MCCCCC, LUGLIO. 470 Fo ballota ducati XXV per li mantelli biavi di comandadori; juxla il consueto ; quali perhò si die-no pagar di danari di le raxom vechie ; e fo tolti di camerlengi. Di Roma, vene lelere mollo desiderale; portole Christofulo Verso, di primo et quatro. In la prima, come el papa à sie feride, do su la testa, una davanti, una da driedo à pocho mal, et una sul brazo destro, dove l’intra gran tasta, e una soto la seia destra, do su le dedi destri di le mani ; et, per caxon di nervi, à dolor; ave febre, pur stava meio. Itera, ‘ che a dì 26 fo concistorio. Parlò il papa in materia subsidii Han/jarice ; voi far eie., e far tanxar soa santità per tre cardinali. Et par li cardinali eontra-dixe, dicendo la Signoria fa quello la vuol. E soa santità rispose, come femo per la fede. Tandem disse : Vuj pagerè la decima, e cussi la corte nostra, e il regno di Napoli. Et voi expedir questa serra la decima, il jubileo e la cruciata per Ungaria. Item, el dì de San Piero, li fo apresentà uno cavalo biancho per nome dii re di Napoli, per il censo. Soa santità 1’ aceto, licei l’orator di Franza dicesse non 10 dovesse aceptar. Rispose il papa : E nostro feudo ; volemo aceptarlo. Et subito, dilto orator spazò in Franza. Ilem, in la materia di Faenza, el signor li voi dar ducati 2000 ; soa santità non li ha voluti aceptar, et era per il censo. E più dia mai è su fan-taria di Rimano, Faenza et Pexaro ; e diceva la illustrissima Signoria à bona scusa ; sono exeomuni-cliati lhoro, e tutti chi li dà favor. Ilem, per Roma, conclude, tuli teniva il papa stesse ini pericolo di morte. Del dillo orator, di 4. Come esso orator, a dì 3, fo a visitation dii papa, e fu primo di tutti che ’1 vedesse. Era con soa santità madona Lugrecia, la princessa e so marito, e una soa damisella sla con madona Lugrecia, eh’ è favorita dii papa. Et andato al leto, el papa tene a esso orator la mam in man ; 11 disse haver scorsso un gran caso e infortunio, dicendo, è tutto di la Signoria, purché Valentin li sia ricomandato faremo ogni cossa per quella Signoria. E poi esso orator tolse licentia da soa santità, et el ducha Valentino l’acompagnò, qual si voria conzar con la Signoria noslra, e haver con luta et la pro-tetione. Item, in castello è stà trovà strangolato domino Alexandro di Sermona, era stà retenuto per haver straparlato. Ilem, è letere di Pisa, di primo, come li era stà dà una bataia, et roto X passa di muro con ccede di l’una e l’altra parte. Di l’arrna-da yspana nulla si ha, ni etiam il suo orator. Ha Napoli, di l' oralor, di 27. Come il re era ritornato de Yscliia indisposilo ; qual li disse haver letere di Toschana, le zcntc francese non passerà più oltra, vanno lentamente ; et è letere di Eiemagna, di domino Francesco de Montibus, orator ili esso re, e Alvise Ripoi, che la dieta si faceva per tuor il stato di Milan. Et è letere di Hongaria ili zorni 7, che la liga con la Signoria nostra si farà, e si trama la trieva col turco, includendo la signoria noslra, chome par habbi dito l’orator di Polonia. Ilem, il re Fedrico non scuode cussi le impositione, imo à suspeso il pagar. Ilem, è letere di Palermo, de 18, che si aspeelava l’armada yspana zonza lì di zorno in zorno eie. Da Bussavi, di sier Jacoino Cabrici, podestà el capetanio, di 7. Manda uno aviso auto di sier Piero Bembo, castelan di la Scala, auto per via di Eterna- j gna, che erano reduto el in bordine assa’ zelile pera Italia, et la dieta non è compita, dove lì hè uno ora*» tor dii turco, et era stà fato taiar la testa a sie capi1 de’ sguizari, et che 72 terre franche li dà ajuto, et9 verano con 70 milia persone. El qual castelam è® mal in hordine di munition eie. Li fo scrito, vadi lì esso podestà a proveder al bisogno. Da Rovere, di sier Mafia Michiel, podestà. Come 9 non à nova da conto de’ ’preparamenti fazino eie-* mani. Di Verona, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier, m podestà. Di uno caso seguido a Zerea, de alcuni che I in ehiesia, a dì 28, serò le porte, a messa liessendo, 9 etamazono do citadini, uno fìol di missier Verità di J Verità e uno altro. Voi licentia di darli taia, per esser« il caso grieve. Da Sazil, di sier Alvise Loredam, podestì et ca- m pelanio. Come à paura di turchi, voria le caxe a le /•> mure fosseno ruinate, saltem si serasseno li pozuoli e porte, e li fomenti si redugi in le caxe ; et quelli hanno le caxe in la terra, dimandano assa’ litto. Or li fo scrito per colegio, debbi limitar il prccio a le caxe dii fitto. Di Cuppo d’Islria, di sier Piero Querini, po-M destà et capetanio, di 5. Manda una letera'auta di Damian da Tarsia, castelan a Castel Nuovo; à nova turchi di Bossina esser levati, e andati versso An- : dernopoli ; el per una altra, el preditto castelan manda una letera, li scrive uno conte Martini, avisa turchi esser levati, per andar a Nepanto. Item, dice di 200 cavalli, qualli hanno fato eie., ut palei. Di Spalato, di.sier Piero Trivixan, conte e capetanio. Come quel capo di stralioti mandà qui, voi meter albanesi in la compagnia. Da Brandizo, dilyovernador. Zercha quelle coni-