su l’elmo, lo ’1 storni, e cadè per morto sopra molti corpi, e stè cussi stramortito, e tutti li zapava adosso, e la terra si arse tutta. E, poi svegliato, spogliosi, per non esser cognosuto, e a la porta ne l’ussir fu preso. Disse era balestriere di galia, e sapeva grecho; fu lato schiavo e, fato l’edito fosseno presentadi tutti li schiavi, per taiarli per mezo, el suo patron el volsse presentar, e lui si dè taia ducali 100, e poi altri 100, e lo fé raderla barba e la testa, e li messe una casacha in dosso e scapolò. E iterum fo preso. Item, disse in Andernopoli vene nova, il re di Hongaria havia rolo al turcho, e intrato per meza zorna’ nel paexe ; nude il signor li mandò conira 15 rnilia achazides, zoè cavali cora-dori etc. Item, dimandato di rectori di Modon, disse el Zanlani fo amazato in Modon, e il Cabrici, caste-lan, fo ditto era vivo a presso il turcho. Item, in Modon è pochi turchi ; per non haver dove star, stanno soto tende, à fabrichà le mure. DECEMBRE.